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Giovedì 05 MARZO 2020
Coronavirus. Cisl Medici Lazio e Roma: “Regione valuti sospensione delle prestazioni ambulatoriali specialistiche non urgenti”
La richiesta del segretario regionale Luciano Cifaldi e provincia Roma/Rieti Benedetto Magliozzi allo scopo di limitare i contatti e dunque le possibilità di trasmissione del virus in assenza. Per la Cisl Medici “la non ubiquitaria presenza di adeguate zone filtro e la aumentata esigenza di garantire le adeguate forniture di DPI agli operatori” potrebbe suggerire di valutare anche la possibilità di “non consentire altresì l’ingresso in ospedale fino ad almeno 30 minuti prima dell’orario di appuntamento per la prestazione”, evitando "promiscui affollamenti nelle sale di attesa”.
“Allo scopo di limitare il rischio di possibile contagio tra paziente ed operatori sanitari e personale amministrativo di front office, la Cisl Medici Lazio chiede all’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, dott. Alessio D’Amato, di valutare la possibilità di sospendere temporaneamente le prestazioni ambulatoriali specialistiche ritenute non urgenti sia a livello ospedaliero che territoriale”. Lo chiedono, in una nota, Luciano Cifaldi, segretario generale della Cisl Medici Lazio e Benedetto Magliozzi, segretario generale della Cisl Medici Roma Capitale/Rieti.
Per Cifaldi e Magliozzi, “la non ubiquitaria presenza di adeguate zone filtro e la aumentata esigenza di garantire le adeguate forniture di DPI agli operatori potrebbe suggerire di valutare anche la possibilità di non consentire altresì l’ingresso in ospedale fino ad almeno 30 minuti prima dell’orario di appuntamento per la prestazione e ciò allo scopo di ridurre i contatti fonte di potenziale contagio evitando promiscui affollamenti nelle sale di attesa di persone che seppure asintomatiche potrebbero essere in fase di incubazione”.
"Se ha un senso sospendere le attività scolastiche, congressuali, ludiche, dei cinema e dei teatri - argomentano i sindacalisti - allora potrebbe avere un senso valutare la possibilità di rinviare le visite ambulatoriali differibili evitando di mantenere le persone a stretto contatto in ambienti spesso angusti. Tutto ciò premesso continueremo a svolgere in pieno la nostra attività lavorativa”.
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