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Martedì 21 APRILE 2020
Buone pratiche per accertamento autoptico casi Covid-19. Le linee guide dei medici legali e degli anatomopatologi
In un documento stilato dalla Società scientifica Colmas e dalla Siapec-Iap, le raccomandazioni per aiutare professionisti sanitari, personale obitoriale, medici legali e anatomo-patologi a gestire le attività di riscontro diagnostico in sicurezza e le autopsie in casi Covid positivi in obitori adeguati per l’effettuazione di accertamenti necroscopici HG3 (Hazard Group 3). IL DOCUMENTO
Definire procedure ottimali per la gestione di attività sensibili al contenimento della diffusione del Virus, elaborare uno strumento metodologico per consentire agli Operatori sanitari di svolgere in sicurezza le attività autoptiche e di riscontro diagnostico nei casi di Covid -19 sospetta, probabile o confermata e parallelamente offrire un contributo ai fini dell’accertamento delle cause di decesso, tema di grande rilevanza anche a fini epidemiologici.
Questi gli obiettivi del documento “Infezione respiratoria da Covid-19. Autopsia e riscontro diagnostico” stilato, già nel mese di marzo, dalla Società scientifica Colmas, che rappresenta i Medici legali del Ssn, in collaborazione con la Siapec-Iap, la Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica (Divisione Italiana della International Academy Of Pathology) con il coinvolgimento di alcuni tra i maggiori esperti in materia che hanno validato la procedura in aderenza alle più recenti evidenze scientifiche.
Il Documento, che vede come autore capofila Vittorio Fineschi della Università Sapienza di Roma, è stato inviata al Ministro della salute, Roberto Speranza, ad Angelo Borrelli Capo Dipartimento della Protezione Civile, al presidente Dell’Iss Silvio Brusaferro ed infine ad Agenas che sta raccogliendo tutte le Buone Pratiche adottate dalle Società Scientifiche nell’ambito della lotta alla pandemia.
“La Buona Pratica, condivisa da Comlas e Siapec-Iap – ha spiegato il Presidente della Comlas Massimo Martelloni – è intervenuta in un ambito complesso in considerazione delle scarse conoscenze ed evidenze scientifiche sull’infezione da sars-CoV-2, proponendo di procedere sistematicamente alla gestione autoptica dei casi Covid-19, siano essi sospetti, probabili o confermati, accolti presso le strutture obitoriali a seguito di richiesta di riscontro diagnostico”.
Le raccomandazioni espresse nel documento sono state elaborate per aiutare i professionisti sanitari e il personale obitoriale, medici legali e anatomo-patologi, a gestire in maniera appropriata i possibili decessi per Covid-19, dando consigli sui possibili rischi e sulle misure preventive da adottare ed indicazioni circa l’investigazione post-mortem dei casi sospetti, probabili o confermati di Covid-19. Una tematica di estrema attualità se, come affermato dal Direttore del Robert Koch Institut di Berlino, il ritardo nelle esecuzione delle autopsie in Germania potrebbe essere una delle motivazioni del dato anormalmente basso di decessi registrati in quel Paese.
Lo scopo della procedura operativa è, pertanto, quello di indicare il percorso di gestione delle salme dei casi sospetti o confermati di Covid-19 al fine di contenere al minimo il rischio di contaminazione ambientale e il contagio di altri utenti e degli operatori sanitari coinvolti in tale processo.
In questa prospettiva, il documento è teso quindi a raccomandare: la preparazione di procedure operative standard (Sop) per il contenimento del rischio infettivo; le condotte adeguate per l’effettuazione di attività e manovre rischiose in corso di accertamenti autoptici su casi di infezione da Sars-CoV-2; i dispositivi di protezione individuale (DPI) per la pratica quotidiana; i percorsi di valutazione ottimali per la diagnosi di infezione da Sars-CoV-2 Dai dati che stanno emergendo vi sono numerose conferme sulla complessità della Infezione da Covid-19 utili non solo ai fini diagnostici.
“L’esistenza di obitori adeguati allo scopo rappresenta da tempo un obiettivo della Società Scientifica Comlas – prosegue Martelloni – i cui aderenti hanno lavorato negli anni per dare un contributo al funzionamento qualitativo del Ssn in una comune ottica di Governo Clinico dove il riscontro diagnostico è anche una forma di audit condiviso con gli operatori interessati e con le famiglie del deceduto che come disposto dalla Legge Gelli-Bianco(art. 4, comma 4, legge 24/2017) possono far seguire l’autopsia ad un proprio medico”.
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