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Lunedì 16 SETTEMBRE 2019
A Milano Afi in piazza per spiegare il farmaco ai cittadini

“Coinvolgimento del paziente, del cittadino, dei media: ricerca clinica, produzione, commercializzazione, accesso e vigilanza del farmaco” è stato il titolo dell’iniziativa promossa dalla società scientifica che riunisce i farmacisti che operano nell’industria, che ha quindi abbracciato un ampio ventaglio di argomenti. Mandelli (Fofi): “Ogni giorno nelle ventimila farmacie italiane entrano quattro milioni di persone, e tutte possono contare su un professionista pronto a rispondere alle sue domande”.

Un incontro tra i cittadini e i protagonisti del comparto farmaceutico, non con una serie di relazioni ”frontali” ma organizzando un confronto, per così dire, faccia a faccia. Questo l’obiettivo, raggiunto, della II giornata in piazza organizzata sabato scorso a Milano dall’AFI, la società scientifica che riunisce i farmacisti che operano nell’industria, con il patrocinio della Regione Lombardia.

Il titolo scelto per l’edizione 2019 è “Coinvolgimento del paziente, del cittadino, dei media: ricerca clinica, produzione, commercializzazione, accesso e vigilanza del farmaco”, quindi un ampio ventaglio di argomenti che ha visto le testimonianze dirette di persone che hanno partecipato a sperimentazioni cliniche con esito positivo, spesso al di là delle aspettative, ma anche una trattazione di aspetti e attività del mondo del farmaco ben presenti da sempre agli addetti ai lavori ma, non troppo sorprendentemente, spesso ignorati dal pubblico, come la farmacovigilanza e le declinazioni dell’attività di ricerca.

Aspetti che poi si sono ritrovati nel “talk show” del pomeriggio, animato dal vicepresidente dell’AFI, Giorgio Bruno e da Loretta Mameli (Farmindustria), Massimiliano Del Frate (Assogenerici) e Alfonso Gentile (Assobiotec) in rappresentanza del mondo della produzione, Stefania Migliuolo di Europa Donna Italia, in rappresentanza dell’associazioni dei pazienti, Gualberto Gussoni della FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti) in rappresentanza del mondo della ricerca e Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani.

Qui sono stati trattati la sicurezza dei medicinali, le prospettive dell’innovazione e i nuovi paradigmi di cura - medicina di precisione, medicina personalizzata – ma soprattutto il rapporto tra industria e professionisti, da una parte, e pazienti e i loro rappresentanti dall’altra, è stato il tema dominante.

Ed è qui che è emersa la necessità di avere un rapporto il più possibile paritario, di essere al fianco del paziente e non semplicemente “metterlo al centro”, come sintetizzato da Alfonso Gentile.

Insomma cercare di rimuovere le asimmetrie informative che, come sottolineato dal Presidente Mandelli, “sono cresciute anziché diminuire a causa del bombardamento di informazioni di qualità molto alterna cui il pubblico è sottoposto in tema di salute e di terapie”. E rispondendo a una domanda del pubblico ha aggiunto che “se qualche cosa non sembra chiaro, se si vorrebbero altre informazioni non si deve esitare a chiedere al medico che ha stilato la prescrizione, o al farmacista. Ogni giorno nelle ventimila farmacie italiane entrano quattro milioni di persone, e tutte possono contare su un professionista pronto a rispondere alle sue domande”.

Per Andrea Mandelli, anche sulla scorta dei risultati della sperimentazione federale dei servizi cognitivi, il farmacista è nella posizione ideale per fare educazione sanitaria, ma anche per garantire il corretto impiego dei medicinali. “In questo senso tra i servizi cognitivi offerti dalla Farmacia dei servizi – un modello che la Fderazione ha proposto e sostenuto da tempo e che oggi viene a concretizzarsi – il supporto all’aderenza alla terapia ha un posto centrale, perché è dimostrato che produce più salute, più sicurezza e anche un migliore impiego delle risorse destinate alla cura”.

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