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Sabato 28 MARZO 2020
Coronavirus. Rasi (Ema): “Per il vaccino, se tutto va bene, tra 10 e 12 mesi potremo avviare le prime somministrazioni alle categorie più esposte”. E sulle sperimentazioni “manca coordinamento europeo”
Il direttore esecutivo dell'Agenzia europea dei medicinali ha fatto il punto sulla ricerca di terapie e vaccini per la Covid intervenendo questa mattina ai microfoni dell'Associazione Luca Coscioni. Rasi ha informato che sono iniziate “alcune prime somministrazioni su volontari sani e che questo significa che, se tutto va bene, tra 10-12 mesi potremmo avere le prime popolazioni ad alto rischio e le categorie più esposte (operatori sanitari, forze dell’ordine, ecc.) che potrebbero iniziare la sperimentazione”.
“Un vaccino per il coronavirus è molto difficile da realizzare. Ce lo dicono anche le esperienze passate di ricerca di vaccini per altri coronavirus che hanno presentato nelle fasi iniziali alti livelli di tossicità nelle sperimentazioni animali. Ma ovviamente la ricerca va avanti e oggi abbiamo una cinquantina di proposte di vaccino per la Covid. Ma, come dicevo non sarà facile”, lo ha chiarito oggi il direttore esecutivo di Ema Guido Rasi intervenendo in collegamento video nel corso dell’appuntamento settimanale in diretta ogni sabato dalle 10 alle 13 sulla pagina Facebook e Youtube dell’Associazione Luca Coscioni, intitolato “Coronavirus Scienza e Diritti, affrontare l’emergenza, preparare il futuro”, condotto dai vertici dell’associazione Marco Cappato, Filomena Gallo, Marco Perduca e il Prof. Michele De Luca..
Rasi ha poi informato che sono iniziate “alcune prime somministrazioni su volontari sani”. “Questo significa che, se tutto va bene, - ha detto ancora Rasi –tra 10-12 mesi potremmo avere le prime popolazioni ad alto rischio e le categorie più esposte (operatori sanitari, forze dell’ordine, ecc.) che potrebbero iniziare la sperimentazione”.
Per quanto riguarda invece la ricerca di nuove terapie, Rasi ha ricordato che al momento sono in corso diverse sperimentazioni su prodotti off label, registrati per altre indicazioni terapeutiche, lamentando in proposito la mancanza di una autorizzazione unica europea (che non è nei poteri di Ema) con il risultato di una dispersione di sperimentazione e “con i 27 paesi europei che seguono ognuno la propria strada”.
"Tutto ciò che è innovativo deve passare dall’Ema, ma al momento - ha detto Rasi - mancando nuovi farmaci specifici per il Covid dobbiamo sperimentare quelli già esistenti e adottati per la cura di altre patologie, ma stiamo cercando anche di valutare ciò che arriva di nuovo e ad oggi abbiamo sul tavolo 20 richieste di farmaci potenzialmente utili per la Covid e almeno una decina di altre proposte al girono ma a un livello di ricerca poco avanzata".
"Le novità più importanti e interessanti nel campo della ricerca vengono spesso dai giovani pieni di talento ma scarsi di mezzi, per questo abbiamo attivato per loro un task force di aiuto, mettendo a disposizione circa 500 nostri esperti in grado di attivarsi nel giro di 24/48 ore per valutare i risultati che ci arrivano dalle università o da piccoli centri di ricerca. La nostra idea è di prenderli per mano per portarli ai risultati. Per i campioni della ricerca l’importante non è la quantità ma la qualità dei dati", ha concluso Rasi.
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