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Lunedì 12 LUGLIO 2010
Un secolo di professioni sanitarie
Medici e odontoiatri, farmacisti, veterinari celebrano il centenario degli Ordini e si interrogano sul futuro. Per i medici la sfida immediata è nella risposta al minor numero di nuovi laureati, per i farmacisti la trasformazione delle farmacie in centri capaci di offrire non solo medicinali ma servizi per la salute.
Una giornata di celebrazione per un triplo centenario. Gli Ordini dei medici, dei farmacisti e dei veterinari sono infatti stati fondati tutti nel 1910 e così sabato scorso, nella suggestiva sala dell’antico Ospedale di Santo Spirito in Sassia a Roma Fnomceo, Fofi e Fovi hanno scelto di celebrare unitamente l’evento con una giornata intitolata “Cento anni a tutela della salute”.
Ad aprire i lavori l’intervento del ministro della Salute Ferruccio Fazio, che ha mostrato di essere particolarmente commosso e partecipe, anche nella sua veste di medico. Fazio ha annunciato di aver appena siglato un decreto ministeriale che chiama i presidenti dei tre Ordini sanitari a partecipare di diritto al Consiglio superiore di Sanità, in rappresentanza ufficiale delle rispettive professioni.
Ma il ministro è anche intervenuto nel merito dei nodi problematici che le professioni devono affrontare oggi. In particolare per i medici il problema sta in una forte riduzione in prospettiva del numero dei professionisti “prodotti” dalle Università italiane. Le previsioni della Fnomceo non sono positive: 40 mila medici in meno in 10 anni, se sarà mantenuto inalterato il tasso di ingresso alla professione, che negli ultimi anni è in progressivo calo. Per questo, secondo Amedeo Bianco presidente della Fnomceo, occore “rivisitare profondamente le relazioni tra sistema formativo universitario e sistema professionale, assicurando una formazione ‘long life’ capace di adeguare nel tempo conoscenze e competenze”. E il ministro Fazio ha risposto entrando nel merito: “Per rispondere alle nuove necessità di programmazione sanitaria del nostro Paese saranno rivisti i criteri per definire il fabbisogno di specializzazioni in medicina: più pediatri di libera scelta e più geriatri”.
Anche per i farmacisti è momento di ripensare il proprio ruolo, come ha sottolineato il presidente Fofi Andrea Mandelli, in una prospettiva di valorizzazione delle farmacie come luoghi di servizi per la salute. E anche in questo caso il ministro ha dato una risposta, ricordando come si stia lavorando in Conferenza Stato-Regioni alla definizione dei decreti attuativi della legge 69/2009 sui servizi nelle farmacie, al di là dell’attuale crisi nei rapporti tra Governo e Regioni intorno alla manovra economica.
Alla celebrazione ha partecipato anche la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, che ha annunciato di aver già ottenuto, con gli interventi introdotti in questi mesi, 300 milioni di euro di risparmi.
Messaggi di saluto sono stati inviati dal presidente del Senato Renato Schifani, dai sottosegretari Rocco Crimi, Paolo Bonaiuti e Eugenia Roccella, dal ministro Raffaele Fitto e dal presidente dell’Enpam Eolo Parodi.
Due importanti interventi di ampio respiro hanno arricchito l’evento. Il professor Giorgio Cosmacini ha ripercorso la storia delle professioni sanitarie in questo secolo di vita degli Ordini, mentre il presidente del Censis Giuseppe De Rita ha proposto una lettura sociologica delle professioni sanitarie nel corso del secolo: “Il medico, il farmacista, il veterinario una volta avevano il rapporto con la comunità. Erano quelli che, rispetto alla propria comunità, si ponevano in maniera asimmetrica, semplicemente perché ne sapevano di più, con un sapere specifico che altri non avevano. Era così fino agli anni ’50, poi le cose sono cambiate almeno per tre aspetti: dalla legge Mariotti in poi si è abbandonato il concetto di comunità, preferendogli il concetto un po’ astratto del territorio, derivato dall’idea di poter coprire tutti i bisogni sanitari”. Secondo De Rita questa è stata la fase dello statalismo burocratico della sanità, una fase che ora sta cedendo il passo ad un nuovo modello, più individualista e capitalista, nel quale il cittadino è “cliente”.
A conclusione della giornata alcuni giovani laureati hanno letto i giuramenti dei rispettivi ordini professionali, salutati da Elio Guzzanti, medico, storico della medicina e già ministro della Sanità, che in un intervento per nulla retorica ha indicato una sfida per il futuro: sviluppare la collaborazione tra professioni sanitarie.
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