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Venerdì 23 MARZO 2012
Lavoro. Governo approva la riforma "Fornero"

Il Consiglio dei ministri ha dato il primo via libera, con la formula “salva intese” al ddl di riforma del mercato del lavoro. Quattro le aree di intervento: tutele dell’impiego, ammortizzatori sociali, premialità e stabilità, contributi e fisco. Il testo della riforma.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi, salvo intese, il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro. Si tratta di una riforma lungamente attesa dal Paese, fortemente auspicata dall’Europa, e per questo discussa con le Parti Sociali con l’intento di realizzare un mercato del lavoro dinamico, flessibile e inclusivo, capace cioè di contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo e la competitività delle imprese, oltre che di tutelare l’occupazione e l’occupabilità dei cittadini.
 
Il disegno di legge è il frutto del confronto con le parti sociali. Ne emerge una proposta articolata che, una volta a regime, introdurrà cambiamenti importanti, così sintetizzati nel comunicato srtampa di Palazzo Chigi (vedi testo integrale):

1. Favorirà, anzitutto, la distribuzione più equa delle tutele dell’impiego, contenendo i margini di flessibilità progressivamente introdotti negli ultimi vent’anni e adeguando all’attuale contesto economico la disciplina del licenziamento individuale;
2. Renderà più efficiente, coerente ed equo l’assetto degli ammortizzatori sociali e delle relative politiche attive;
3. Introdurrà elementi di premialità per l’instaurazione di rapporti di lavoro più stabili;
4. Favorirà, infine, il contrasto più incisivo agli usi elusivi degli obblighi contributivi e fiscali degli istituti contrattuali.

Per ottenere questi risultati, il disegno di legge, sottolinea la nota del Governo, individua alcune macro-aree di intervento, 7 in tutto. Sono coinvolti gli istituti contrattuali, le tutele dei lavoratori nel caso di licenziamento illegittimo, la flessibilità e le coperture assicurative, i fondi di solidarietà, l’equità di genere e le politiche attive.

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