quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 12 APRILE 2012
Pillola dei 5 giorni dopo. Per i parlamentari "per la vita" è abortiva. "Ritiratela dal commercio"

La denuncia dell'associazione parlamentare in un'interrogazione che sarà presentata al ministro Balduzzi per richiederne la sospensione dalla vendita. Per i parlamentari la pillola sarebbe in contrasto con la legge 194 e con la legge 405. Ma l'Ema definisce il farmaco "contraccetivo d'emergenza"

Il contraccettivo di emergenza Ellaone, la cosiddetta pillola dei cinque giorni dopo, in vendita anche nelle farmacie italiane dallo scorso 2 aprile, è ''potenzialmente abortiva''. Questa la denuncia avanzata dall'associazione parlamentare 'Intergruppo per il valore della vita', che conta tra le sue fila 85 esponenti di tutti i gruppi politici. Un'interrogazione al ministro della Salute, Renato Balduzzi ed un esposto all'Antitrust sono stati annunciati in una conferenza stampa bipartisan promossa oggi, dal senatore del Pdl Stefano De Lillo.

Secondo quanto sostenuto dai parlamentari il nuovo contraccettivo di emergenza, sarebbe in contrasto con la legislazione italiana vigente: per la precisione, "è in contrasto con la legge 194, che è a tutela della maternità - ha spiegato De Lillo - ed è in contrasto anche con la legge 405 sui consultori ed a tutela del prodotto del concepimento".
"EllaOne – ha sottolineato il senatore Pdl – è in vendita come contraccettivo di emergenza ma in realtà questa pillola è potenzialmente abortiva poichè impedisce all'eventuale embrione di annidarsi in utero e agisce, in pratica, uccidendolo". "Chiediamo quindi al ministro della Salute, Renato Balduzzi – ha aggiunto – che venga data a tutte le donne una conoscenza esatta del meccanismo di funzionamento di tale farmaco; un anticoncezionale deve infatti intervenire prima del concepimento mentre i dati dimostrano che ellaOne può intervenire anche a concepimento avvenuto''.
Secondo De Lillo un utilizzo indiscriminato di questa pillola potrebbe nuocere non solo il concepito, "ma a lungo andare potrebbe causare serissimi danni alla salute anche delle stesse donne, specie alle più giovani".
Per questi motivi il senatore ha annunciato la presentazione di un esposto all'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato ''affinchè venga data una corretta informazione alle donne che volessero utilizzare tale farmaco''.

Per spiegare i potenziali effetti abortivi della pillola dei 5 giorni dopo è intervenuto Bruno Mozzanega, ginecologo alla clinica ostetrica universitaria di Padova. "Dal punto di vista molecolare, ellaOne è del tutto simile alla RU486 – ha detto – quanto riportato nel bugiardino del farmaco è del tutto inesatto e non esaustivo. La pillola viene presentata come un anti-ovulatorio, mentre in realtà, in qualunque momento del ciclo mestruale viene assunta, compromette irreparabilmente l'endometrio rendendolo del tutto inadeguato all'annidamento dell'embrione". "Quindi succede questo – ha proseguito Mozzanega – la donna prevalentamente ovula e può concepire, ma il figlio non trova il terreno fertile in cui annidarsi".
Infine, per dar forza alla sua tesi il ginecologo è ricorso ad un esempio pratico: "Se immaginiamo un rapporto sessuale non protetto che avvenga il giorno prima dell'ovulazione, con il concepimento entro le successive 24 ore (e quindi 48 ore dopo il rapporto), appare del tutto infondato invocare un azione anti-ovulatoria e anti-concezionale per un farmaco assunto fino a 5 giorni dal rapporto e quindi 3 giorni dopo il concepimento: si avrà, infatti, esclusivamente un'azione anti-annidamento". 
 
Giovanni Rodriquez

© RIPRODUZIONE RISERVATA