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Venerdì 24 APRILE 2020
Le Usca servono solo nella fase emergenziale
Gentile Direttore,
in qualità di Responsabile Nazionale della Continuità Assistenziale dello S.M.I., a riguardo delle U.S.C.A. vorrei condividere le parole ed il pensiero espresso del Presidente dell’Ordine di Avellino Dr. Francesco Sellitto che in merito sottolinea: “C’è tuttavia da chiarire un aspetto poiché sarebbe meglio che i medici impegnati nelle USCA (le unità mobili dotate di attrezzature e di personale medico dedicato alla gestione domiciliare dei pazienti in isolamento positivi al Coronavirus) svolgano quest’attività in via esclusiva, senza essere impegnati anche nelle Guardie Mediche, perché stando a diretto contatto con infetti c’è il rischio che anche i medici si contagino, esponendo a rischio contagio a loro volta i pazienti non affetti dal virus che poi visitano nei rispettivi turni di guardia medica ordinaria. Su questo aspetto c’è bisogno che l’Asl cambi strategia”.
Più volte il Sindacato Medici Italiani ha sensibilizzato la Regione Campania e la Task-Force da questa istituita su tale aspetto, non secondario, rispetto all’organizzazione, alla formazione ed alla messa in sicurezza delle stesse U.S.C.A. (D.P.I., mezzi sanificabili, aree di decontaminazione, stabili differenti da quelli della C.A. con percorsi differenti).
Tale necessità è legata alla priorità della messa in sicurezza sia dei medici che del territorio stesso in quanto, se fosse disattesa questa strategia, si rischierebbe di ricondurre nuovamente il contagio sul territorio con estensione della stessa pandemia da Covid-19.
Ci si augura che venga recepita tale indicazione non dettata altro che dalla scienza e dal buonsenso. Le USCA avranno un periodo limitato di attività strettamente legato alla necessità di risposta alla pandemia ed una volta che questa calamità sarà rientrata non avranno più modo di essere. Lo prevede lo stesso DL che le ha istituite, sono temporanee, anche se qualche sindacato vorrebbe trovare per la Continuità Assistenziale (C.A.) una nuova “fantastica collocazione” come “U.S.C.A. del domani” quasi come anello intermedio tra l’Assistenza Primaria ed il Servizio Emergenza-118.
Tale soluzione risulta essere non solo del tutto irricevibile ma anche in pieno contrasto con la Legge Balduzzi in quanto, alla luce del Ruolo Unico, la Continuità Assistenziale confluisce a pieno titolo nell’Assistenza Primaria. Si riflettesse su questo, invece, che inventare fantasiosi compiti per il domani per la Continuità Assistenziale che dal prossimo A.C.N. non esisterà più facendo spazio al ruolo unico all’interno delle istituende A.F.T. che al momento risultano essere formate dai soli medici di base in pieno dispregio alla predetta legge dello Stato.
Giovanni Senese
Responsabile Nazionale S.M.I Settore Continuità Assistenziale
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