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Martedì 18 FEBBRAIO 2020
Precari della ricerca. Da quanto? Le risposte in una survey online



Gentile Direttore,
vorrei condividere con i suoi lettori ciò che è emerso da un’esperienza nata da gruppo di precari che si è formato spontaneamente su FB, a partire dai commenti ad un post apparso ad inizio gennaio sulla pagina dell’ARSI - Associazione Ricercatori in Sanità – Italia che riportava la notizia della prima applicazione legge 205 del 2017, articolo 1, comma 432, che introduce un percorso di stabilizzazione in 10 anni (cosiddetto ‘Piramide del ricercatore’) da parte degli IRCCS  e degli IZS pubblici Italiani, che entro dicembre hanno assunto a tempo determinato i lavoratori precari in Sanità che rispettavano i due requisiti:
 
1) aver maturato, alla data del 31 dicembre 2017 (31 dicembre 2019)*, un'anzianità di servizio con rapporti di lavoro flessibile instaurati a seguito di procedura selettiva pubblica,di almeno tre anni negli ultimi cinque (‘negli ultimi sette’)* (modifiche apportate  dal DL 162/2019 in conversione in legge entro febbraio di questo anno);
 
2) essere in servizio presso IRCCS e IZS pubblici italiani alla data del 31 dicembre 2017 (‘o del 31 dicembre 2019’, testo che l’emendamento AC 2325 al DL 162/2019 propone di introdurre).
 
I ricercatori rimasti fuori dalla ‘Piramide’ per assenza del requisito della vigenza di una collaborazione nelle 24 ore del giorno 31/12/2017, hanno dato vita nell’arco di poche ore aduna survey online con l’obiettivo di contarsi e poter esprimere la loro frustrazione di fronte ad un requisito giudicato ‘formale, iniquo e sperequativo’, che esclude anche parecchi lavoratori con oltre 10 anni di collaborazioni con gli Istituti, che sono tutt’ora contrattisti o borsisti presso gli Istituti.  
 
Tra il 10 gennaio al 14 febbraio attraverso la survey online, che è stata diffusa anche grazie al sostanziale aiuto dell’ARSI, ha ottenuto una discreta adesione di 92 precari, e l’approfondimento di 64 casi sotto forma di tabelle, che sono state inserite all’interno di una documentazione organica che è stata spedita, per tempo, ai sindacati che erano stati convocati al Ministero della Salute rispettivamente il 16 gennaio e il 3 febbraio.
 
In tali sedi, anche se la problematica non era all’ordine del giorno, i sindacati, con la documentazione alla mano, hanno potuto sollevare la questione e discuterla con il Ministero della Salute, che ha mostrato sensibilità ed attenzione verso la stessa.
 
La critica principale che noi ricercatori esclusi dalla Piramide muoviamo al criterio della presenza in servizio ad una data arbitraria, è che esso non coglie alcun elemento di merito in capo al lavoratore, ma piuttosto riflette il manifestarsi della casistica tipica dei rapporti di lavoro flessibile presi in considerazione dalla Legge, che sono per loro natura temporanei, precari, non continuativi, e sistematicamente soggetti ad intervalli tra l’uno e il successivo che dipendono oltre che dalla mancanza temporanea di fondi, anche dalla prassi adottata da non pochi Istituti di far trascorrere un lasso di tempo tra un contratto e l’altro.
 
Dei 92 precari che hanno partecipato alla survey online, il 37% rientrerebbero in Piramide nel caso di approvazione del DL 162/2019 e relativo emendamento; il 16% rientrerebbero se si risolvessero le problematiche relative alle tipologie/provenienza dei fondi con cui sono stati pagate le loro collaborazioni presso gli Istituti o se si conteggiassero i mesi di astensione obbligatoria per maternità e le ricevute occasionali oppure se si potessero cumulare i requisiti maturati in capo a più Istituti; il 20% resterebbero comunque esclusi per mancanza di un contratto ad una data precisa. Invece il 27% dei rispondenti non possiedono i 3 anni di collaborazioni richiesti dal requisito ‘sostanziale’ contenuto nella normativa.
 
Per quanto riguarda la condivisione delle proprie problematiche lavorative con gli addetti ai lavori, 3 rispondenti su 5 ammettono di non essersi rivolti ad alcun sindacato e solo 1 su 10 ammette di aver consultato un legale. Invece si dicono pronti ad adire un giudice nel caso di perdurante esclusione dalla ‘Piramide del ricercatore’ dopo la votazione parlamentare di fine febbraio, quasi il 70% di tutti coloro che soddisfano il requisito sostanziale di 3 anni i collaborazioni con gli Istituti, dato che si impenna all’83% per coloro che continuassero a rimanere esclusi per la mancanza di un contratto/borsa di studio ad una data precisa, i quali sono anche i più disposti in assoluto a rivolgersi ad un legale (33%) piuttosto che all’ufficio legale di un sindacato. I meno propensi a dar luogo a contenziosi (1 su 2), o i più rassegnati, sono coloro la cui esclusione dipende da motivi diversi dalla data del 31/12/2017. In tutti i casi, sarebbe soprattutto l’ufficio legale di un sindacato ad essere consultato per far ricorso contro l’esclusione dalla ‘Piramide’ (intorno al 50%), piuttosto che un legale.
 
La principale limitazione di tale raccolta dati è quella di non poter vantare una rappresentatività statistica in quanto l’invito a parteciparvi è circolato per breve tempo e sui socials. Pertanto non si conosce quante persone potenzialmente interessate dalla questione siano state effettivamente raggiunte. Nonostante ciò, abbiamo proposto una casistica significativa che è servita e potrà ancora servire agli ‘addetti ai lavori’ a riflettere meglio sulle dinamiche viziose introdotte dalla Legge che si auspica siano, seppur non del tutto, superate con la conversione in legge del DL 162/2019 e relativo emendamento. 
 
Un ringraziamento particolare va all’ARSI che ha contribuito a diffondere la survey online, ai sindacati che hanno rappresentato e illustrato la documentazione ricevuta nelle sedi opportune e al Ministero della Salute per aver accolto in discussione la tematica che non era all’ordine del giorno. Last but not the least, si ringraziano in anticipo i Parlamentari sensibili alla causa dei lavoratori precari della ricerca in Sanità, che saranno chiamati a votare il DL 162/2019 e relativo emendamento, entro fine febbraio.
 
Sabrina Quattrini
Ricercatrice precaria, Ancona

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