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Martedì 21 APRILE 2020
Coronavirus. Napoli, Ospedale del mare, completati i primi 48 posti del Covid center
Al via da giovedì i primi ricoveri multispecialistici: non solo rianimazioni, ma soprattutto sub intensiva e cure per i pazienti che, oltre ad essere infetti, sono affetti da tumori, malattie croniche renali, ictus e infarti. Lo scoglio? La mancanza di personale. Intanto calano i contagi: in Campania casi per abitanti e decessi come in Germania. Oltre la media nazionale anche i tamponi effettuati in base alla platea dei contagiati
Sono stati completati e consegnati stamattina i lavori dell'Ospedale modulare Covid accanto all'Ospedale del Mare: su 72 posti letto di terapia intensiva progettati per pazienti affetti da Coronavirus non ci sono colo i 12 posti dotati di respiratori ma anche unità di degenza specializzate, per pazienti cardiopatici, oncologici e dializzati. L’accesso è mediato da una camera calda e da una zona di urgenza in cui sarà possibile fare il triage. Il grosso degli accessi sarà comunque per trasferimento da altri ospedali della rete che avranno bisogno di ospedalizzare pazienti dopo la verifica al tampone tramite le tende.
La struttura, costata circa 10 milioni di euro, è montata a fianco all'Ospedale del mare. Da stamane sono pronti i primi 48 posti poi saranno allestiti di volta in volta moduli da 6 posti in base alle necessità. Il progetto dei 120 posti letto di terapia intensiva in più da inserire nella rete campana sarà completato nei prossimi dieci giorni con altri 24 posti letto al S. Anna di Caserta e altrettanti al Ruggi di Salerno.
“Senza squilli di tromba - ha dichiarato il governatore Vincenzo De Luca - nasce una struttura ospedaliera di altissimo livello, con pazienti Covid collocati in un'area ospedaliera separata dal resto dell'ospedale. Una grande prova di efficienza: in 20 giorni è stato realizzato un ospedale vero, non un ospedale da campo. Si è alleggerita la tensione sulle terapie intensive negli ultimi giorni ma queste strutture servono per riprendere le attività ordinarie. Strutture specializzata per pazienti Covid dedicati a patologie cardiache, malati in dialisi e oncologici ma infetti. Siamo all’avanguardia in Italia - ha rimarcato il governatore e tra una settimana altri due moduli saranno montati a Caserta e a Salerno. Una prova di efficienza e capacità operativa. Qui arriveranno pazienti con diverse patologie”.
La concezione modulare allestita a fianco all’ospedale del Mare e agli ospedali di Salerno e Caserta consente una funzioinalità anche dal punto di vista della gestione clinica. “L’ospedale funziona - ha concluso De Luca - se è collocato vicino all’ospedale. Altrimenti come a Milano, in caso di emergenza, non si possono trasportare agevolmente i malati da una struttura all’altra passando dal pronto soccorso. Come Regione siamo a norma per le strutture ospedaliere dedicate al Covid e questo consente di evitare commistioni separando nettamente le attività nei due canali assistenziali”.
I primi 26 posti più 12 di terapia intensiva saranno in funzione dal prossimo giovedì. Le risposte assistenziali saranno come detto diversificate, dalla Cardiologia all'interventistica, dall’Oncologia alla Traumatologia. Dotato di una camera calda e di un pronto soccorso dedicato avrà a regime 12 posti di rianimazione, 12 di subintensiva, 6 di cardiologia, altrettanti di dialisi, 12 di onco-ematologia e infine 12+12 di degenza Covid generica. Già montata una Tac è ora in fase di allestimento una sala di emodinamica. Si parte da moduli di 6 posti fino ad arrivare a 36. Gli altri saranno allestiti secondo necessità.
Lo scoglio? La mancanza di personale: per gli infermieri saranno utilizzate temporaneamente 34 unità precarie (da stabilizzare con le leggi vigenti) altre 54 (a tempo definito) provengono da un avviso del Moscati sulla cui scia ci sono altri 37 Oss. Restano le incognite dei fabbisogni di Tecnici di radiologia e di altre figure e soprattutto specialisti di area medica e dell'urgenza, di cui la Asl è già carente. Si ipotizzano turni a rotazione dall'ospedale del mare. Ma la partita è aperta e si aspetta che il manager convochi i sindacati della dirigenza medica visti i malumori che già serpeggiano in ospedali, come il San Paolo, che hanno fatto funzionare le tende, ben gestito la fase dell'emergenza ma ora penalizzati dalla sottrazione di unità infermieristiche dirottate a Napoli est.
