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Giovedì 14 MAGGIO 2020
Contratto dirigenza funzioni locali. Dopo 11 anni di attesa da Aran proposte inaccettabili
Gentile Direttore,
siamo i segretari di tre storiche Organizzazioni sindacali oggi riunite in FEDIRETS (Federazione Dirigenti e Direttivi Enti territoriali e Sanità), principale sindacato dell’Area dei dirigenti delle Funzioni locali. Rappresentiamo i circa 15.000 dirigenti pubblici, amministrativi, ingegneri tecnici, informatici, clinici, gestionali, avvocati, contabili, provveditori, economi, capi del personale, sociologi, statistici, analisti, dirigenti ambientali, comunicatori, responsabili delle polizie locali, responsabili di presidi territoriali sanitari o socio-sanitari, ecc., che si occupano della gestione delle aziende del SSN, delle agenzie per la protezione dell’ambiente (ARPA), degli Istituti zooprofilattici sperimentali (IZS), degli Istituti pubblici di assistenza e beneficenza (IPAB), delle Regioni e Province autonome, delle Province, delle Città metropolitane, dei Comuni, ivi inclusi i segretari generali, comunali e provinciali degli Enti locali.
E’ paradossale, ma siamo senza Contratto nazionale di lavoro da ben 11 anni, a differenza degli altri 3 milioni di dipendenti pubblici, ivi inclusi i 150.000 dirigenti dei Ministeri, della Scuola e Sanitari del SSN.
E’ avvilente, ma da quasi un anno abbiamo iniziato una trattativa, per il rinnovo contrattuale di un triennio già abbondantemente scaduto (2016-2018), che si sta rivelando inconcludente se non addirittura offensiva e lesiva della dignità professionale e personale della categoria che rappresentiamo. Nel corso dei mesi abbiamo presentato centinaia di proposte (219 la nostra Organizzazione senza contare quelle formulate dalle altre sigle che siedono al tavolo) e l’11 maggio scorso, dopo mesi di stallo “giustificati” dall’emergenza (mentre a livello europeo si concludono trattati delicatissimi in videoconferenza), ci è stato presentato un testo identico a quello di 6 mesi fa che non accoglie NESSUNA delle proposte di qualsiasi sigla sindacale.
E’ scandaloso dover constatare, soprattutto in questo momento storico in cui proprio la dirigenza che rappresentiamo ha dovuto affrontare, fra enormi difficoltà e nel silenzio totale, i più cruciali aspetti gestionali dell’emergenza sanitaria e sociale (assunzione del personale per la Sanità, approvvigionamento dei DPI, allestimento dei reparti COVID, erogazione di sussidi alla popolazione, ordine pubblico, controlli di sicurezza), che i datori di lavoro di Regioni, ivi incluso il SSN, ed Enti locali, considerano le Organizzazioni sindacali come un fastidio e i dirigenti dell’Area Funzioni Locali come coloro che si mettono di traverso alla logica della mera appartenenza politica che già tanti guasti ha fin qui provocato.
E’ umiliante che i datori di lavoro non abbiano avuto alcun riguardo per l’impegno reso in questa fase di emergenza da dirigenti che in prima linea, senza orari e senza risparmio, in condizioni caotiche e di rischio professionale, in presenza o da casa, e dovendo spesso fare i conti con il vuoto o la confusione della politica e delle istituzioni centrali, hanno dovuto garantire la sicurezza e l’ordine pubblico dentro e fuori gli ambienti di lavoro, l’approvvigionamento di dispositivi di protezione introvabili, il reclutamento di professionisti irreperibili, il funzionamento di apparecchiature salvavita, la logistica e la ristrutturazione di spazi e locali in tempo reale, la quotidiana straordinaria amministrazione, ecc.
E’ offensivo che in questo contesto la preoccupazione dei datori di lavoro trasfusa nella bozza presentata l’11 maggio – priva finanche della parte economica - sia stata solo quella rendere più facile il licenziamento, la revoca dell’incarico piuttosto che il procedimento disciplinare dei dirigenti delle funzioni tecnico amministrative di Regioni, Comuni, SSN e segretari comunali e provinciali. Solo per tale dirigenza vengono proposte norme che non hanno trovato invece alcuno spazio nei contratti dei dirigenti dei ministeri, della scuola e sanitari del SSN rinnovati nei mesi scorsi. Come se dei 15.000 dirigenti dell’Area Funzioni Locali la stragrande maggioranza fosse inetta ed incapace. O forse perché solo scomoda al politico di turno.
Siamo determinati a pretendere un CCNL che tuteli il nostro ruolo, valorizzi le capacità e le competenze presenti nei nostri dirigenti, contro ogni tentativo di precarizzare e dividere la nostra categoria.
Siamo convinti di essere una risorsa insostituibile, ancora di più di fronte alle sfide enormi che il nostro Paese ha davanti e che hanno bisogno del dirigente competente e non del dirigente aderente. Senza competenze vere ed esperienza concreta niente potrà andare bene.
Vorremmo che questo fosse un sentire comune e daremo battaglia perché ciò venga riconosciuto anche attraverso lo strumento contrattuale.
Elisa Petrone
FEDIR
Mario Sette
DIREL
Silvana De Paolis
DIRER-SIDIRSS
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