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Sabato 30 MAGGIO 2020
Nuova aggressione ai danni di un’infermiera al Cardarelli di Napoli. De Palma (Nursing Up): “Dobbiamo mettere fine a queste brutalità”
L'infermiera è stata aggredita venerdì scorso dopo aver invitato il familiare di una paziente a non filmare con il cellulare l’assistenza che le stavano prestando. Il sindacato: “Sono mesi che ci battiamo per soluzioni concrete: telecamere 24 ore su 24 che possano fare da deterrente agli episodi di violenza e ancora presidi delle forze dell’ordine impiegati sul posto a proteggere chi lavora”.
"Non si ferma l’escalation di violenza nelle corsie. Siamo qui di nuovo a commentare, tristemente, l’ennesimo riprovevole episodio di aggressione nei confronti di un nostro collega infermiere. In questo caso, poi, trattandosi di una donna, siamo di fronte ad un fatto ancora più grave, da condannare senza mezzi termini. Dobbiamo mettere fine a queste brutalità. Siamo lavoratori onesti che mettono al servizio della salute pubblica la loro professionalità, gli anni di studio, la passione, le qualità umane che non devono mai mancare. Non siamo sacchi contro cui sfogare la rabbia di pugili impazziti e fuori controllo".
Questo il commento del presidente di Nursin Up Antonio De Palma al nuovo episodio di violenza contro i sanitari che ha visto vittima una infermiera al Cardarelli di Napoli aggredita per aver invitato il familiare di una paziente a non filmare con il cellulare l’assistenza che le stavano prestando.
"Molto spesso si tratta di parenti dei pazienti: agiscono di impulso, controllare e anticipare le loro mosse quando sono in preda all’attesa, all’angoscia, è davvero impossibile", continua De Palma.
Che aggiunge come siano mesi che "ci battiamo per soluzioni concrete: telecamere 24 ore su 24 che possano fare da deterrente agli episodi di violenza e ancora presidi delle forze dell’ordine impiegati sul posto a proteggere chi lavora".
"Le indagini che abbiamo portato avanti nel recente passato ci illustrano dati allarmanti sempre più in aumento: la violenza non sembra destinata ad arginarsi e non succederà se non mettiamo in atto azioni mirate a proteggere l’incolumità fisica e psicologica degli infermieri, tutelando la nostra categoria da gesti incomprensibili e mai giustificabili. In ogni luogo di lavoro, è il datore a essere responsabile della salute dei suoi dipendenti. Il datore di lavoro qui è lo Stato con le Regioni: e allora invece di parole a vuoto, si prospettino interventi mirati. Perché le pene esemplari, gli osservatori e i disegni di legge sono sì importanti, ma passano in secondo piano se non arginiamo il drammatico fenomeno sul nascere", conclude De Palma.
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