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Giovedì 02 APRILE 2020
Coronavirus. “Restituire centralità al Ssn”. M5S rompe il tabù e propone riforma del Titolo V

La proposta di riforma costituzionale è firmata da tutto il Gruppo M5S al Senato e punta a modificare l'articolo 117 prevedendo che spetti alla legge dello Stato stabilire non più i soli "princìpi fondamentali", bensì porre la disciplina funzionale. Viene quindi aggiunta una lettera s)-bis al secondo comma dell'articolo 117, inserendo così la "tutela della salute" tra le materie sulle quali lo Stato ha legislazione esclusiva. Di conseguenza, la parola "tutela della salute" viene soppressa al terzo comma, ossia tra le materie a legislazione concorrente tra Stato e Regioni. IL TESTO

Modificare in maniera significativa l'attuale Titolo V in modo di attribuire allo Stato un ruolo più ampio nella tutela della salute, restringendo di conseguenza l'area della legislazione concorrente con le Regioni. Questo l'obiettivo del Disegno di legge depositato al Senato dal Movimento 5 Stelle, a prima firma Paola Taverna.

L'iniziativa legislativa dei 5 Stelle sembra sulla stessa lunghezza d'onda rispetto a quanto dichiarato oggi dal numero 2 del Pd, Andrea Orlando, in un'intervista a La Stampa. Più in particolare, il provvedimento firmato da tutto il Gruppo M5S punta a modificare l'articolo 117 della Costituzione prevedendo che spetti alla legge dello Stato non più stabilire i solo "princìpi fondamentali", bensì porre la disciplina funzionale.

 

Viene quindi aggiunta una lettera s)-bis al secondo comma dell'articolo 117, inserendo così la "tutela della salute" tra le materie sulle quali lo Stato ha legislazione esclusiva. Di conseguenza, sempre la parola "tutela della salute" viene soppressa al terzo comma, ossia tra le materie a legislazione concorrente tra Stato e Regioni.

 
"Occorre restituire centralità e unitarietà al Sistema sanitario nazionale al fine di recuperare una visione di insieme, superando così l'attuale frammentazione in cui versano i servizi sanitari regionali", si legge nella relazione illustrativa che accompagna il provvedimento.
 
Lo spunto per la presentazione di questo Disegno di legge viene proprio dall'emeergenza che il Paese sta vivendo a causa dell'epidemia di Covid-19. "La preoccupante fotografia del nostro sistema sanitario si tinge di drammaticità in questo momento in cui il nostro Servizio Sanitario si sta trovando ad affrontare un’inedita emergenza sanitaria causata dalla violenta diffusione del Covid-19, che l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito come 'pandemia'. All’esplodere dell’epidemia, infatti, i reparti direttamente collegati all’area dell’emergenza disponevano di circa 5000 posti letto di terapia intensiva (8,42 per 100.000 ab.)", si legge nella relazione.
 
"Secondo l’Oms questo numero è il frutto di una drastica riduzione operata negli anni: dal 1997 al 2015, il nostro Paese ha progressivamente dimezzato i posti letto per i casi acuti e la terapia intensiva, passati da 575 ogni 100 mila abitanti ai 275 attuali. Un calo del 51% che ci porta in fondo alla classifica europea. Anche in questo caso rimarchevoli sono le differenze territoriali (Campania 506, Sardegna 123, Toscana 447, Lombardia 900, Calabria 141, etc..). Adesso si impone al legislatore una seria riflessione che parta dal presupposto che le misure emergenziali siano affiancate da una improcastinabile revisione del Servizio sanitario nazionale. Tale revisione non può, stante le criticità qui brevemente delineate, che prendere avvio da una modifica costituzionale che riporti la competenza in materia di tutela della salute in capo esclusivo dello Stato".
 
"Si ritiene, infatti, che solo in questo modo potrà tornarsi a garantire la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale, ma anche – ed è ciò che più conta - una migliore equità nell'erogazione delle prestazioni. Con una regia nazionale il servizio pubblico sanitario potrà maggiormente rispondere ai princìpi di universalità, di uguaglianza e di globalità degli interventi in osservanza e ottemperanza del dettato costituzionale". 

 

Giovanni Rodriquez

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