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Giovedì 05 DICEMBRE 2019
Sicurezza sul lavoro. In Italia manca una strategia nazionale. La denuncia di Cgil, Cisl e Uil

L'Italia è rimasta indietro rispetto a umerosi altri Paesi Europei dove una simile programmazione viene elaborata su quanto deliberato in materia dal Consiglio Europeo “Occupazione, politica sociale, salute e consumatori (Epsco). Resta il bisogno di focalizzare i prossimi interventi europei verso una migliore prevenzione di altre forme di patologie occupazionali, dei disturbi muscolo scheletrici, dei rischi psicosociali legati dall’organizzazione e alla trasformazione del lavoro e dello stress lavoro correlato. 

Manca in Italia una strategia nazionale per la Salute e Sicurezza sul Lavoro, a differenza di numerosi altri Paesi Europei dove una simile programmazione viene elaborata su quanto deliberato in materia dal Consiglio Europeo “Occupazione, politica sociale, salute e consumatori (EPSCO). A sostenerlo sono stati i Sindacati Cgil, Cisl e Uil in una lettera inviata qualche giorno fa alla Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, alla vigilia della prossima convocazione dell’importante organismo sovranazionale fissata per la settimana prossima per decidere la nuova strategia 2021-2027.
 
Apprezzando quanto si è realizzato durante l’ultimo mandato sui tumori professionale, è stato sottolineato da Rossana Dettori, segretaria confederale Cgil per la salute e sicurezza sul lavoro, resta il bisogno di focalizzare i prossimi interventi europei verso una migliore prevenzione di altre forme di patologie occupazionali, dei disturbi muscolo scheletrici, dei rischi psicosociali legati dall’organizzazione e alla trasformazione del lavoro e dello stress lavoro correlato.
 
Ci è sembrato perciò opportuno riportare qualche passo del documento elaborato dalla Commissione Europea dei Sindacati/ European Trade Union Confederation CES/ETUC il 23 ottobre scorso. Il quadro strategico dell'UE per la salute e la sicurezza sul lavoro 2014-2020 scade l'anno prossimo. Il rinnovo di questo quadro deve essere una priorità urgente per la Commissione europea entrante. L'ETUC ribadisce che non solo una nuova strategia UE per la sicurezza e la salute sul lavoro (OSH) è essenziale, ma anche che siamo pronti a guidare la discussione delineando alcune delle priorità che la strategia dovrebbe includere.
 
È fondamentale mantenere la SSL in prima linea nelle discussioni all'interno del Parlamento europeo, Commissione e Consiglio per garantire che vengano intraprese azioni per migliorare la SSL in tutta l'UE. L'attuale quadro strategico individua tre sfide principali: 1. il miglioramento del record di attuazione degli Stati membri, in particolare, potenziando la capacità delle micro e piccole imprese di mettere in atto misure di prevenzione dei rischi efficienti; 2. migliorare la prevenzione delle malattie legate al lavoro, affrontando i rischi esistenti, nuovi ed emergenti; 3. affrontare il cambiamento demografico".
 
L'ETUC ritiene che queste sfide rimangano pertinenti e che una nuova strategia dovrebbe basarsi su di esse, ma sottolineano anche la dimensione di genere e uguaglianza della SSL e del sano invecchiamento dei lavoratori. Inoltre, una nuova strategia deve essere più ambiziosa nel chiedere azioni chiare. Pertanto, il successivo quadro strategico per la SSL dovrebbe essere una mera strategia, dando così più peso politico agli obiettivi e alle azioni proposte, garantendo un adeguato supporto.
 
L'ETUC prende inoltre atto del parere tripartito recentemente adottato del comitato consultivo per la sicurezza e la salute sul lavoro (ACSH). Ciò dà la priorità alla promozione di nuove strategie nazionali in materia di SSL, di coinvolgimento dei partner sociali, di sostegno all'attuazione nelle piccole imprese, di nuovi modelli di lavoro, di prevenzione delle malattie legate al lavoro e per migliorare la loro raccolta di dati statistici. Il parere raccomanda alla Commissione di adottare un nuovo quadro strategico dell'UE in materia di sicurezza e salute sul lavoro sviluppato in collaborazione con l'ACSH.
 
L'ETUC chiede al Parlamento europeo, alla Commissione e al Consiglio di prendere l'iniziativa e di essere ambiziosi nel campo della SSL. Durante l'ultimo mandato, è stato fatto un importante lavoro in relazione ai tumori professionali. Tuttavia, è necessario concentrarsi anche sulle politiche dell'UE che mirano anche alle altre forme di malattie professionali, disturbi muscoloscheletrici e rischi psicosociali (stress). È inoltre urgente adattare le attuali politiche al mondo del lavoro in evoluzione, ovvero nuovi modi di organizzare il lavoro.
 
L'ETUC e le sue affiliate si assumono la responsabilità di contribuire allo sviluppo, all'elaborazione e all'attuazione di queste politiche. C'è una forte necessità di investimenti per la sicurezza e la salute sul lavoro . L'investimento nella SSL non solo migliora la vita delle persone, ma ha anche un effetto positivo per l’economia europea. La produttività e le prestazioni delle imprese sono migliorate e di conseguenza contribuiscono alla competitività nazionale. Gli studi dimostrano che il ritorno degli investimenti da parte dei datori di lavoro è raddoppiato per sicurezza e salute sul lavoro. Gli Stati membri dovrebbero essere incoraggiati a utilizzare il Fondo sociale europeo (FSE) e altri fondi strutturali per migliorare l’attuazione delle strategie in materia di SSL e a finanziare le azioni relative alla SSL.
 
Gli investimenti nella SSL dovrebbero essere analizzati nel contesto di una discussione sulla qualità del lavoro. I dati di Eurofound dimostrano che i dipendenti occasionali hanno il più basso accesso alle informazioni sui rischi di SSL. Inoltre, i precariato e la disoccupazione contribuiscono alla cattiva salute. Le condizioni di lavoro standard e la parità di genere forniscono la migliore prevenzione dei rischi psicosociali, un maggiore benessere e una maggiore produttività.
 
A tal fine, l'ETUC accoglie con favore il recente studio Eurofound che suggerisce che: "considerando i fattori di potenziale importanza dei Paesi per il rapporto tra le condizioni di lavoro, salute e benessere dei lavoratori, l’analisi mostra che una maggiore presenza sindacale, una maggiore protezione dell’occupazione e una maggiore uguaglianza di genere, sono associate a maggiori premi, più risorse lavorative e meno astensione del lavoro. Pertanto gli Stati membri dovrebbero essere incoraggiati ad investire in iniziative che aumentano la presenza sindacale, la tutela dell’occupazione e la parità di genere e contribuiscano così ad una forza lavoro più sana a medio e lungo termine”.

Domenico Della Porta
Presidente Osservatorio Malattie Occupazionali e Ambientali – Università di Salerno

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