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Lunedì 18 NOVEMBRE 2019
Morte giovane medico ad Avellino. Si invoca la presenza di due medici per presidio, ma una delibera regionale lo prevede già dal 2004

Con la morte prematura del giovane medico si torna a parlare della necessità di maggiori tutele per chi lavora, chiedendo leggi nazionali e regionali ad hoc. Ma in Campania, ricorda la Fimmg Ca, una delibera prevede già la presenza di due medici convenzionati in servizio in ogni sede. Per Cittadinanzattiva ci sono troppe sedi inutili che generano carenza di personale: il problema è politico

Sono passati pochi giorni dalla morte di Ersilio Picariello, il giovane medico di 28 anni che stava prestando servizio di notte presso la guardia medica di Villanova del Battista (Av). Una morte che ha riportato nuovamente a galla la necessità di garantire maggiori tutele verso i tanti medici in prima linea sul territorio, mettendo in luce le maglie deboli del sistema.
 
Dallo Smi Campania e da Medici senza Carriere è arrivato subito dopo la tragedia l’invito a stabilire per norma, su tutto il territorio nazionale e regionale, il numero minimo di due medici in servizio in ogni presidio. Da sottolineare comunque che, già dal 2004, una delibera della regione Campania (Deliberazione n. 1570) prevede per il Servizio di Continuità Assistenziale la presenza per ogni turno di almeno 2 medici convenzionati.
 
A richiamare l’attenzione sulle norme esistenti ma non implementate nelle Aziende sono Fimmg Ca Regione Campania e Cittadinanzattiva.
 
“Esprimiamo il nostro cordoglio per la morte del giovane collega Ersilio Picariello – ha affermato Pasquale Persico Segretario Regionale Fimmg Continuità Assistenziale Campania – una morte probabilmente evitabile se qualcuno avesse applicato le direttive della Deliberazione che nell’allegato D definiva la determinazione della dotazione organica del servizio di Continuità Assistenziale. Ma ancora oggi a distanza di quindici anni in alcune aree della nostra Regione nulla è stato fatto”.
 
La delibera pubblicata sul Bur, mette nero su bianco, che “Il Servizio di Continuità Assistenziale, per poter rispondere alle necessità dell’utenza ed ai necessari rapporti con l’articolazione della Azienda, appare efficacemente collocabile su base distrettuale (almeno un presidio per Distretto Sanitario di Base), garantendo la presenza per ogni turno di almeno 2 medici convenzionati. Pertanto, le singole Asl effettuate le proprie valutazioni sulla scorta di tali parametri faranno pervenire le proprie proposte organizzative (presidi, turni, numero operatori individuazione e motivazione delle eventuali zone disagiate) all’Assessorato regionale alla Sanità, che provvederà all’assemblaggio su scala regionale delle valutazioni responsabilmente effettuate a livello locale”.
 
Ma per Cittadinanzattiva non c’è solo una mancata applicazione delle norme esistenti: ci sono anche troppe sedi inutili figlie di un clientelismo politico.
 
“Quella di Ersilio Picariello è tragedia immane che diventa ancor più dolorosa e inaccettabile se pensiamo che questo giovane medico avrebbe potuto avere al suo fianco un collega in grado di prestare soccorso – ha dichiarato Lorenzo Latella, segretario regionale di Cittadinanzattiva – in Campania da ben 15 anni è stata emanata una delibera che va in questo senso. Questa vicenda fa quindi emergere da un lato il problema dell’applicazione delle norme, in Campania abbiamo ottime norme ma rimangono lettera morta. Dall’altro porta alla luce anche il problema della gestione politica delle guardie mediche: abbiamo una presenza massiccia di sedi di guardia medica anche laddove probabilmente non servirebbero. Questo perché ogni sindaco punta ad avere un presidio sanitario sul territorio con una guardia medica che lo rappresenti anche quando non ce ne sarebbe bisogno. Il numero di medici disponibili – conclude – diventa inevitabilmente insufficiente: con meno sedi si potrebbe garantire la presenza di due figure professionali come previsto dalla delibera”.

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