quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Mercoledì 07 OTTOBRE 2020
Le strutture ambulatoriali convenzionate scrivono alla Regione contro l’esclusione dal piano liste d’attesa
In una lettera rivolta al Capo Dipartimento della Presidenza Consiglio dei Ministri, Maria Barila, e al Direttore del Dipartimento Salute della Regione, Vito Montanaro, le strutture ambulatoriali private ricordano di essere “incardinate nell’ambito complessivo del Ssn, di cui vengono quindi a far parte insieme con le stesse aziende sanitarie locali e con le aziende ospedaliere” e rivendicano il loro ruolo, “certe di poter garantire adeguato supporto alle strutture pubbliche pur con remunerazioni e tariffe risalenti al 1992 (e mai aggiornate negli anni), e pertanto con costi contenuti per l’economia nazionale”. LA LETTERA
Le Sezioni regionali pugliesi dell’Associazione Nazionale di Diagnostica per Immagini per l’Area Radiologica (Andiar) della Regione Puglia, dell’Associazione Nazionale Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private (Anisap) e del Sindacato delle Branche a Visita (Sbv), nel complesso di circa 80 strutture ambulatoriali convenzionate nella Regione Puglia scrivono al Capo Dipartimento della Presidenza Consiglio dei Ministri, Maria Barila, e al Direttore del Dipartimento Salute della Regione, Vito Montanaro, per “stigmatizzare l’assenza delle strutture private convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale dai piani di recupero e abbattimento delle liste d’attesa stilati dall’attuale Governo italiano (da ultimo del Decreto Legge del 14 agosto 2020, n.104)”.
Le strutture ambulatoriali private, ricordano nella lettera, “sono incardinate nell’ambito complessivo del Servizio Sanitario Nazionale, di cui vengono quindi a far parte insieme con le stesse aziende sanitarie locali e con le aziende ospedaliere, operando insieme con esse e determinando in questo modo il complesso sistema strutturale che eroga le prestazioni sanitarie”.
Eppure, “nonostante tale particolare status acquisito dalle strutture qui rappresentate, al precipuo fine di supportare il Servizio Sanitario Regionale, nonostante il delicatissimo periodo di emergenza sanitaria che il nostro Paese sta affrontando nonché il presumibile aggravarsi della situazione sanitaria nei prossimi mesi autunnali e invernali, le strutture sanitarie ambulatoriali accreditate sono state ancora una volta escluse dai piani sanitari nazionali di abbattimento delle liste d’attesa”.
Da qui la richiesta di intervento “certi di poter garantire adeguato supporto alle strutture pubbliche pur con remunerazioni e tariffe risalenti al 1992 (e mai aggiornate negli anni), e pertanto con costi contenuti per l’economia nazionale”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA