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Martedì 06 OTTOBRE 2020
Congresso Fimmg. Scotti: “Case di comunità? Non possono essere il futuro della medicina generale”

Il segretario del sindacato dei medici di famiglia alla vigilia della cerimonia di apertura dell’assiste in Sardegna ribadisce il suo scetticismo sul progetto cui sta lavorando il Governo. No anche ai vaccini in farmacia e all’infermiere di famiglia: “Non può dirsi tale se è dipendente”. E sull’influenza: “Uso mascherine potrebbe aiutare anche se sui approvvigionamento troppi ritardi”.

“Ritengo che qualsiasi evoluzione della medicina generale che vada verso la strutturazione dei servizi non tiene conto di quelle che sono e saranno le esigenze dei pazienti. Non abbiamo bisogno delle Case, abbiamo bisogno delle persone sul territorio che attraverso i microteam possano prendere in carico i pazienti”. A parlare è il segretario della Fimmg, Silvestro Scotti che alla vigilia della cerimonia inaugurale del 77° Congresso nazionale del sindacato in corso a Villasimius in Sardegna ribadisce il suo scetticismo sul progetto delle Case di comunità cui sta lavorando il Governo.
 
Ma non solo il leader dei medici di famiglia tocca anche i temi caldi della vaccinazione antinfluenzale, del ruolo delle farmacie anche dopo l’ordinanza del Lazio che ne consente la somministrazione.
 
Dottor Scotti partiamo del tema caldo dei vaccini antinfluenzali. In molte Regioni si segnalano carenze. Com’è la situazione per i medici di famiglia?
I vaccini contro l'influenza mi sembrano pochi considerando che abbiamo 16 milioni di cronici, a cui si aggiungono i bambini, gli aventi diritto, la polizia, gli insegnanti, gli allevatori, senza contare i `normali´ cittadini. Visto che arriveranno 17 milioni di dosi in tutto, mi pare chiaro che ci sarà una carenza, nemmeno i soggetti a rischio riusciranno a vaccinarsi tutti
 
E poi c’è sempre la questione delle diversità regionali…
È facile prevedere che avremo una iniquità nell'accesso ai vaccini. Dovremmo aggiungere all'articolo 32 che il diritto alla salute è anche `regionale´, visto quello che stiamo vedendo. Non c'è equità nell'accesso, visto che le regioni si sono mosse in ordine sparso. Non c'è un meccanismo di solidarietà successivo alle gare regionali, per cui si arriva al caso della Lombardia che ha difficoltà nell'acquisire le dosi necessarie. Con il risultato che un over 60 nel Lazio probabilmente riuscirà a vaccinarsi, in Lombardia rischia di non riuscire e hanno problemi anche Molise e Basilicata. È vero che le dosi rispetto all'anno scorso sono aumentate, ma non si calcola l'effetto paura. Se c'è paura tutti vorranno vaccinarsi, e ci sarà inevitabilmente carenza soprattutto in alcune aree
 
Insomma, come al solito arriviamo tardi mi sembra di capire…
Già a febbraio l'Oms ha diffuso la composizione dei vaccini per quest'anno, e la Germania ad esempio si è subito mossa per prenotare le dosi. In Italia invece facciamo le gare molto più tardi, con il risultato che le regioni che si sono mosse prima, Lazio e Puglia ad esempio, hanno acquisito 1,5 milioni di dosi in più, mentre altre regioni sono in difficoltà. Un ruolo in positivo però potrebbero giocarlo l’uso delle mascherine
 
Cioè?
Credo che con l'uso adeguato delle mascherine, con il distanziamento sociale e l’igiene delle mani potremmo assistere alla stagione influenzale più leggera degli ultimi 15 anni. È un auspicio, sia chiaro ma le premesse ci sono
 
Altra questione sono i vaccini in farmacia. Voi siete contrari all’ordinanza del Lazio ma non crede che invece possa essere un’opportunità in più per i cittadini?
Lo ribadisco, se non si cambia la norma, qualunque atto si farà in questo senso sarà impugnato. E riterremo necessario il controllo delle Forze dell'Ordine per evitare eventuali casi di prestanomismo, ovvero la possibilità che medici risultino solo sulla carta presenti in farmacia per vaccinare. I farmacisti potrebbero avere un ruolo importante come centrale di raccolta, distribuzione e controllo delle dosi vaccinali in raccordo con un gruppo di medici. Ed era quello che stavo concordando con i farmacisti prima che si accendesse la polemica sui vaccini in farmacia
 
Senta si continua a parlare di dipendenza per la medicina del territorio. Anche nel Dl Agosto per quanto riguarda la medicina dei servizi per esempio…
Come medicina generale devo inseguire centinaia di emendamenti di maggioranza che vanno in direzione opposta a quella del Ministro. Quando Speranza parla di prossimità è un ragionamento che condivido anche se le Case di comunità, le Case della Salute e via dicendo non mi piacciono anche se è positivo il fatto che si sia ristretto il loro bacino d’utenza
 
Mi scusi, una magra consolazione…
Ritengo che qualsiasi evoluzione della medicina generale che vada verso la strutturazione dei servizi non tiene conto di quelle che sono e saranno le esigenze dei pazienti. Non abbiamo bisogno delle Case, abbiamo bisogno delle persone sul territorio che attraverso i microteam possano prendere in carico i pazienti.
 
Certo che però i neonati infermieri di famiglia saranno alle dipendenze delle Asl, altro che microteam…
Senza offesa ma gli infermieri mi sembra che in questo periodo si gettino su ogni cosa. Ora se ne sono usciti pure che si rendono disponibili a fare le vaccinazioni in farmacia. In questo modo il farmacista dovrebbe pagare il medico e l'infermiere. Insomma, forse ci vorrebbe un po’ più di serietà e competenza. Tornando alla sua domanda con gli infermieri abbiamo partecipato ad innumerevoli tavoli ma poi alla fine il risultato, nonostante le nostre aperture, è stato l’opposto di quello di cui abbiamo parlato per anni. Ho notato molta scorrettezza. Ma in ogni caso lo ribadisco, l’infermiere non si può definire di ‘famiglia’ perché di ‘famiglia’ è legato al rapporto fiduciario e alla scelta del cittadino e non a quella del distretto che ti assiste.
 
Luciano Fassari

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