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Lunedì 16 MARZO 2020
Coronavirus. Anaao a Bonaccini: “Tamponi subito ai medici e a tutto il personale sanitario in prima linea”
Il sindacato chiede al presidente della Regione di garantire da subito il controllo dei medici e del personale sanitario. “Abbiamo assistito in questi giorni a troppi indugi ed incertezze che non possono più essere tollerati”. Depositato un esposto all’Ispettorato del lavoro e di Procura della Repubblica affinché le autorità vigilino sulla tutela della salute degli operatori sanitari.
“Il Governatore Stefano Bonaccini, garantisca da subito il controllo dei medici e del personale sanitario in prima linea negli ospedali dell'Emilia Romagna e nel territorio con la esecuzione agli stessi dei tamponi senza se e senza ma. Abbiamo assistito in questi giorni a troppi indugi ed incertezze che non possono più essere tollerati”.
È quanto scrive in una nota l’Anaao Assomed Emilia Romagna che ha annunciato di aver depositato un esposto all’Ispettorato del lavoro e alla Procura della Repubblica affinché le autorità vigilino sulla tutela della salute degli operatori sanitari.
“Il combinato disposto assenza o carenza di Dispositivi Individuali di Protezione (DIP) nei nostri ospedali e sul territorio – denuncia il sindacato - , in particolare maschere FFP2 e FFP3, con la irresponsabile (art. 7 del D.L. 9 marzo 2020 n. 14) pretesa dalla Regione Emilia Romagna sul rientro al lavoro del personale sanitario asintomatico in isolamento fiduciario domiciliare e il mantenimento in servizio dei “contatti stretti” asintomatici, senza prevedere almeno un isolamento fiduciario di 3 o 4 giorni con esecuzione di tampone dirimente (positivo/negativo) alla 72esima ora prima di farlo rientrare in servizio attivo, rischia di creare una paradossale condizione di diffusione del contagio tra gli operatori sanitari ed i cittadini utenti all’interno degli ospedali”.
La carenza di dispositivi medici ha quindi spiento il sindacato a depositare un esposto in procura: “Come più volte detto, i sempre più frequenti contagi tra i Medici (e tutti gli operatori della sanità) rischiano di svuotare gli ospedali di professionisti. Ad oggi abbiamo contato un numero considerevole di medici tra infetti, ricoverati e in rianimazione. Ma i numeri crescono ogni giorno. Chi rimarrà a curare la popolazione. Inoltre un professionista contagiato può essere vettore di infezione e diffondere il COVID¬‐19 tra i pazienti. Basta richieste di protezione, che si indaghi”.
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