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Giovedì 10 OTTOBRE 2019
Centri di senologia, una scelta consapevole 4.0



Gentile Direttore,
diagnosi sempre più precoci, trattamenti sempre più personalizzati, cure meno invasive ma molto più efficaci, sopravvivenza al carcinoma della mammella in percentuali altissime di casi: questa è la moderna senologia; quella che chiamiamo 4.0 e vorremmo fosse lo standard per ciascuna singola paziente. Questo l’obiettivo da raggiungere. Che ogni donna con tumore del seno abbia lo stesso diritto di diagnosi e di cura.
 
Il ministero della Salute ha stilato nel 2014-2015 le Linee Guida per i centri di senologia (Dm 70), unità interdisciplinari con specifici indicatori di qualità: 150 casi di carcinoma mammario trattati per anno, numero di interventi conservativi, numero di reinterventi, e così via. Parametri che interessano tutti gli operatori di un centro, dal radiologo al chirurgo oncologo, dal chirurgo plastico all’anatomo patologo, dal radioterapista all’oncologo. Ho avuto il piacere di partecipare alla stesura di questo documento. Successivamente alla Conferenza Stato Regione del 2015, la maggior parte delle regioni, alcune con maggiore fatica, altre con una già più solida esperienza e organizzazione, si sono attivate per rientrare negli indicatori e offrire percorsi adeguati nella rimodulazione dei servizi.  

Grazie ad Agenas è stata aperta una finestra sul monitoraggio di quanto avviene annualmente nelle singole regioni. Rispetto al 2016, aumentano il numero di centri di senologia che rispondono agli indicatori di qualità; il 72% degli interventi per carcinoma della mammella avviene a livello nazionale nei centri dichiarati di eccellenza con volume di interventi superiore a 135 casi per anno. 
 
Abbiamo però strada da fare per arginare i flussi migratori di pazienti con carcinoma mammario che da alcune regioni scelgono ancora di farsi curare altrove. Vi sono ottime realtà territoriali, perfettamente funzionanti e accoglienti, che non riescono a raggiungere i volumi di intervento desiderati perché i pazienti di principio scelgono strade alternative. E c’è ancora strada da fare perché alcune regioni mettano a disposizione dei cittadini servizi, personale, trattamenti, sedi confortevoli, con un adeguamento agli standard nazionali ed europei.
 
In questo scenario credo che l’esperienza nel volontariato porti grandi frutti e personalmente mi è stata molto utile anche nella pratica clinica. Ho al mio attivo 7 anni come delegato europeo per l’Italia in Europa Donna, militanza in altre associazioni di volontariato territoriali, un anno come responsabile di EURAMA DONNA con Umberto Veronesi, e infine ho fondato IncontraDonna che da 11 anni seguo come Presidente. Ho toccato con mano come i pazienti abbiano bisogno di affidarsi e fidarsi nei periodi di fragilità che una malattia comporta. Hanno bisogno di caregivers (qui la parola inglese sembra non possa essere tradotta! Ma io la tradurrei con la bellissima espressione di “colui o colei che ci accompagna e ci supporta in un percorso”). Hanno bisogno di chi porti avanti i loro diritti e non tradisca le loro aspettative.
 
Le associazioni di pazienti/cittadini, se ben utilizzate, possono rispondere a tutte queste richieste; possono trovare il modo per accogliere, aggiornare, supportare, difendere. Essere il filo di unione tra paziente e Istituzioni; il filo di unione tra malattia e ricerca clinica.
 
IncontraDonna ha realizzato ad esempio la App Pianeta Seno, scaricabile gratuitamente da Android e da Apple Store con geolocalizzazione dei centri di screening e di senologia a livello nazionale, e geolocalizzazione di tutte le Associazioni che hanno voluto aderire come caregivers delle pazienti durante il percorso oncologico. Chiunque può collaborare alla App Agenas fornendoci dati sempre aggiornati. Un servizio utile alle donne per orientarsi sul proprio territorio, cercando con appropriatezza dove poter essere seguite per una problematica senologica.
 
Qualche riga ora per il Centro di Diagnosi e Terapia Senologica del quale sono Responsabile presso l’Aous Andrea di Roma dal 2003. Nasce molti anni prima del DM.70 del 2014. Abbiamo trovato coniugazione di Università e assistenza, una struttura nuova e curata, apparecchiature adeguate e appropriate, colleghi tutti fortemente motivati a far crescere il centro di senologia e farlo già diventare nel 2004 un punto di riferimento importante nella regione Lazio, al servizio anche di altre regioni ancora non organizzate e pronte. Una sfida che abbiamo colto e che oggi ci porta ad essere una consolidata realtà, tra i primi centri territoriali e nazionali per la diagnosi e cura del carcinoma della mammella.
 
Siamo tra i centri di riferimento per la diagnosi citologica con metodica ROSE in 60’’, per la chirurgia ricostruttiva contemporanea alla fase demolitiva, per i pazienti alto rischio e con mutazione genetica BRCa1 e 2, per il monitoraggio delle pazienti con protesi sia additive che per ricostruzione. In particolare nel nostro servizio vantiamo un accesso con numero telefonico accessibile a chi ha la necessità immediata di una visita senologica, di una ecografia mammaria, di un prelievo per agoaspirato o di biopsia, di una consulenza per una seconda opinione, per una valutazione senologica oncologica.
 
Prof.ssa Adriana Bonifacino
Responsabile Unità di Diagnosi e Terapia in Senologia
Aou Sant’Andrea-Sapienza Università di Roma
Presidente IncontraDonna onlus

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