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17 MAGGIO 2020
Indicatori Fase2. Iss ribadisce: “Non sono delle pagelle”

L’istituto dopo la pubblicazione del primo report ribadisce quanto già detto ieri in un video messaggio dal presidente Brusaferro: “I dati riportati non possono e non debbono essere interpretati come una pagella e soprattutto vanno letti nel loro insieme come una fotografia della situazione e della capacità di risposta”

“Il modello di monitoraggio e valutazione del rischio COVID-19 in Fase 2 si basa su una serie di indicatori in grado di rilevare con elevata sensibilità modificazioni sia pur piccole negli andamenti epidemiologici nonché il livello di resilienza dei sistemi sanitari delle diverse regioni italiane. Si tratta di uno strumento importante, in quanto è necessario garantire la sicurezza dei cittadini in questa necessaria fase di rilancio delle attività economiche del Paese”. È quanto scrive in una nota l’Istituto superiore di sanità ribadendo quanto già affermato ieri dal Presidente Silvio Brusaferro.
 
“I dati riportati – ricorda l’Iss - non possono e non debbono essere interpretati come una pagella e soprattutto vanno letti nel loro insieme come una fotografia della situazione e della capacità di risposta”.
 
L’Iss poi precisa che “relativamente ai valori di Rt in regioni come Umbria e Molise, che restano aree del Paese a bassa incidenza di infezioni da Covid-19, anche piccole oscillazioni nei numeri, dovute verosimilmente ad un aumento dei tamponi eseguiti, possono comportare variazioni in singoli parametri particolarmente sensibili quali appunto l’Rt. Tali variazioni possono, paradossalmente, essere la conseguenza di un miglioramento della copertura dei sistemi di sorveglianza e pertanto segnalano la capacità dei Sistemi Sanitari Regionali di intercettare i casi e di adottare le misure adeguate per limitare la trasmissione del contagio”.
 
“In particolare – sottolinea l’Istituto - , quando il numero di casi è molto piccolo, alcune regioni possono andare temporaneamente sopra soglia (Rt maggiore di 1) a causa di piccoli focolai locali che finiscono per incidere sul totale regionale, senza che questo rappresenti un elemento preoccupante”.
 
“In questo senso – rimarca - vanno lette le informazioni ed eventuali situazioni analoghe che potrebbero verificarsi nelle prossime settimane in altri contesti regionali. Pertanto, il movimento di un singolo indicatore è un segnale che va interpretato con cautela in regioni comunque caratterizzate da un basso numero complessivo di casi”.

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