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Venerdì 22 MAGGIO 2020
Infermieri di famiglia. Smi: “Si preveda la possibilità di assumerli da parte del medico di famiglia”
Onotri: “Chiediamo che vengano investite risorse per quanto riguarda le attività di medicina generale per permettere l’assunzione d’infermieri e di personale di studio che, di cui la mancanza, secondo alcune stime, riguarda il 50% degli studi medici italiani”.
“Chiediamo che parte dei finanziamenti previsti dal Decreto Rilancio per l’assunzione degli infermieri vengono investiti nell’accordo collettivo nazionale per la medicina generale, nonché negli accordi integrativi regionali per permettere a medici di MG, che lavorano in gruppo o in equipe o in aree disagiate, di potere assumere gli infermieri e poter, così, offrire a loro pazienti un'assistenza territoriale integrata” così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani propone delle modifiche a quanto prevede il DL Rilancio in tema del cosiddetto infermiere di quartiere.
“Per la scarsità di risorse e d’investimenti sulla medicina generale – precisa - e per stipendi non congrui rispetto ai costi da sostenere, solo una piccola percentuale di medici, circa il 30%, ha avuto la possibilità di assumere un infermiere, a causa dei tetti di spesa previsti nell’accordo collettivo nazionale e in quelli regionali, che sono stanti sempre molto stringenti”.
“Per offrire – prosegue - un livello di assistenza integrato ai pazienti, chiediamo che vengano investite risorse per quanto riguarda le attività di medicina generale per permettere l’assunzione d’infermieri e di personale di studio che, di cui la mancanza, secondo alcune stime, riguarda il 50% degli studi medici italiani”.
“Il coronavirus ha reso più evidente la necessità di rafforzare la medicina generale e quella del territorio per garantire la salute degli italiani. Il DL Rilancio deve prevedere la possibilità che gli studi medici (in gruppo ed in equipe o posti in zone disagiate) possano assumere e, così, dotarsi della figura dell’infermiere di famiglia, che coadiuvi il medico in un percorso assistenziale, clinico, terapeutico per la presa in carico del paziente cronico sul territorio” conclude Onotri.
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