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Giovedì 10 MAGGIO 2012
Spending review. Rimondi (Assobiomedica): “Basta tagli”

“La sanità andrebbe considerata come motore di sviluppo e non come un costo”. Ad affermarlo è il presidente di Assobiomedica, Stefano Rimondi, dopo che il ministro Giarda ha ribadito, oggi in Senato, che la spesa sanitaria è troppo alta e spesso legata ad interessi.

“Ci sono sacche di sprechi e inefficienze e Assobiomedica va da tempo chiedendo trasparenza e appropriatezza negli acquisti in sanità” ma “il problema andrebbe piuttosto affrontato in modo strutturale e non con tagli che mettono a rischio le prestazioni”. Ad affermarlo è il presidente di Assobiomedica, dopo le affermazioni sulla spending review rilasciate dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, in audizione oggi in commissione Bilancio del Senato.

Il ministro ha più volte sottolineato come per finanziare la sanità si sia dovuta sacrificare l’istruzione. Mentre l’incidenza della prima cresceva del 5% rispetto al Pil, infatti, l’incidenza della seconda è diminuita della stessa quota. Questo, ha ammesso il ministro, è in parte dovuto ai cambiamenti demografici, che ha visto diminuire la popolazione in età scolastica e aumentare quella della terza età più bisognosa di assistenza. Ma secondo Giarda, a determinare la forte spesa sanitaria sono stati anche interessi privati, compresi quelli delle industrie.

Affermazioni che non sono piaciute a Rimondi. “Trovo fuori luogo – ha replicato il presidente di Assobiomedica - le parole del Ministro Giarda quando confronta il difforme andamento fra spesa sanitaria e spesa per l’istruzione, che consideriamo entrambe fondamentali per un Paese che voglia dare consistenza e continuità al suo sviluppo economico. È noto che negli ultimi anni la spesa sanitaria pubblica nel totale e nel pro-capite dimostra di essere sotto controllo. Le statistiche Ocse indicano per la prima una percentuale sul Pil in media con i principali Paesi e persino inferiore in alcuni confronti; per la seconda voce la stessa organizzazione ci dice che negli ultimi anni il tasso di crescita reale è stato nettamente inferiore alla media”.

“Il settore dei dispositivi medici – ha aggiunto Rimondi - vive di ricerca e innovazione e sarebbe interesse del Governo che venisse considerato come un volano di sviluppo e non come un costo; l’hanno per fortuna capito i cittadini che in una recente indagine del Censis dimostrano di avere una chiara consapevolezza del valore delle nostre tecnologie. Ci piacerebbe che anche il Governo aderisse a questa convinzione cominciando, di concerto con le Regioni – ha concluso Rimondi – a trovare strumenti adeguati per ridurre il debito di 5,5 miliardi nei confronti del nostro settore e non incidendo sui servizi essenziali”.
 

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