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Venerdì 09 MARZO 2012
Pronto soccorso Umberto I. Lala (Omceo Roma): "Preoccupante congestione"

Una delegazione dell’Ordine dei Medici di Roma, guidata dal presidente Lala, ieri ha fatto una ricognizione nel Pronto Soccorso del Policlinico della Capitale.  “Professionalità e dedizione del personale però sono fuori discussione, i problemi sono legati ai troppi accessi impropri".

L’intero Dea va ripensato, gli accessi sono impropri e le scarse sinergie penalizzano medici e pazienti. Questo in sintesi è quanto emerso nella nuova tappa di ricognizioni nei Pronto Soccorso della Capitale decise dall’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri di Roma.
 
Dopo quello del San Camillo, a fine febbraio, ieri è stata la volta del Policlinico Umberto I. Una delegazione dell’Ordine guidata dal Presidente Roberto Lala e dal Vicepresidente Giuseppe Lavra si è intrattenuta a lungo nella struttura e con il personale addetto. La visita si è conclusa con una riunione cui ha partecipato il Direttore Sanitario facente funzioni dell’Ospedale, Vincenzo Renzini; presenti anche Claudio Modini e Giuliano Bertazzoni, i due responsabili del Dea colpiti da un provvedimento di sospensione a seguito delle presunte carenze di assistenza denunciate dai senatori Ignazio Marino e Domenico Gramazio.
 
I rappresentanti dell’Ordine capitolino hanno riscontrato una "preoccupante congestione" degli spazi operativi del Dea, in particolare della cosiddetta “piazzetta”, nonostante la giornata relativamente tranquilla dal punto di vista degli accessi. “È evidente – ha commentato Roberto Lala – che in queste condizioni medici e infermieri lavorano con grande difficoltà e non è possibile assicurare l’adeguata riservatezza e il necessario comfort ai pazienti”.
 
“Professionalità e dedizione del personale però sono fuori discussione – ha subito chiarito il Presidente dell’Ordine di Roma – i problemi sono legati ai troppi accessi impropri per mancanza di filtri sul territorio, alla scarsa ricettività di pazienti in uscita dal Pronto Soccorso, alla struttura e alla programmazione non rispondenti alla richiesta di assistenza verso questo nosocomio. È impensabile e ingiusto scaricare tutto ciò sulle spalle dei medici. Qui si tratta di ripensare l’intero modello del Dea e della medicina territoriale”.
 
Pertanto, l’Ordine chiederà ufficialmente alla Direzione Generale dell’Umberto I di rendere note le motivazioni della sospensione dal servizio di Modini e Bertazzoni. Contestualmente ha annunciato che promuoverà un tavolo regionale per rivedere l’organizzazione e le funzioni dei Pronto Soccorso della città, con un confronto tra tutte le parti coinvolte.
 
Al Dea dell’Umberto I si registrano circa 138mila accessi l’anno, quasi il doppio di quelli del San Camillo: un flusso che inevitabilmente genera punte di criticità nell’attuale struttura. “È da oltre trent’anni – ha ricordato Lala – che si attende lo sviluppo di una medicina del territorio che sia di riferimento ai cittadini per 365 giorni l’anno e filtro efficace verso gli ospedali, ma dalla Legge 833 del 1978, che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale, è ancora una chimera”.
 
“Troppi accessi evitabili – ha concluso Lala – e una strozzatura nelle uscite dei pazienti verso i reparti interni o le strutture di lungodegenza creano periodicamente sovraffollamento e condizioni non accettabili. Inoltre, occorre ripensare l’organizzazione dei Pronto Soccorso avvalendosi di una programmazione con modelli statistici avanzati e facendo ricorso all’informatizzazione globale che parta dal 118 e arrivi fino al ricovero e alle dimissioni protette”.

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