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Mercoledì 30 GIUGNO 2010
Federalismo.Tremonti: “Daremo costi standard in base ad un paniere di regioni virtuose”

Lo ha affermato il Ministro dell’Economia durante la conferenza stampa in cui è stata presentata la relazione sul federalismo fiscale (scaricabile in allegato). “È fondamentale – ha spiegato Tremonti - passare dai costi storici ai costi standard” assicurando che ciò verrà fatto “senza penalizzare nessuno” perché “gli standard verranno costruiti in base alle regioni dove la sanità va meglio”.

“La follia – ha proseguito il ministro dell’Economia -  del sistema che c'è adesso è che hai Regioni dove il servizio sanitario per i cittadini è più basso e il deficit è più alto. E l’unica cosa omogenea che c’è in quelle regioni è che la sanità va sempre peggio e costa sempre di più”.
Tremonti ha poi parlato anche della manovra: "Pensiamo che ci siano dei margini anche se la nostra preoccupazione vera riguarda i piani di rientro sulla sanità e proprio perché devono essere fatti bene pensiamo debbano essere oggetto di discussione senza polemica". Infine, sempre sui costi standard il Ministro ha chiarito: “Non pensiamo di dare sulla sanità i costi standard di una regione scassata ma daremo i costi in base a un paniere di regioni virtuose perché in questo modo pensiamo di potere ottenere risparmi".
 
Qui di seguito i punti della Relazione che riguardano la sanità. 
 
 
Le anomalie nella sanità.
 
L’organizzazione sanitaria (che mediamente assorbe circa l’80% dei bilanci regionali) è, per giurisprudenza costituzionale, materia di competenza esclusiva regionale. Ma lo Stato ha continuato nei ripiani a piè di lista, stile anni ‘80. Ad esempio, il decreto cosiddetto salva-deficit di giugno 2007 e la finanziaria per il 2008 hanno stanziato la cifra enorme di 12,1 miliardi di euro a favore di cinque Regioni in rosso sulla sanità (Abruzzo, Campania, Lazio, Molise, Sicilia). Eppure ancora oggi la Asl n. 1 di Napoli fatica a pagare gli stipendi dei dipendenti. Sorge la domanda su cosa e per cosa è stato di quel ripiano. Lo strumento del commissariamento, introdotto nel 2005, doveva essere l’eccezione. E’ diventato la regola, in una vasta parte dell’Italia. Oggi sono 4 le Regioni commissariate sulla sanità e 8  quelle impegnate in piano di rientro dai disavanzi. L’assenza o la modesta attuale presenza di osservatori dei prezzi, oggi non consente sistematiche comparazioni funzionali alla migliore acquisizione dei prodotti.
Si citano, ad esempio, alcune anomalie nell’acquisto di  attrezzature. Ad esempio la stessa Tac a 64 slice, costa 1.027.000 euro in Emilia Romagna, 1.397.000  euro in Lazio, con una differenza di 370,00 euro, pari al 36%. Per quanto concerne i dispositivi medici di uso frequente, ad esempio una siringa da 5 mm in Sicilia costa 0,05 euro  contro 0,03 euro in Toscana. Quasi il doppio.  Ci sono ospedali dove i soli costi del personale superano del doppio del valore del servizio prodotto a favore dei cittadini. Di fatto i livelli di assistenza sanitaria in molte Regioni sono quanto mai disomogenei. Di omogeneo c’è solo che proprio dove si riscontrano i maggiori disavanzi  economici, minore è la qualità e la sicurezza delle cure rese ai cittadini. In questo contesto, un Presidente di Regione neo eletto, pur con le risorse tecniche che può avere a disposizione, in certe situazioni deve impiegare due o tre mesi per  riuscire a scoprire l’effettivo deficit sanitario ereditato  dalla gestione precedente. Rimane da chiedersi in base a che cosa hanno potuto votare i cittadini, ovvero che tipo di controllo democratico hanno potuto esercitare con il loro voto, se addirittura un Presidente di Regione fatica, dopo mesi, a far emergere il dato reale;
 
Costi standard delle Regioni. 
 
