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Giovedì 10 OTTOBRE 2019
Studio Usa. Sempre meno gli interventi chirurgici nei bambini sotto i 3 anni. Tra i motivi la paura dei genitori per l’anestesia
Uno studio americano evidenzia come i bambini con meno di tre anni abbiano oggi meno probabilità di essere sottoposti a un intervento rispetto a 20 anni fa. Tra le cause, le preoccupazioni dei genitori sulle conseguenze neurologiche (non provate) dell’anestesia
(Reuters Health) – Secondo un nuovo studio USA, i bambini sotto i 3 anni hanno oggi meno probabilità di essere sottoposti a un intervento chirurgico oggi rispetto a due decenni fa. “I nostri risultati supportano l’ipotesi che fattori alternativi, tra cui le preoccupazioni dei genitori e dei professionisti, sull’esposizione all’anestetico possano aver influenzato il processo decisionale chirurgico nei bambini”, scrivono Ethan L. Sanford e colleghi, del Southwestern Medical Center di Dallas, su Jama Pediatrics.
Nel 2016, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha emesso un warning contro l’esposizione “ripetuta o prolungata” agli anestetici nei bambini di età inferiore ai 3 anni, sulla base delle preoccupazioni sugli effetti sullo sviluppo del cervello, ricordano Sanford e i colleghi.
Lo studio
Utilizzando i dati del National Health Interview Survey, gli autori hanno studiato le tendenze della chirurgia nei bambini piccoli dal 1998 al 2017. Tra i quasi 42.000 bambini di età inferiore a 3 anni inclusi nell’analisi, il 6,9% era stato sottoposto a intervento chirurgico nell’anno precedente alla rilevazione. Le probabilità di intervento chirurgico sono diminuite in modo significativo durante il periodo di studio, con il calo più netto registrato nel 2008-2012 (OR aggiustato, 0,87) e nel 2013-2017 (AOR, 0,78).
Il calo è stato più significativo tra i bambini di età inferiore a un anno, con un AOR di 0,69 nel 2008-2012 e 0,61 nel 2013-2017. Anche la prevalenza della chirurgia è diminuita costantemente nel tempo tra i neonati: era 108 per 1.000 bambini nel 1998-2002, 94 per 1.000 bambini nel 2003-2007, 81 nel 2008-2012 e 75 nel 2013-2017.
Fonte: JAMA Pediatr 2019
Anne Harding
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
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