quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Lunedì 07 SETTEMBRE 2020
Accreditamento sanitario. La Toscana aggiorna il sistema dei requisiti per il miglioramento costante della qualità e della sicurezza delle cure
La scelta adottata a livello regionale per la revisione del percorso di autorizzazione e accreditamento istituzionale è stata quella di identificare la qualità assicurata da ogni microsistema clinico come l’elemento chiave della qualità del processo di cui fa parte e la qualità dei processi come ulteriore building block della qualità dell’organizzazione nel suo insieme.
La Toscana, con il nuovo Regolamento per l’autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie, approvato con un atto del presidente della Giunta dell’11 agosto scorso, non solamente aggiorna il sistema dei requisiti, ma compie un ulteriore passo in avanti nella rimodulazione già avviata del modello, per aumentarne la compliance con le politiche sanitarie regionali e la possibilità di contribuire alla qualità complessiva del SSR.
Il miglioramento della qualità delle cure è uno dei principali obiettivi di un Sistema Sanitario e l’autorizzazione e l’accreditamento sanitario sono stati introdotti per contribuire a questo scopo. Nel tempo però tali strumenti sono stati percepiti spesso come adempimenti normativi più che come spinte verso il mantenimento e miglioramento della qualità, allineate alle politiche sanitarie nazionali e regionali.
Questa interpretazione però da sola non è più sufficiente a giustificare l’impegno richiesto e di fatto preclude la spendibilità di questo strumento come una delle leve per il miglioramento costante della qualità e sicurezza delle cure e di conseguenza della sostenibilità del sistema.
Il vero valore dell’accreditamento può emergere quando questo viene reinterpretato da ‘attività aggiuntiva’, imposta esternamente per obblighi normativi o presunte logiche di ‘mercato’, ad ambito di intervento per integrare e rafforzare il processo di attuazione delle scelte di politica sanitaria.
Oltre al ruolo che un sistema di accreditamento riveste necessariamente nel quadro giuridico normativo e nel sistema di regolamentazione istituzionale in genere, emerge quindi la sua consistente potenzialità come strumento di diffusione dell’innovazione.
La sfida alla base del lavoro sviluppato a livello regionale è proprio quella di realizzare, muovendosi sempre all’interno della cornice normativa nazionale di riferimento, un modello operativo di accreditamento che sia al passo con i cambiamenti profondi che interessano le attività sanitarie. In sintesi di promuoverne l’utilizzo come strumento, parte di un range più ampio di strategie, attraverso il quale perseguire la riconfigurazione costante del sistema sanitario rispetto alle novità introdotte dalle policy e al miglioramento atteso delle performances.
Partendo dall’assunto che la governance clinica - quale prospettiva concettuale ed insieme delle tecniche di gestione in grado di fondere la dimensione economico-finanziaria da un lato con quella qualitativo-professionale - è la modalità con la quale principalmente perseguire il buon funzionamento di un’organizzazione sanitaria, si è ritenuto utile adottare una maggiore finalizzazione dell’accreditamento alla realizzazione delle condizioni per l’attuazione della governance stessa.
L’accreditamento aveva invece avuto in precedenza una declinazione troppo settoriale all’interno delle diverse strutture di staff dedicate a presidiare singoli ambiti di riferimento (qualità e accreditamento, rischio clinico, formazione, ecc.), trovando difficoltà nel far penetrare efficacemente questo approccio nell’operatività quotidiana delle organizzazioni sanitarie.
La qualità espressa realmente dal sistema discende però in larga parte dalla sommatoria della qualità espressa da ogni singolo microsistema, inteso come unità minima di funzionamento (unità operativa, equipé, ecc.), che rappresenta il luogo primario di creazione di valore nella pratica clinica e nell’assistenza sanitaria e di attuazione delle indicazioni fornite a livello aziendale, regionale e nazionale.
