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Martedì 27 OTTOBRE 2020
Covid. Conte: “Dovevamo limitare occasioni di incontro: ecco perché abbiamo scelto di chiudere”

“Tutte le misure messe in campo rispondono alla necessità di tenere sotto controllo la curva dei contagi. Puntiamo a ridurre momenti di incontri e soprattutto l'afflusso nei mezzi di trasporto sia durante il giorno che la sera”. Così il premier oggi in un articolo su Il Fatto Quotidiano.

“Abbiamo appena varato un Dpcm con misure più restrittive, ma necessarie. Quel Dpcm è nato da un lungo confronto tra tutte le forze di maggioranza, rappresentate dai rispettivi capi-delegazione. Queste misure non sono in discussione. Piuttosto vanno spiegate a una popolazione in sofferenza, che legittimamente chiede di capire i motivi delle scelte del governo” e a provare a spiegarle è lo stesso premier Giuseppe Conte in un articolo pubblicato questa mattina da Il Fatto Quotidiano.

“Tutte le misure messe in campo – spiega Conte - rispondono alla necessità di tenere sotto controllo la curva dei contagi. Con lo smart working e il ricorso alla didattica a distanza nelle scuole secondarie di secondo grado, puntiamo a ridurre momenti di incontri e soprattutto l'afflusso nei mezzi di trasporto durante il giorno, perché sappiamo che è soprattutto lì che si creano affollamenti e quindi occasioni di contagio”.
 
Che poi aggiunge, “acquistare subito centinaia di nuovi mezzi pubblici è impossibile, per questo andava decongestionato il sistema del trasporto pubblico agendo su scuola e lavoro e altre occasioni di uscita come lo sono l'attività sportiva in palestre e piscine”.
 
“Stessa cosa abbiamo fatto la sera: abbiamo ridotto tutte le occasioni di socialità che spingono le persone a uscire nelle ore serali e a spostarsi con i mezzi pubblici. Uscire la sera per andare al ristorante, cinema o teatro significa prendere mezzi pubblici o taxi, fermarsi prima o dopo in una piazza a bere qualcosa o a incontrarsi con amici abbassando la propria soglia di attenzione e creando assembramenti. Ecco perché abbiamo sospeso le attività di ristoranti, cinema e teatri”, scrive ancora il premier.
 
E “diminuendo le occasioni di socialità, abbassiamo anche il numero di contatti che ognuno di noi può avere, rendendo così più facile fare i tracciamenti nel caso in cui una persona risulti positiva”, sottolinea il premier che rimarca ancora come “senza queste misure la curva è destinata a sfuggirci di mano”.

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