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Lunedì 02 NOVEMBRE 2020
Covid. Governo e Regioni trattano su nuove misure. Mattarella chiede di unire gli sforzi. Nuovo Dpcm potrebbe slittare a martedì
Sono ore decisive nel confronto tra Governo e Regioni sulle nuove misure per contrastare l'aumento dei contagi. Una parte dei governatori chiede un piano uniforme in tutta Italia, ma altri, nonché lo stesso Governo, premerebbero per lasciare agli amministratori locali la decisione di ordinanze più restrittive in base alla situazione epidemiologica. Tra le misure in ballo, il blocco degli spostamenti tra regioni. La firma dell'atto potrebbe slittare a martedì. Intanto Mattarella onora i morti per Covid al Cimitero di Castegnato e lancia un appello: “Da parte partigianerie, protagonismi, egoismi, per unire gli sforzi”
Coprifuoco alle 18 o alle 21, blocco della mobilità interregionale, dad per le scuole medie e le superiori, musei chiusi. Sono queste alcune delle misure su cui si confrontano da ieri Governo e Regioni, in vista del nuovo Dpcm annunciato per oggi ma che, sembra, slitterà a martedì.
Tra i governatori, c’è chi chiede misure più restrittive e univoche su tutto il territorio nazionale, come la Lombardia (“La diffusione del virus è uniforme in tutto il Paese. Le differenze riguardano l’ampiezza del tracciamento che varia da regione a regione”. “Ulteriori azioni di contrasto al virus dovranno a loro volta essere uniformi. Una serie di interventi territorio per territorio, polverizzati e non omogenei, sarebbero probabilmente inefficaci e anche incomprensibili ai cittadini, che già oggi sono disorientati”, afferma il governatore Attilio Fontana) e chi, come Luca Zaia, pensa che “lockdown generalizzato non è sostenibile e non serve”. Anche il Governo preferirebbe lasciare alle Regioni il compito di adottare misure più restrittive sulla base del quadro epidemiologico del territori.
Intanto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, arriva un appello all’unità. Il messaggio del presidente è arrivato dal Cimitero di Castegnato, in provincia di Brescia, dove Mattarella, si è recato per rendere omaggio a tutte le vittime del Covid. E’ stato scelto questo luogo simbolo perché la lapide in memoria delle vittime della pandemia, inaugurata lo scorso 6 settembre e impreziosita da una Croce di bronzo, è stata trafugata nella notte tra il 7 e l’8 settembre.
“In questi giorni dedicati al loro ricordo, sono venuto qui per rivolgere il pensiero a tutti i defunti e, tra di loro, alle vittime del coronavirus; ai tanti morti in solitudine. Ho scelto di farlo in questo Cimitero, dove è avvenuto il furto ignobile della Croce posta a memoria delle vittime della pandemia”, ha detto Mattarella. “Ricordare i nostri morti è un dovere che va affiancato dal dovere della responsabilità; di proseguire nell’impegno per contrastare e sconfiggere questa malattia così grave”.
Il presidente della Repubblica ha quindi lanciato il suo appello: "Mettendo da parte partigianerie, protagonismi, egoismi, per unire gli sforzi, di tutti e di ciascuno – quale che sia il suo ruolo e quali siano le sue convinzioni – nell’obiettivo comune di difendere la salute delle persone e di assicurare la ripresa del nostro Paese”.
In serata il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, e la Conferenza delle Regioni si esprimono compatti contro le anticipazioni della stampa sui lavori di ieri. “Sono inammissibili le fughe di notizie non corrette di riunioni di lavoro riservate. I lavori con le Regioni non si sono mai interrotti, sono sempre in corso e lo spirito è sempre di massima e leale collaborazione”, afferma Boccia.
E anche la Conferenza delle Regioni prende posizione diramando una nota in cui si afferma che “L’incontro, di carattere riservato, aveva lo scopo di condividere dati e portare avanti un ragionamento comune fra i diversi livelli istituzionali della Repubblica in vista di provvedimenti ulteriori per fronteggiare e contrastare il diffondersi della pandemia. Ampi passaggi della interlocuzione dei Presidenti delle Regioni sono stati però decontestualizzati, estrapolati, in qualche caso anche travisati, e pubblicati da alcune agenzie di stampa, creando le condizioni per un disorientamento dell’opinione pubblica e non certo quelle per una informazione aderente ai fatti”, conclude la Conferenza delle Regioni.
Lucia Conti
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