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Sabato 31 AGOSTO 2019
Dagli aumenti del Fondo sanitario alla carenza di personale. Se parte il Governo, ecco le prime sfide urgenti che attendono i giallo-rossi
Nell’attesa di capire se si troverà la quadra tra M5S e Pd, di scoprire il programma sanità del nuovo Esecutivo e chi sarà il nuovo Ministro della Salute, sul tavolo del nuovo Governo ci sono dei temi urgenti che più di altri non potranno essere rinviati. Si parte con la blindatura degli aumenti per il Fsn, passando per la ricerca di una soluzione per la carenza di personale fino alla necessità di chiarire, una volta per tutte, il destino della Legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale.
Dovrebbe partire tra pochi giorni il nuovo Governo giallo-rosso guidato da Giuseppe Conte (anche in se in questa pazza crisi mai dire mai) e anche per la sanità sono parecchi i temi e le sfide in ballo, anche se nelle dichiarazioni ufficiali di sanità si è parlato ben poco.
Nell’attesa di scoprire cosa ci sarà nel nuovo programma di governo e chi sarà alla guida del Ministero della Salute ci sono delle urgenze che non possono attendere e che dovrebbero essere affrontate con forza in questi primi mesi dal nuovo Esecutivo.
La prima urgenza è quella delle risorse per il Fondo sanitario nazionale. Ricordiamo che la scorsa manovra ha previsto un aumento di 2 mld per il 2020 e 1,5 mld per il 2021. Sul punto sia i 5S che il Pd (che ieri ha rilanciato su Quota 10) hanno sempre puntato sulla sanità pubblica e sull’aumento delle risorse per il Ssn. È chiaro però che bisognerà valutare attentamente i conti pubblici e vedere che spazio di manovra ci sarà per la sanità dato che molto probabilmente il grosso delle risorse della Legge di Bilancio sarà drenato dal tentativo di scongiurare l’aumento dell’Iva. E visti i tempi stretti per fare la manovra (e i possibili conseguenti blitz sul Fsn) la difesa degli aumenti è a tutti gli effetti la sfida impellente principale.
Altra urgenza, quella che riguarda la carenza di personale. Nel Dl Calabria è stata inserita la possibilità di assumere gli specializzandi ed è stato approvato un nuovo tetto di spesa che allenta i vincoli rispetto a quello passato ma tuttavia l’intervento non appare sufficiente e servirà sicuramente fare qualcosa in più, anche perché il problema impellente è quello di trovare medici specialisti. Una questione che sta portando le regioni (Veneto in testa) ad adottare soluzioni alternative come l’assunzione dei medici neo laureati e senza specializzazione. Sicuramente un modo per risolvere l’emergenza ma anche un chiaro segnale di una sanità pubblica che per tenere il passo abbassa il suo livello.
Altro nodo, in questo caso tutto politico, da sciogliere al più presto, per evitare di entrare nel turbine delle polemiche, è quello che riguarda i vaccini. Il Pd ha già chiaramente manifestato la sua volontà di mantenere la legge Lorenzin. Il M5S aveva puntato tutto sull’obbligo flessibile. A prescindere dalle scelte che verranno adottate è chiaro però che servirà fare quanto prima chiarezza.
Tema caldo su cui accelerare è certamente anche quello delle aggressioni al personale sanitario di cui ormai si contano episodi quotidiani. La commissione Igiene e Sanità del Senato dopo un lungo lavorio ha licenziato un testo che è pronto per l’Aula. Anche in questo caso non si potrà traccheggiare ancora.
Queste le urgenze, è chiaro poi che i temi in ballo siano plurimi (vedi articolo sui nodi non sciolti dallo scorso Governo), a partire dal Patto per la Salute che si sarebbe dovuto siglare a settembre ma su cui visto il cambio di maggioranza e vista la probabile volontà delle regioni guidate dal centro destra (che sono la maggioranza) di far sentire con più forza la loro voce, ora che la Lega non è più al Governo e di non concedere ai giallo-rossi di rivendicare immediatamente un risultato, non appare una partita agevole.
Un aspetto che non dovrà essere sottovalutato dal nuovo Esecutivo e dal Ministro che verrà perché il rapporto con le Regioni si appresta essere in realtà la sfida maggiore per i giallo-rossi in sanità.
Luciano Fassari
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