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Sabato 18 APRILE 2020
Coronavirus e MES. Solinas (Sardegna): “L’Europa dei popoli e delle regioni sia federalista e solidarista”
Lo ha sostenuto il governatore rispondendo a Quotidiano Sanità sul Mes. “Noi crediamo che l’Europa non possa essere l’Europa della tecnocrazia, delle burocrazie, delle banche. Mi chiedo dove sia la solidarietà tra Stati, in un meccanismo che tende a mettere in difficoltà chiunque vi faccia ricorso”. Il presidente chiarisce che la Sardegna si trova in Fase 1 e che la fase 2 sarà da programmare con cautela, nell’auspicio che la Sardegna possa essere la prima regione Covid-free d’Italia, e magari d’Europa”.
“Noi crediamo che, lo abbiamo sempre sostenuto, l’Europa non possa essere l’Europa della tecnocrazia, delle burocrazie, delle banche. Ma pensiamo debba invece essere il sogno di una Europa dei popoli, delle regioni, delle etnie, impostata su base federalista e solidarista”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, rispondendo a Quotidiano Sanità durante la consueta videoconferenza con la stampa volta ad illustrare gli aggiornamenti sulla situazione Covid-19.
In merito al dibattito acceso di queste ore sul bisogno o no del fondo salva-Stati, che vedrebbe coinvolgere la Sanità, il nostro giornale ha chiesto al Governatore “come valuta l’importanza o la imprescindibilità del meccanismo europeo di stabilità (MES) in una regione, come la Sardegna, in una Europa che dovrebbe essere l’Europa delle regioni, l’Europa dei popoli”.
Solinas ha puntualizzato proseguendo: “Mi chiedo dove sia la solidarietà tra Stati, in un meccanismo che tende a mettere in difficoltà chiunque vi faccia ricorso. Il grande tema di questa epidemia è che, o il sistema pubblico si farà carico di una quota del debito privato, accumulato dalle imprese che hanno perso in questi mesi possibilità di produzione e di creare valore, e quindi per un fattore completamente indipendente dalla loro volontà si sono trovate con una contrazione violenta del fatturato e con un accumulo di debito. E questo debito va gestito in maniera unitaria. Non si può pensare che le imprese se ne facciano carico da sole”.
“Io credo che l’unica via da questo punto di vista – dice il Capo di Giunta -, come ha affermato in una intervista Mario Draghi qualche settimana fa, che dovrebbe entrare nell’ottica, è che per i prossimi anni ci sarà, in tutti i Paesi, un debito pubblico maggiorato; e questa esigenza di abituarci a questa realtà servirà principalmente a riassorbire una quota del debito privato delle aziende nel debito pubblico, per poter consentire all’economia di ripartire, alle imprese di fare il loro mestiere, creare valore e occupazione, e benessere pubblico”.
Nel proseguire il dibattito con i giornalisti, relativamente alla richiesta di alcune anticipazioni sulla Fase 2 del coronavirus, Solinas commenta che “sulla suddetta fase c’è poi un ragionamento che sta interessando tutto il Paese, e sta interessando la Sardegna in un confronto che vede guardare con attenzione l’appello fatto da oltre 150 accademici di tutta Italia che propongono alcune vie di sicuro interesse”.
In proposito il Governatore non si sbilancia ma bensì precisa: “Vorrei però dire con estrema chiarezza che noi ancora siamo nella Fase 1, e dobbiamo stringere i denti, tenere con fermezza per ancora qualche tempo le misure adottate, perché stiamo vedendo, stanno dando i risultati attesi. Hanno schiacciato la curva dei contagi, hanno consentito alla Sardegna di non avere una diffusione dell’epidemia com’è stato in altre regioni.
Quello che dunque dobbiamo fare - conclude il Capo di Giunta -, è avere consapevolezza che siamo nella fase 1 e che dobbiamo programmare la fase 2 con cautela, perché il peggio che potrebbe capitare è che riparta una emergenza di questa portata. Siamo infatti convinti che saremo in grado di mantenere questa disciplina, questa responsabilità, e che la Sardegna potrà essere la prima regione Covid-free d’Italia, e spero d’Europa, così da far ripartire il nostro tessuto economico produttivo e poter restituire la maggiore libertà possibile a tutti i cittadini”.
Elisabetta Caredda
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