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Martedì 07 GENNAIO 2020
Sardegna. La Giunta approva la riforma sanitaria. Addio all’Ats, le Asl diventano 8
Il DL sulla riforma sanitaria in Sardegna è stato ufficialmente approvato in Giunta all’antivigilia di Natale. Tra le novità, le Asl non saranno più cinque, come era stato anticipato dal Presidente di Regione, bensì otto. Solinas: “Cancelliamo parzialmente un modello calato dall’alto e ne creiamo uno nuovo che ha la sua origine nelle richieste dei cittadini e dei territori”. Per Nieddu: “Con le Asl riportiamo la sanità vicino ai cittadini e ai bisogni dell’utenza. Le funzioni in grado di garantire economie di scala, come la gestione del personale e patrimonio, resteranno accentrate in Ares”.
Il DL sulla riforma sanitaria in Sardegna è stato ufficialmente approvato in Giunta il giorno precedente alla vigilia natalizia, anche se ad oggi il testo non risulta fruibile al cittadino per la sua consultazione sul sito istituzionale. Tra le novità, le Asl che il Presidente della Regione intende ripristinare non sono più cinque, come aveva annunciato a fine agosto durante l’illustrazione della prima bozza, bensì otto: nel Sulcis Iglesiente, nell’Ogliastra, nel Medio Campidano, a Sassari, ad Oristano, a Nuoro, in Gallura e a Cagliari.
“Una riforma profonda, meditata, studiata per garantire ai Sardi una sanità più utile e più vicina – dichiara Christian Solinas. “Cancelliamo parzialmente un modello calato dall’alto, che non ha funzionato, e ne creiamo uno nuovo che ha la sua origine nelle richieste dei cittadini e dei territori. L’attuale sistema - prosegue il Presidente - ha allontanato i cittadini dalla sanità pubblica, percepita come una macchina confusa, arretrata, ritardataria nelle risposte. Oggi siamo fra le regioni piu’ sofferenti in Italia secondo tutti gli indicatori, e abbiamo un disavanzo tra i più alti. Questo ci impone di cambiare modello introducendo più qualità, una medicina più vicina ai cittadini, con la collaborazione degli enti locali e una forte spinta all’innovazione tecnologica”.
Solinas sottolinea: “La riforma riavvicina i manager sanitari ai reali bisogni del cittadino, lasciando alla politica il coordinamento del sistema. È falso affermare che guardiamo alle poltrone: guardiamo semmai ai posti letto, alle liste d’attesa, alla qualità delle prestazioni, all’eliminazione della burocrazia che ha spesso danneggiato la qualità, nonostante l’impegno di tanti professionisti di valore che operano nelle strutture pubbliche con spirito di servizio e di abnegazione, misurandosi quotidianamente con emergenze inaccettabili”.
“Abbiamo mantenuto gli impegni presi con i sardi con una riforma che supera un modello, quello di Ats, che non ha raggiunto gli obiettivi prefissati – afferma l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu –. Siamo soddisfatti per il lavoro svolto in questi mesi. Con le Asl riportiamo la sanità vicino ai cittadini e ai bisogni dell’utenza. Le funzioni in grado di garantire economie di scala, come la gestione del personale, patrimonio e centrale di committenza, resteranno accentrate in Ares. Questo, rendendo ancora più qualificante e specifico il ruolo delle aziende socio-sanitarie locali, che erogano i servizi sul territorio, e che avranno come unico compito quello di rispondere ai problemi e alle esigenze d’assistenza, con l’obiettivo di garantire la maggior qualità possibile”.
Sulla Governance Nieddu spiega: “Oltre all’Azienda Regionale della Salute (Ares), il nuovo assetto del sistema sanitario dell’Isola sara’ strutturato in otto Aziende socio sanitarie locali (Asl), due Aziende ospedaliere universitarie (Aou Cagliari e Sassari), l’Azienda di rilievo nazionale ed alta specializzazione “G. Brotzu” (ARNAS) e l’Azienda regionale dell’emergenza urgenza (Areus)”. Cambierà anche il meccanismo di selezione dei manager - conclude puntualizzando l’esponente di Giunta -. Per razionalizzare la scelta e la selezione degli esperti che dovranno gestire le aziende sanitarie sarde, il disegno di legge istituisce appositi elenchi regionali degli idonei alle cariche di vertice”.
Se la maggioranza festeggia il nuovo testo di riforma, esordiscono invece critiche le opposizioni in Consiglio regionale che accennano ad una riforma tesa a ripristinare un vero e proprio “poltronificio”. Così si apprende infatti da diverse dichiarazioni di Consiglieri rilasciate a l’Unione Sarda, ed anche chi non era favorevole all’ATS, non condivide un completo ritorno al passato con un alto numero di ASL e la moltiplicazione degli incarichi in ciascuna di esse, tra direttori generali, sanitari e amministrativi. Si preannuncia pertanto un’iter della nuova normativa acceso e discusso.
Elisabetta Caredda
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