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Martedì 25 FEBBRAIO 2020
Coronavirus. Po San Giovanni Bosco. Verdoliva: “Nessuno è a mani nude contro il virus”

Il Dg dell’Asl Napoli 1 Centro replica così alle dichiarazioni rese in una lettera indirizzata ai media da alcuni medici del nosocomio della Doganella che denunciavano la carenza di dispositivi di protezione individuale: “Così si genera solo allarmismo e psicosi e si distrugge il lavoro di centinaia di professionisti che, unitamente alla direzione strategica aziendale, lavorano senza sosta”

“Nessuno è a mani nude contro il virus, né al Po San Giovanni Bosco, né in nessun altro presidio sanitario o ospedaliero. Dichiarare una cosa simile non solo significa mentire, ma è anche da irresponsabili perché si genera solo allarmismo e psicosi e si distrugge il lavoro di centinaia di professionisti che, unitamente alla direzione strategica aziendale, lavorano senza sosta per affrontare l’attuale scenario conseguenziale al Covid-19”.

Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro, stigmatizza le dichiarazioni rese in una lettera indirizzata ai media da alcuni medici, dalle quali emerge una rappresentazione della realtà che non può che generare allarmismo e alimentare la psicosi.
 
“Il Po San Giovanni Bosco – sottolinea Verdoliva – ha in dotazione presidi di protezione individuale come tutte le altre strutture di competenza di quest’Azienda, anche prima dell’allarme Covid -19. Si può immaginare una carenza solo se si pretende che tutti, sempre ed indistintamente, debbano indossare mascherine e camici monouso o altri dispositivi. Nel caso del Covid-19 questi presidi di protezione individuale devono essere invece indossati dagli operatori sanitari che lavorano in aree a rischi e non indistintamente da tutto il personale, e comunque, nel rispetto delle Ordinanze già emanate dal Ministero della Salute e dell’Ordinanza n°1 del 25.02.2020 a firma del Presidente Giunta Regione Campania e d’incoerenza a quanto dettato dalle ‘linee guida operative per l’identificazione/gestione dei casi sospetti e accertati di infezione da coronavirus (2019-nCoV)’ allegate alla citata Ordinanza n°1/2020”.
 

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