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Giovedì 17 SETTEMBRE 2020
Covid. Gli anziani sono più resilienti
Le ansie e le preoccupazioni legate alla pandemia non sembrano influire direttamente sul benessere psicologico delle persone anziane, mentre incidono profondamente su quello dei più giovani. È quanto emerge da un’indagine on line condotta da un gruppo di ricercatori statunitensi. Si tratta di un piccolo studio, basato su un campione esiguo, ma fa emergere chiaramente una maggiore capacità di resilienza emotiva e psicologica degli anziani rispetto ai più giovani.
(Reuters Health) – Da un piccolo studio condotto in USA emerge, un po’ a sorpresa, come nella popolazione anziana la percezione dei rischi legati al COVID non influisca direttamente sullo stato di benessere psicologico, evidenziando di fatto una certa capacità di resilienza.
I ricercatori – guidati da Amy Knepple Carney della University of Wisconsin – hanno usato annunci pubblicitari su Facebook per reclutare 166 adulti residenti in comunità, con un’età compresa tra i 18 e i 79 anni (età media 35,7 anni). Ai partecipanti sono stati sottoposti questionari online per valutare l’impatto dei disagi prodotti dal COVID-19 sul loro benessere e la loro salute.
Il campione era composto in maggioranza da adulti compresi nella fascia di età 18-24 anni (33,1%), giovani adulti dai 25 ai 29 anni (28,9%), adulti di mezza età dai 40 ai 59 anni (28,3%); solo 13 partecipanti (7,8%) avevano tra i 60 e i 79 anni.
In generale, non è stata osservata alcuna associazione significativa tra età e disagi prodotti dal COVID-19. Nelle persone di età superiore a 60 anni, i punteggi per stress e sentimenti negativi erano simili, a prescindere dal fatto che il COVID-19 avesse prodotto grandi o piccoli disagi nella loro vita, mentre i partecipanti più giovani riferivano elevati livelli di stress e sentimenti negativi.
“Confrontando le stesse condizioni oggettive, emerge chiaramente da parte degli anziani, in alcuni contesti e situazioni, una maggior resilienza emotiva e psicologica rispetto alle persone più giovani”, osserva Lloyd-Sherlock, della University of East Anglia, non coinvolto nello studio.
Un limite dello studio è rappresentato dal fatto che solo il 7,8% dei partecipanti era anziano, osservano gli stessi ricercatori su The Gerontologist. Questa inchiesta si basa su dati molto limitati e servono studi molto più solidi per chiarire gli aspetti emersi”, continua Lloyd-Sherlock, “anche perché non deve passare il messaggio che gli anziani hanno meno bisogno, rispetto a persone di altre età, di interventi di sostegno psicologico come il counseling”.
Fonte: The Gerontologist
Lisa Rapaport
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
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