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Mercoledì 08 APRILE 2020
Coronavirus. La Tac al torace non basta per la diagnosi. Lo rivela lo studio della Sapienza e del S. Andrea di Roma
Pubblicata su Radiology, la ricerca, condotta tra il 4 e il 19 marzo su 158 pazienti, ha evidenziato come a fronte di un’alta sensibilità, la Tac al torace dimostri ancora una bassa specificità. Nel dettaglio, la Tac ha un’altissima probabilità di individuare correttamente un individuo malato di polmonite interstiziale (97%), ma una bassa probabilità di caratterizzare la polmonite come dovuta a COVID-19 (56%).
La Tac al torace non basta. Allo stato attuale resta insostituibile il valore diagnostico del tampone e del test del siero. Questa la conclusione del primo studio prospettico su casistica italiana portato a termine dal prof. Andrea Laghi (ordinario presso l’Università Sapienza, Direttore della UOC di Radiologia del Sant'Andrea e componente del CSS), dal dott. Damiano Caruso e dai radiologi dell’AOU Sant’Andrea di Roma, col sostegno della Direzione aziendale che nell'attività di analisi e ricerca vede la chiave di volta per ottimizzare la risposta clinica/organizzativa alla situazione emergenziale.
La ricerca, condotta tra il 4 e il 19 marzo su 158 pazienti, ha valutato la performance della Tac al torace quale strumento diagnostico per individuare pazienti affetti da COVID-19, evidenziando come a fronte di un’alta sensibilità, la Tac al torace dimostri ancora una bassa specificità. Secondo i dati riportati da Laghi sull’autorevole rivista scientifica americana del settore, Radiology, la Tac ha un’altissima probabilità di individuare correttamente un individuo malato di polmonite interstiziale (97%), ma una bassa probabilità di caratterizzare la polmonite come dovuta a COVID-19 (56%). “Ciò – spiega in una nota Laghi – è dovuto al fatto che la Tac (meglio della radiografia al torace) individua i segni di una polmonite interstiziale, ma quest’ultimi non sono specifici della malattia COVID-19, potendo essere anche associabili ad altre tipologie di polmoniti”.
Resta “indubbio”, si precisa nella nota diramata dall’Ao S. Andrea, “il valore prognostico della Tomografia, grazie alla quale si riesce a valutare al meglio il coinvolgimento dei polmoni nella malattia e ad indirizzare verso il più appropriato trattamento terapeutico. Ancora debole, invece, il suo valore diagnostico, almeno fin quando – e le intelligenze artificiali potranno essere d’aiuto in tal senso – non individueremo dei segni, rilevabili dalla Tac, specifici, distintivi e univocamente associabili al COVID-19”.
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