Si stanno individuando, rispetto a un capitolo di spesa che già oggi supera i 100 mld di euro, nuovi e puntuali strumenti di verifica che consentano di superare i deficit informativi esistenti e attivare meccanismi di certificazione. L’ ipotesi su cui si stanno svolgendo approfondimenti si fonda:
a) sulla determinazione di una quota capitaria ponderata, con pesatura del 100% delle componenti di spesa e l’assunzione come parametro di un pool di Regioni ad alto livello di prestazioni, da utilizzare come standard ottimale di riferimento;
b) su un nuovo modello di governo responsabile basato sulla determinazione da parte della Conferenza Stato Regioni di linee guida occorrenti per la messa a punto dei costi standard in collaborazione con A.I.F.A. e AGE.NA.S., ipotizzando inoltre anche un coinvolgimento di nuovi soggetti,come ad esempio la stessa SOSE (Società per gli studi di settore).
Non avrebbe senso stabilire il costo efficiente di un ricovero o di una siringa, definendolo x o y, senza avere introdotto tutte le procedure di certificazione e di controllo dei dati che permettono una reale conoscenza e verifica dei dati di spesa, superando i limiti del sistema attuale, dove addirittura una Regione non aveva contabilità attendibili e dove in generale i piani di rientro faticano ad essere rispettati. Si stanno inoltre strutturando formule come il cosiddetto “ inventario di fine mandato”. Una dichiarazione certificata, da parte degli organi di controllo interno, che costituisce uno strumento di rendicontazione d’uscita del Presidente della Regione. In altri termini una “dichiarazione dei saldi prodotti” dal Governatore uscente, da far approvare in Consiglio regionale sei mesi prima delle elezioni regionali. Questo strumento servirebbe per informare gli elettori sulle reali condizioni della spesa sanitaria nella loro Regione.
 
 
Il percorso del Federalismo fiscale
 
Principi fondanti:
 
a) recepimento nazionale de i nuovi meccanismi dell’area dell’euro e delle nuove ,regole del Patto rafforzato di Stabilità e Crescita Europeo, perché l’equilibrio di bilancio e la stabilità finanziaria sia assicurata ,a tutti i livelli di governo, da quello comunitario a quello locale;
b) corresponsabilità tra Stato e Regioni, e tra le Regioni stesse, nella programmazione, attuazione e verifica dei vincoli di bilancio, a partire dal Servizio Sanitario Nazionale e  delle Pensioni di Invalidità.
Si tratta di una formula di governance che può (deve) essere strutturata in attuazione dell’ art. 5 della legge n. 42 del 2009, dove si istituisce la “Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica” come “organismo stabile di coordinamento della finanza pubblica” e si prevede che essa concorra alla definizione degli obiettivi di finanza pubblica “per  comparto”;
c) attuazione dei principi di solidarietà responsabile e consapevole tra Regioni e tra Stato e Regioni;
 
Obiettivi:
 
a) programmare dettagliatamente ed in un quadro pluriennale le azioni di governo nazionale e regionale volte ad assicurare l’equilibrio economico e finanziario del sistema sanitario e delle pensioni di invalidità, sia complessivo che per ogni singola Regione, in compatibilità con i vincoli di bilancio nazionali imposti dal Patto Europeo di Stabilità e Crescita e dalle nuove procedure Europee rafforzate di  vigilanza sul deficit e debito pubblico;
b) assicurare l ’appropriato grado di perequazione infraregionale che, garantendo livelli appropriati di assistenza sanitaria e sociale a livello nazionale, sia governato da meccanismi di solidarietà responsabile, economicamente sostenibile, ispirati allo spiritomutualistico (e quindi di copertura  temporanea di rischi imprevedibili) e non basato sul presupposto di trasferimenti irrazionalmente operati ex post;
c) assicurare il completo scambio di informazioni e la piena trasparenza nelmonitoraggio di azioni e risultati;
d) verificare l’attuazione delle azioni programmate e monitorare l’efficacia di tali azioni e l’eventuale insorgere di disequilibri, ed in tal caso intervenire per tempo con appropriate iniziative correttive;
 
Strumenti:
 
a) determinazione delle “aliquote” statali e regionali destinate al finanziamento del servizio sanitario nazionale e delle pensioni di invalidità tali da assicurare: il loro equilibrio complessivo e per singola regione, un’adeguata dimensione dei fondi di perequazione, e l’alimentazione di un fondo di riserva per la gestione di eventuali crisi regionale del sistema;
 
b) in caso di disequilibri a livello di singole  Regioni, rideterminazione d’emergenza e temporanea delle aliquote regionali e statali per assicurare l’equilibrio finanziario at t raver so f inanziament i (prest it i) condizionati da precisi, irrevocabili impegni al riequilibrio e restituzione assicurata da un piano di rientro approvato dal Fondo stesso; c) vigilanza sui meccanismi sanzionatori e incentivanti che rafforzano il rispetto delle regole.
 
L.F

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