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Mercoledì 21 OTTOBRE 2020
Osteopati. Si sblocca l’impasse tra Regioni e Ministero sul decreto che istituisce la Professione

Dopo le dure critiche al provvedimento gli Enti locali per “senso di responsabilità” ed evitare di “dilatare ulteriormente i tempi” daranno il loro avallo al provvedimento anche se chiedono che nelle premesse al testo venga inserita la previsione che gli osteopati non potranno lavorare nel Ssn fino a che l’iter istitutivo della professione non venga completato.

Va verso lo sblocco la partita sul decreto per l’istituzione della professione di osteopata. Dopo le dure critiche al testo le Regioni per “senso di responsabilità” ed evitare di “dilatare ulteriormente i tempi” daranno il loro avallo al provvedimento messo a punto dal Ministero della Salute.
 
In una lettera inviata a Lungotevere Ripa da parte del coordinatore della Commissione Salute, Luigi Icardi gli Enti locali però chiedono di inserire nelle premesse al testo alcune precisazioni. In prima istanza le Regioni evidenziano come “considerato che allo stato attuale i trattamenti osteopatici non sono riconosciuti quali prestazioni sanitarie erogabili dal Servizio sanitario nazionale” si ritiene “che la professione sanitaria dell’Osteopata potrà operare nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche solo allorquando le relative prestazioni saranno inserite nei Lea e fermo restando l’individuazione di adeguate risorse finanziarie aggiuntive del Fondo sanitario nazionale a fronte dei relativi costi sorgenti”.
 
A questo punto la palla è tornata al Ministero della Salute che dovrà apportare le modifiche per portare il provvedimento in Stato-Regioni per il via libera. Una volta ottenuto l’ok toccherà al Mur definire tutta la partita della formazione dei professionisti e delle relative equipollenze.
 
In ogni caso la Commissione ha poi avvertito come “per il futuro e con particolare riferimento alla istituenda figura del chiropratico, la necessità di un coinvolgimento preventivo delle Regioni e delle Province autonome già nella fase di confronto con le Associazioni e le Organizzazioni di categoria interessate per non ritrovarci in una situazione analoga a quella vissuta per la figura dell’osteopata”.
 
Luciano Fassari

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