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Giovedì 08 MARZO 2012
Il presidente della Fofi risponde alle critiche dei farmacisti

"Molte lettere, una risposta". Perché, spiega il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, “è evidente che quando la Federazione prende una posizione scontenta, inevitabilmente, qualcuno”. Però non c’è “difesa di questa o quella componente della professione, ma di tutti i singoli colleghi”.

Il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, risponde alle lettere dei farmacisti, pubblicate ieri su Quotidiano Sanità, che esprimevano preoccupazioni sul decreto liberalizzazioni e dubbi sull'operato della Fofi in questie lunghe settimane di dibattito politico.

Riunisco queste due lettere (che riproduciamo a fondo pagina, ndr), diverse nel merito e soprattutto nei toni, perché accostandole sono certo di poter rendere ancora più chiara la mia risposta. Una risposta alle questioni concrete e di metodo, non agli attacchi personali che si commentano da sé.

L’Ordine, e quindi la Federazione, devono tutelare la professione nel suo complesso e nel caso dei criteri previsti per il concorso straordinario è evidente che le disposizioni sul punteggio, e l’eliminazione della prova d’esame, andavano obiettivamente a creare un danno a chi, indipendentemente dalla posizione lavorativa, aveva i meriti, e la formazione migliore. Non una difesa di questa o quella componente della professione, ma di tutti i singoli colleghi.

Che non sia facile mantenere e far comprendere questa posizione lo prova la lettera del collega Calabrò. Caro Carmelo, comprendo perfettamente il tuo stato d’animo e ti assicuro che non ci siamo dimenticati di nessuno, ma per difendere al meglio tutti l’unica proposta che possiamo fare è quella di riportare nel concorso criteri di valutazione obiettivi e completi che non mortifichino nessuno a priori. Di più non sarebbe possibile, né giusto, fare. E proprio per essere concreti, e non solo pronti alle dichiarazioni, domani la Federazione coordinerà un incontro tra le delegazioni di tutti i colleghi che si sentono danneggiati dall’attuale dispositivo concorsuale e il relatore alla Camera del Decreto.

E con questo rispondo anche ai colleghi informatori medico-scientifici, ai colleghi ospedalieri e dei servizi territoriali che in queste ore mi hanno scritto segnalando le stesse preoccupazioni in merito al concorso.

E’ evidente, dunque, che quando la Federazione prende una posizione scontenta, inevitabilmente, qualcuno. E’ stato così anche quando siamo intervenuti all’epoca della rottura delle trattative per il rinnovo del contratto dei collaboratori di farmacia e sicuramente capiterà anche in futuro.

Certamente è una scelta più facile dire soltanto ciò che fa piacere all’interlocutore del momento, oppure non dire nulla e rifugiarsi nei discorsi di occasione e nelle dichiarazioni retoriche che male non fanno mai, ma allora tanto varrebbe fare a meno anche dell’Ordine.

E vengo infine al rilievo mosso dalla Federazione Nazionale Parafarmacie, cioè che avremmo appoggiato i collaboratori nella questione dei punteggi, ma non nella richiesta del quorum a 2800 abitanti. Quest’ultima è una posizione sindacale, come le altre citate nella lettera, che ha tutto il diritto di essere avanzata, ma che poco ha a che vedere con la tutela della professione.

Peraltro, colgo l’occasione per ribadire che la Federazione ha sempre criticato come irrazionali tutte le  modifiche parziali al servizio farmaceutico, le azioni limitate a questo o a quell’aspetto senza considerare il sistema nel suo complesso. Dopo quarant’anni è evidente che anche il servizio farmaceutico ha bisogno di una revisione, ma procedere modificando soltanto un aspetto sarebbe un po’ come montare una ruota di un’automobile attuale su una vettura di quarant’anni fa: come minimo si esce di strada.

 Quello che poi abbiamo sempre respinto è qualsiasi politica di deregulation totale, perché il servizio farmaceutico è un insieme di prestazioni rivolte al cittadino, non l’ennesimo settore del commercio al dettaglio. Citare la Germania è un errore, perché quello tedesco è un sistema regolato, anche se in termini differenti da quelli italiani, ed è un sistema- per inciso – dove non esiste un “secondo canale”.

Un caro saluto

Andrea Mandelli
Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani

 
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LE LETTERE
 
Inviata dalla Federazione Nazionale Parafarmacie

A seguito delle affermazioni fatte dal presidente di tutti i farmacisti Dr.Mandelli a “Il Quotidiano Sanità” desideriamo esprimere per l'ennesima volta il nostro rammarico, per vedere come, colui che dovrebbe essere super partes, non perda mai nessuna occasione per attaccare e deridere colleghi che hanno scelto di praticare la loro professione presso le Parafarmacie, con indubbi impegni economici e professionali.

Ci fa piacere vedere che il presidente FOFI, Dott. Mandelli, si preoccupi tuttavia dell’equità di trattamento dei farmacisti collaboratori per l’imminente concorso. Ci chiediamo però perché questo appoggio non lo dia anche quando questi chiedono un abbassamento del quorum a 2.800, l’abolizione della trasferibilità ed ereditarietà della concessione della farmacia, stipendi più adeguati, un serio (non solo a parole) contrasto all’abuso di professione.

Come non si capisce perché non appoggi le richieste di quei colleghi, ugualmente iscritti all’Ordine dei Farmacisti, che chiedono la libertà di esercizio di professione; cita sempre il disastro che la liberalizzazione ha portato in Grecia e “dimentica” che in Germania la Pianta Organica è stata abolita nel 1958 e non si è verificata nessuna catastrofe nella distribuzione dei farmaci, anzi il sistema funziona benissimo, il farmacista che ha i requisiti può aprire liberamente da 1 a 4 farmacie, i collaboratori hanno stipendi molto più alti di quelli italiani, esiste un sistema efficiente di rimborso dei farmaci per i cittadini che consente risparmi alle casse mutua tedesche.

Tentiamo di dare una risposta: appoggiare tutte queste richieste favorirebbe sì TUTTI i farmacisti non titolari di farmacia, ma farebbe calare drasticamente il valore delle farmacie già esistenti. Il resto è solo demagogia e come lui ben sa, essendo stato presente nelle sedi competenti in questi ultimi mesi, è stata la forte miopia di federfarma a creare questa situazione che scontenta tutti e che ora dovendo dare la colpa a qualcuno si scarica nelle Parafarmacie. Sono solo parole, attendiamo fatti concreti per la professione, carissimo collega Dr.Mandelli.

Il Direttivo
Federazione Nazionale Parafarmacie
Movimento Farmacia Non Convenzionata


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Inviata da Carmelo Calabrò, farmacista collaboratori dei Gioia Tauro (Calabria)

Sono un farmacista collaboratore di farmacia urbana  da più di 20 anni, di età superiore ai 40 che fa parte di quella categoria degli esclusi a cui è stata negata a priori la possibilità  di accedere alla titolarità .Tutto ciò  a causa  della maggiorazione del 40% del punteggio ai titolari e ai collaboratori di farmacia rurale e delle parafarmacie ,per la negata possibilità  di associarsi e di partecipare ad  un esame. Si chiede se anche la FOFI si è dimenticata di noi. Forse siamo farmacisti di serie C?
Mi auguro di ricevere risposte esaustive a questo grande dilemma.

Distinti saluti
Dottor  Carmelo Calabrò            
Gioia Tauro

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