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Lunedì 02 APRILE 2012
Dispositivi medici. Rimondi (Assobiomedica): “Sicurezza prodotti non è a costo zero”
Questo l’ammonimento alle Regioni lanciato dal presidente di Assobiomedica nel corso di un convegno all'Iss. Il riferimento al ritardo dei pagamenti da parte delle Asl, ma anche i costi standard che, se fatti "al ribasso", mettono a rischio "la qualità dei prodotti e l’innovazione tecnologica”.
“Pensare che la sicurezza e la qualità dei prodotti possa essere garantita a costo zero è un’utopia. Le prime a doversi rendere conto di questo sono le Regioni, se infatti il processo di standardizzazione dei costi seguirà solo il criterio del prezzo al ribasso, si minerà il lavoro fatto dalle aziende su innovazione e sicurezza”. Con queste parole il presidente di Assobiomedica, Stefano Rimondi, è intervenuto al convegno “Qualità e sicurezza dei dispositivi medici”, organizzato questa mattina a Roma dall’Istituto superiore di sanità.
Rimondi è tornato a denunciare anche il ritardo dei pagamenti alle aziende da parte delle Regioni. “E' un tema delicato - ha sottolineato il presidente di Assobiomedica – perché, per sopravvivere, le aziende produttrici si vedono costrette a spostare l’allocazione di fondi sugli oneri finanziari, invece che investire in ricerca e sicurezza”.
Il presidente dell’Iss, Enrico Garaci, che ha aperto la giornata di lavori, ha innanzitutto evidenziato come il settore oggetto di discussione sia non solo “importantissimo per la salute pubblica”, ma anche quello che ha fatto registrare negli ultimi anni “le maggiori innovazioni in ambito tecnologico”. “Diventa dunque fondamentale - ha spiegato Garaci - monitorare con attenzione questi nuovi dispositivi per garantire la salute dei pazienti", ma anche farlo in tempi relativamente bervi per "stare al passo con l’innovazione", senza rallentarla per questioni burocratiche.
Riguardo agli incidenti registrati negli ultimi mesi, ed in particolar modo riferendosi al caso delle protesi mammarie Pip, Garaci ha voluto sottolineare come questi prodotti non siano di fabbricazione italiana, ma piuttosto il frutto di una “globalizzazione dei mercati che ci pone di fronte ad un problema ulteriore di controllo e vigilanza”.
Proprio sul tema della vigilanza è intervenuta Marcella Marletta, Direttore generale della direzione generale dei dispositivi medici del Ministero della Salute, che ha evidenziato come “i nostri sistemi di vigilanza sono di altissimo livello e saranno presi a modello da altri Stati. Su questo argomento, rispetto a molti altri Paesi, siamo 15 anni avanti”. Tornando poi sul problema riguardante le Regioni e, più in generale, la sostenibilità del sistema, Marletta ha definito “superata” la politica della ricerca del prezzo al ribasso. “In questo modo - ha spiegato - non si tutelano innovazione e sicurezza, e, soprattutto, non si ottiene negli anni neanche quel risparmio economico ricercato”. In questo senso le Regioni sono chiamante a “mettere in piedi un sistema che a riesca ad ottenere il prezzo migliore nella piena tutela dell’innovazione da parte delle aziende, e della sicurezza dei pazienti”. Riguardo poi i ritardi dei pagamenti da parte delle Regioni, "il ministro Balduzzi - ha annunciato Marletta - ha avviato un’indagine sul territorio per monitorare la situazione, a quel punto verrà studiato un provvedimento ad hoc”.
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