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Mercoledì 28 MARZO 2012
Chirurgia plastica al seno. La Francia apre al lipofilling, ma i medici italiani invitano alla cautela

Non tanto perché l’intervento potrebbe essere pericoloso, visto che il rischio sembra essere molto basso se la procedura è condotta da medici specialisti, quanto più per i risultati estetici non ancora provati. Gli esperti: “Stiamo attendendo studi clinici, ma ci vorrà tempo per conclusioni definitive”.

Molte donne nella vita hanno pensato che avrebbero preferito avere un po’ meno grasso sulla pancia e sui fianchi e un décolleté un po’ più prosperoso, e in effetti esistono degli interventi di chirurgia plastica che fanno proprio questo: si chiamano operazioni di lipofilling del seno o lipostruttura e da qualche anno stanno prendendo piede anche in Italia. Oggi – dopo lo scandalo delle protesi Pip – la Société française de chirurgie plastique, reconstructrice et esthétique (Sofcpre) ha espresso un parere favorevole verso questo tipo di intervento. Ma le società scientifiche italiane invitano alla cautela: “Non esistono ancora dati verificati sui risultati estetici”.
 
Nel corso del suo ultimo Congresso Nazionale,Sofcpre ha infatti affermato che "la tecnica di trasferimento di grasso nelle mammelle è attualmente una tecnica cui va riconosciuta grande efficacia" e l'ha indicata come "eventuale alternativa all'utilizzo delle tradizionali protesi", pur suggerendo un attento monitoraggio dei casi trattati. “Fino a oggi la società francese si era mostrata piuttosto scettica sull'auto-trapianto di grasso per l'aumento delle mammelle, mentre oggi rivede la sua posizione”, ha spiegato Giovanni Botti, presidente dell'Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica.
Ma in seguito allo scandalo Pip, quello delle protesi riempite con silicone industriale dalla francese Poly Implant Prothése, i timori delle pazienti verso gli interventi per l'aumento del seno sono aumentati. “È stato probabilmente questo – ha aggiunto Botti – a spingere i medici a riconsiderare le soluzioni esistenti e a orientarsi anche verso tecniche alternative per aumentare il volume del seno o correggere eventuali asimmetrie: fra queste la più convincente si è rivelata il trasferimento di grasso”. 
L'intervento di lipostruttura delle mammelle presenta diversi aspetti vantaggiosi: anzitutto non si tratta di impiantare un corpo esterno, pur biocompatibile, come avviene con le protesi. Quindi non c'è rischio di rigetto o di contrazione capsulare. Inoltre non comporta cicatrici, in quanto il grasso, opportunamente trattato dopo il suo prelievo da altre parti del corpo, viene iniettato con delle punture e i fori scompaiono in breve tempo senza lasciare traccia. Anche il decorso è molto più soft rispetto all'inserimento di una protesi. “Occorre però che il trattamento sia praticato in modo conforme ai dati e ai protocolli verificati della scienza e che sia realizzato in ambiente chirurgico, da un chirurgo plastico o da un chirurgo formato specificamente per eseguire questa procedura”, ha voluto sottolineare Botti. “La pratica di questa tecnica al di fuori di questo quadro chirurgico deve essere considerata pericolosa per le pazienti”.

Ma i medici italiani frenano anche in un altro senso, rilasciando dichiarazioni che invitano alla cautela. “La lipostruttura al seno oggi è un intervento piuttosto diffuso in Italia e i riscontri che abbiamo sono molti positivi”, ha detto ancora il presidente Aicpe. “Esistono studi che confermano la bontà di questo tipo di intervento in casi di ricostruzione: sono stati monitorati i risultati dei trattamenti di mastoplastica ricostruttiva con lipofilling dopo asportazione del seno per tumore per più di dieci anni e i risultati sono confortanti. In campo puramente estetico però, stiamo attendendo studi clinici che sono ancora in corso. Ci vuole tempo per conclusioni definitive”. Come a dire: il lipofilling potrebbe essere un sogno, ma non esistono degli studi che ne dimostrino il risultato estetico.
Prudenza dunque, anche se parliamo di un tipo di intervento che non ha fornito finora elementi di pericolosità. “Chiaramente, se questo dovesse essere definitivamente confermato, ci troveremmo davanti ad una possibilità nuova, da considerare in molti casi alternativa alla più tradizionale mastoplastica additiva”, ha concluso Botti. Ma per ora, purtroppo, non c’è la sicurezza.

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