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Mercoledì 25 APRILE 2012
Emicrania. Meglio i farmaci "preventivi" che quelli anti dolore. Ecco le linee guida Usa 

Se si vuole battere definitivamente il mal di testa bisogna giocare d’anticipo. Quattro volte su dieci si può risolvere il problema con betabloccanti e anticonvulsivanti, ma solo tra il 3 e il 13 per cento dei pazienti usa i farmaci che potrebbero prevenire il dolore. 

Prevenire è meglio che curare. Anche quando si tratta di emicrania. O almeno questo è quello che dicono le nuove Linee Guida evidence-based della American Academy of Neurology, presentate questa settimana a New Orleans. Il motto che sembra permeare tutto il documento – pubblicato sulla rivista Neurology – è infatti uno solo: se soffri di forti cefalee prendi dei medicinali che le prevengano, invece che antidolorifici che le trattano nel momento di maggiore intensità.
 
L’emicrania è definita come una condizione che si presenta con numerosi episodi di mal di testa, che possono durare da qualche ora a due giorni, che talvolta il paziente sente come dolori pulsanti o che possono portare a nausea, vomito e ipersensibilità a suoni o luci. Secondo i ricercatori che hanno stilato le Linee Guida, però, circa il 38% dei pazienti che hanno periodicamente questo tipo di cefalee, tanto forti da essere debilitanti e incidere sulla qualità della vita, potrebbero prevenirle completamente con un regime giornaliero di farmaci anticonvulsivanti e betabloccanti. Quest’ultimo tipo di farmaci, in particolare, viene di solito usato per il trattamento di condizioni come pressione alta, aritmie o altre patologie cardiovascolari; ma secondo una review di ben 284 pubblicazioni, sulla quale si basano le Linee Guida, dovrebbe essere consigliato anche ai pazienti che soffrono di emicrania, soprattutto quando questa è forte, per ridurne frequenza e intensità.
Eppure, dicono i medici, nonostante queste indicazioni sono ancora pochi i pazienti che scelgono di prevenire il dolore, invece di trattarlo al suo apice: una porzione che oscilla tra il 3 e il 13 per cento. I possibili motivi sono facilmente intuibili: da una parte è difficile convincere le persone a prendere medicinali quando si sentono bene, anche se preverranno un dolore conosciuto; in secondo luogo molti pazienti “non hanno diagnosi corrette, o addirittura non sono seguite da dottori, che dunque non possono mostrare loro le diverse opzioni di cura”, come spiegano i ricercatori che hanno lavorato al documento. Chiaramente infatti, ricordano, bisogna tenere a mente che queste sostanze possono anche avere degli effetti collaterali, e dunque devono essere assunte sotto controllo medico, e con un’attenzione particolare all’interazione con altri medicinali.
 
In ogni caso, per chi non ama prendere medicine,o ha paura degli effetti collaterali, esiste una soluzione. Curiosamente infatti, oltre a questo tipo di farmaci, secondo le Linee Guida risultano efficaci contro l’emicrania anche le erbe medicinali del genere delle Petasites, della famiglia delle Asteracee: una tisana del cosiddetto Farfaraccio, secondo gli esperti, può aiutare a prevenire il mal di testa.
 
Laura Berardi
 
 

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