La scelta adottata a livello regionale per la revisione del percorso di autorizzazione e accreditamento istituzionale è stata quella di identificare la qualità assicurata da ogni microsistema clinico come l’elemento chiave della qualità del processo di cui fa parte e la qualità dei processi come ulteriore building block della qualità dell’organizzazione nel suo insieme.
Procedendo in questo modo si è invertita la prospettiva con la quale tradizionalmente viene declinato un sistema di accreditamento, la visione globale dell’organizzazione è stata scomposta negli apporti che ai vari livelli devono essere assicurati per perseguire gli obiettivi di qualità e buon funzionamento, a partire però dalle unità minime di funzionamento, che rappresentano la base dell’organizzazione, e procedendo a ritroso nella individuazione degli apporti necessari degli altri livelli dell’organizzazione. I risultati ottenuti vengono letti analizzando il contributo dei diversi piani di intervento e secondo i principi del ciclo di Deming. A seguito di ciò è stata introdotta la possibilità di miglioramento incrementale anche per i requisiti organizzativi di livello aziendale, oltre che per quelli specifici di processo. I requisiti aziendali vengono valutati successivamente a quelli di processo e in relazione agli esiti della loro valutazione, in quanto rappresentano in gran parte precondizioni per un adeguato sviluppo dei processi sanitari.
Con il nuovo regolamento sono state introdotte importanti innovazioni anche per quanto riguarda l’autorizzazione sanitaria dando maggiore enfasi ad aspetti prettamente igienico sanitari, sia di tipo infrastrutturale che organizzativi, da predisporre e mantenere nel tempo per assicurare livelli prestazionali adeguati, e con un focus sulla prevenzione e controllo delle infezioni correlate all’assistenza.
Sono stati anche inseriti requisiti che discendono dalla recente esperienza con l’epidemia Covid e che consentiranno di assicurare le condizioni per un incremento rapido delle risposte ospedaliere in caso di maxiemergenze.
La nuova declinazione dell’autorizzazione è stata inoltre pensata per poter rispondere maggiormente ad esigenze di tutela della salute pubblica, individuando ad esempio già nello strumento della compatibilità e nell’aggiornamento delle tipologie di test offerti dalle strutture autorizzate, la modalità con la quale assicurare un miglior governo degli aspetti etici legati alla diagnosi genetica predittiva. Nella stessa ottica si pone l’estensione della comunicazione di inizio attività a tutte le tipologie di studio, compresi gli studi professionali e le società tra professionisti.
La ricerca del massimo allineamento del Regolamento con le politiche sanitarie ha portato anche all’inserimento di requisiti relativi all’attuazione della Legge 22 dicembre 2017, n. 219, “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento” prevedendo che tutte le strutture predispongano ed adottino modalità codificate per il diritto al rifiuto delle cure, il rispetto delle volontà espresse dai pazienti come disposizione anticipata o contestualmente alle cure e il rispetto della dignità della persona anche nella fase finale della vita.
Si è inoltre individuato nel Catalogo regionale delle prestazioni ambulatoriali lo strumento di identificazione delle prestazioni specialistiche a maggiore e minore invasività, in modo da mantenere aggiornati e coerenti gli elenchi e favorendo in questo modo la creazione di un linguaggio comune tra erogatori pubblici e privati.
Attraverso la rilettura di questo strumento la Regione Toscana ha inteso offrire al tempo stesso una leva di azione strategica per il livello politico, che ne è il committente istituzionale, uno strumento gestionale per il management aziendale, per supportarne ulteriormente la ricerca costante di efficacia e di efficienza, e uno strumento di garanzia per i cittadini di una buona organizzazione e sicurezza dei processi messi in atto per l’erogazione delle risposte ai loro bisogni sanitari.
Maria Teresa Mechi
Ilaria Lombardi
Sabrina Lelli
Chiara Merli
Lorenzo Righi
© RIPRODUZIONE RISERVATA