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Venerdì 09 OTTOBRE 2020
Covid. Cosa ci aspetta? Con indice Rt sopra 1,5 e servizi sanitari sovraffollati possibili nuovi lockdown locali e chiusura scuole e università. Ecco i quattro scenari ipotizzati
Sono queste alcune delle possibilità cui stanno lavorando Governo e Regioni, contemplate in un documento che disegna i vari scenari epidemiologici possibili e le conseguenti misure da mettere in campo per fermare l’epidemia da Covid. Possibili anche l’istituzione di zone rosse e limiti alla mobilità intraregionale se l’indice fosse compreso tra 1,25 e 1,5 con segnali di sofferenza dei servizi.
Con l’indice Rt regionale sopra l’1,5 possibili nuovi lockdown regionali fino alla possibilità di una chiusura generale come accaduto la scorsa primavera. È questa una delle possibilità cui stanno lavorando Governo e Regioni e contenute in un documento, di cui Quotidiano Sanità ha potuto visionare una bozza, contenente i vari scenari epidemiologici e le conseguenti misure da mettere in campo per fermare l’epidemia da Covid. Sia chiaro le misure non sono vincolanti e andranno di volta in volta concordate tra Governo e Regioni analizzando nello specifico la situazione.
Gli scenari definiti sono 4:
1. Situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto al periodo luglio-agosto 2020
2. Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario nel breve-medio periodo
3. Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo
4. Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo.
A interessare sono però gli scenari 3 e 4 cui vedendo la curva dei contagi e anche considerando le misure messe in campo da alcuni governatori, vedi ieri il Lazio con il lockdown soft introdotto a Latina, fanno capire quali potrebbero essere le azioni restrittive che potrebbero essere attuate a breve se il trend non si dovesse invertire.
Lo scenario 3 scatta nel momento in cui si verificano Rt regionali compresi tra 1.25 e 1.5 valutando anche la percentuale di tamponi positivi/tamponi totali, esclusi screening e retesting. In questo contesto si dovrebbe registrare anche una rapida crescita dell’incidenza di casi e gravità clinica, cluster non più distinti tra loro e nuovi casi spesso non correlati a catene di trasmissione note così come un graduale aumento della pressione per i DdP e per i servizi assistenziali anche se in presenza di una modesta limitazione del potenziale di trasmissione. Se dovessimo trovarci in questa situazione sono possibili lock down locali temporanei su scala sub-provinciale, l’istituzione di zone rosse con lockdown temporanei (<2-3 settimane) con riapertura possibile valutando incidenza e Rt. Possibile anche l’interruzione delle attività sociali/culturali/sportive a maggior rischio di assembramenti e l’interruzione di alcune attività produttive con particolari situazioni di rischio così come possibili restrizioni della mobilità interregionale ed intraregionale.
Se si dovesse verificare questo scenario potrebbe scattare la sospensione di alcune tipologie di insegnamenti che presentano condizioni di rischio più elevato (es. educazione fisica, lezioni di canto, strumenti a fiato, laboratori ad uso promiscuo, etc.) e le lezioni sarebbero scaglionate a rotazione mattina e pomeriggio, se serve aumentare gli spazi. Possbile infine anche la chiusura temporanea di scuole/università in funzione della situazione epidemiologica locale (es. singola struttura o più strutture in un'area).
Lo scenario 4, quello più duro si realizzerebbe in presenza di Rt regionali >1.5 valutando anche la percentuale di tamponi positivi/tamponi totali, esclusi screening e retesting, l’incidenza dei casi e gravità clinica elevate, la trasmissione comunitaria diffusa con cluster non più distinti tra loro e in virtù di una pressione sostenuta per i DdP e per i servizi assistenziali. In questo caso potrebbe scattare un lock-down generalizzato con estensione e durata da definirsi rispetto allo scenario epidemiologico. Inoltre sarebbe facile prevedere anche la chiusura delle strutture scolastiche/universitarie di estensione e durata da definirsi rispetto allo scenario epidemiologico ed attivazione della modalità di didattica a distanza sempre ove possibile.
Luciano Fassari
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