quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 30 GENNAIO 2020
Rapine in farmacia. Federfarma propone inasprimenti delle pene e credito di imposta per chi installa telecamere e allarmi

Le proposte dell'associzione dei titolari delle farmacie private italiane sono state formulate ieri in audizione al Senato sul ddl contro la violenza sugli operatori socio sanitari. Tra queste, oltre a pene più severe, anche la previsione di un credito di imposta per le farmacie qualora installino delle strutture di rilevazione, telecamere o anche degli allarmi di collegamento con la Polizia o i Carabinieri. 

Tre sono state le proposte di Federfarma nel corso dell’audizione, tenutasi ieri con le Commissioni riunite Giustizia e Affari sociali, presso l'aula della commissione Giustizia, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge, approvate dal Senato, recanti ''Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni''. A discutere dell’escalation di violenza ai danni del personale sanitario è stato il presidente di Federfarma Marco Cossolo che si è detto favorevole a tale disegno di legge, auspicandone una rapida approvazione.
 
"Per quanto riguarda la violenza sugli operatori sanitari, il nostro principale problema riguarda le rapine. Le farmacie sono tristemente in testa agli esercizi aperti al pubblico che vengono rapinati. Nel 2018 si sono svolte in farmacia purtroppo circa 550 rapine sulle 4200 totali", ha esordito Cossolo che, per tale ragione, ha proposto tre suggerimenti da attuare.
 
Il primo, "una previsione di aggravamento importante della pena, nel caso in cui venga reiterato il reato da parte dello stesso soggetto. Le persone che fanno questo generalmente sono quasi sempre le stesse e il fatto di prevedere un aggravio di pena importante per aver reiterato il reato, può essere un deterrente. Il secondo aspetto – ha aggiunto il presidente di Federfarma – è l'introduzione di un ulteriore aggravio di pena qualora il reato possa compromettere l’attività svolta dal farmacista nei confronti dei clienti della farmacia. Se la cosa, oltre che a un danno al farmacista, genera anche un danno psicologico fisico sull'utente della farmacia, che in quel caso è il soggetto più debole, dovrebbe ulteriormente questo prevedere un aggravio".
 
La terza proposta è di natura economica, "chiediamo la previsione di un credito di imposta per le farmacie qualora installino delle strutture di rilevazione, telecamere o anche degli allarmi di collegamento con la Polizia o i Carabinieri. Vorremmo che questo fosse fatto oggetto, anche solo simbolico, di un credito di imposta che agevoli, facili e incentivi, oltre alla nostra azione, i colleghi a prendere questo tipo di provvedimenti nelle loro farmacie che può venire ovviamente a vantaggio di tutti", precisa il presidente di Federfarma.

Cossolo ha fatto poi un quadro sulla questione delle rapine in farmacia, motivando la necessità delle tre proposte formulate. L’aspetto più grave è che "la rapina in farmacia si svolge generalmente a volto coperto perché si tratta di soggetti che generalmente reiterano il reato e lo fanno attraverso l'utilizzo di armi per delle minacce. Le armi possono essere o da fuoco o da taglio principalmente. Questo mette in pericolo l'incolumità del farmacista che vi opera, ma se teniamo conto che nelle farmacie italiane entro mediamente circa 230 utenti al giorno e che la grande maggioranza sono persone anziane o persone ammalate, mette a repentaglio la salute psicofisica anche di coloro che stanno all'interno della farmacia come clienti. Alcuni farmacisti, dopo varie rapine subite, sono andati al Pronto Soccorso ed è stato loro diagnosticato il tristemente famoso disturbo post traumatico da stress – precisa Cossolo - per cui hanno dovuto interrompere l'attività lavorativa con ovviamente il venir meno del servizio. Nelle farmacie in zone più disagiate, quindi meno ricche di personale, il titolare stesso è dovuto venir meno ai propri impegni oppure è andato a lavorare in condizioni psicofisiche non idonee".
 
Nonostante si parli di cifre elevate, il presidente di Federfarma ha sottolineato, in conclusione, che le rapine sono in leggero decremento, "in forza di un accordo che è stato stipulato nel 2012, un protocollo d'Intesa con il ministero degli Interni, che prevedeva delle facilitazioni alle farmacie per l'installazione di telecamere in farmacia e dalla farmacia verso la strada. Questo ha avuto anche delle ricadute positive per interventi di polizia giudiziaria perché permette di rivelare eventuali complici al di fuori della farmacia o eventuali atti delinquenziali che si svolgono nell'immediatezza della farmacia medesima".

© RIPRODUZIONE RISERVATA