De Luca esagera un po' con il muro per chiudere in confini ma l’epidemia è fatta di numeri oltre che di Medicina. In questo momento l'indice di contagio a livello nazionale è 0,8 e quello della Campania è 0,76. La Campania è però partita con numeri bassissimi e, grazie alle tempestive restrizioni sociali, è riuscita a contenere il contagio. “Al nord, e in particolare in Lombardia, spiega Maria Triassi ordinario di epidemiologia e Igiene della Federico II - i numeri sono invece enormi. I decessi sono tanti perché si riferiscono alla situazione di 3-4 settimane fa che era drammatica. Per quanto riguarda i nuovi casi, ieri a livello nazionale l'incremento è stato del 2,07%. In Campania è stato un po' più basso: 1,65%. Dato interessante in questi giorni in Lombardia l'incremento è stato dell'1,65, esattamente come in Campania, in Emilia è stato 1,62. Dove l'incremento è stato ancora alto è il Piemonte 3,64 e l’Abruzzo con 4,13”. Sono insomma i grandi numeri a fare la differenza.
“La Lombardia ha avuto più di 60 mila casi e l'1,65% di 60 mila fa più di mille - avverte Nicola Fusco ordinario di matematica della Federico II, premio Caccioppoli, che con un algoritmo segue l’andamento dei contagi in Italia e in Europa - se hai 3.500 casi, l'1,65% fa curca 60. Ma la percentuale, quella che ti fa capire come sta andando la diffusione del contagio, è la stessa. Il problema delle Rsa? Probabilmente è comune in tutta Italia. Dal punto di vista epidemiologico l'epidemia però si sta spegnendo con la stessa velocità ma se siamo passati da un indice di contagiosità che all'inizio era quasi 3 a 0,8 questo è dovuto al fatto che abbiamo eliminato i contatti, non al fatto che il virus sia diventato meno contagioso”.
La Campania però conferma di aver ben gestito l’emergenza anche guardando ai numeri: ha quasi lo stesso indice di contagi della Germania e anche quasi lo stesso tasso di letalità da Coronavius: sulla base dei dati dei giorni scorsi la Germania ha 5,09 morti per centomila abitanti e la Campania 5,08. Per fare un raffronto il tasso di mortalità per centomila abitanti in Italia è 37,7, in Belgio 45,4 in Spagna 41,3, in Francia 26,3 in Gran Bretagna 21,9 negli Usa 11,3 e in Lombardia ben 117.
“Quanto ai tamponi - conclude Fusco - più che i valori assoluti rispetto alla popolazione conta il rapporto fra tamponi fatti e contagi nelle varie regioni italiane. Più alto e questo rapporto e maggiore è il numero dei tamponi fatti in relazione alle vere necessità”. In Lombardia il rapporto è 3,8 (cioè il numero dei tamponi fatti è stato appena 4 volte di più dei casi scoperti) in Emilia 5,35; Piemonte 4,38; Veneto 15,4; Toscana 11,9; Liguria 4,55; Trentino 8,75; Marche 6,7; Lazio 15,3; in Campania 11,1 (uno dei valori migliori con il Veneto e la Puglia che ha 11,5 e il Friuli 15). Bene anche Sicilia 17,2; Abruzzo 10,4; Umbria 17,1; Sardegna 11,3, Calabria 21,8; Basilicata 16,9; Molise 11,45. Ieri in Italia sono stati fatti il 7% di tamponi in meno, ma trovando lo stesso numero di nuovi casi in più. Abbiamo avuto poi un po' meno di morti e di guariti e quindi come conseguenza 800 malati attivi in più contro i 350 in più di ieri. L’ultimo aggiornamento di ieri dava per la Campania un totale di positivi di 4.074 (totale tamponi: 51.090) di cui 309 deceduti e 746 guariti (di cui 631 totalmente guariti e 115 clinicamente guariti) per cui nel bilancio tra pazienti attività, deceduti e guariti è iniziata la discesa dei casi attivi (capaci di perpetuare i contagi) dopo il picco dell’epidemia in Campania.
Ettore Mautone
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