Due dirigenti sospesi, un pronto soccorso commissariato, un’inchiesta della Procura su carenze, disservizi, appalti e gestione delle risorse. La sanità del Lazio al centro di uno scandalo mediatico. Su tutto questo si sono confrontati ieri sera, all’interno della trasmissione di approfondimento giornalistico del canale Roma Uno, Metropolis, i rappresentanti del mondo medico, politico e sindacale.
Nessuno scontro, niente diverbi, tutti concordi su un importante punto: “La sanità pubblica italiana, nonostante tutte le criticità esistenti, funziona e non è allo sfascio”. Ma il merito di tutto ciò non è da attribuirsi alle capacità organizzate della politica, giudicata in maniera unanime “latitante e attenta solo a ragioni di bilancio”, quanto piuttosto al personale medico che, nonostante tutte le difficoltà, riesce a garantire prestazioni di elevata qualità ai cittadini. Proprio quel personale medico, come nel recente caso dell’Umberto I, che si è trovato a dover pagare in prima persona per colpe da doversi ricercare altrove, secondo il giudizio di tutti i presenti. Senza "caccia alle streghe" da parte dei media.
Di "attacco alla sanità pubblica" ha parlato Aldo Morrone, Direttore generale del San Camillo Forlanini. “Noi abbiamo rapporti frequenti con i Nas - ha detto -, chiunque può venire a controllare la situazione in ogni momento, purchè venga rispettata la privacy dei pazienti, cosa che non è stata fatta con foto e filmati andati in onda in questi giorni. Tutto materiale utilizzato ad arte solo per creare scandalo”. Per Morrone, inoltre, queste situazioni favoriscono “tutti coloro che vendono servizi alla sanità e che hanno interesse a trasformare la sanità in profitto, quindi a denigrare le grandi strutture pubbliche”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Enrico Bollero, Direttore generale della Fondazione PTV Policlinico Tor Vergata: "Blitz e gli scandali di questo genere non aiutano a risolvere i problemi, per i quali andrebbero messe in campo soluzioni di tipo strutturale”. “Nel nostro Policlinico - ha aggiunto - i posti letto per mille abitanti è molto basso: 2,2 per mille contro il 6,6 per mille di altre zone della capitale”. A questo Bollero ha aggiunto che il 60% dei cittadini delle aree urbane che affluiscono a Tor Vergata è composto da over 70. C’è dunque un’enormità di persone che trovano risposte alle loro esigenze in questa struttura e per i quali, "al di là delle criticità, che vanno riconosciute, non esiste nessun’altra struttura alla quale rivolgersi per trovare risposte concrete”.
È esattamente per situazioni come questa che, secondo il parere di Donato Antonellis, Segretario regionale Anaao Assomed, la situazione sanitaria nel Lazio “va rivista”. Provvedimenti come il blocco del turnover, “hanno dissanguato gli ospedali pubblici, ed oggi non si riesce a far fronte al continuo e crescente afflusso di persone”. “C’è una riduzione di risorse umane e quindi di assistenza ai cittadini - ha affermato Antonellis - , a questo si deve poi aggiungere la riduzione di posti letto e lo smantellamento di circa 24 ospedali che è avvenuto senza prima aver creato strutture territoriali funzionanti, in modo da tamponare questo afflusso prevedibile ai Dea”.
Proprio a seguito di tutte queste problematiche emerse, Antonio Sili Scavalli, Segretario regionale Fials Medici Universitari, si è dichiarato un “elettore pentito di Renata Polverini”. “Ho collaborato alla stesura del Piano sanità nel suo programma elettorale, un progetto che è stato totalmente disatteso”, ha detto. Tutto il nodo centrale del sistema dell’emergenza urgenza, per Sili Scavalli “ non è stato affrontato in maniera adeguata”. “Esistono carenze importanze del personale medico - ha proseguito - ci sono medici che fanno dai 6 agli o 8 turni notturni mensili con problemi a carico dei medici stessi ma anche per i cittadini”. Anche per il segretario Filas Medici la mancata creazione di una rete di assistenza alternativa al pronto soccorso ha generato questa situazione caotica. “Manca a monte tutta una rete di assistenza che faccia da filtro - ha spiegato - prima di ragionare sui tagli per il Piano di rientro si dovevano creare strutture e soluzioni alternative per i cittadini”.
Le critiche all’attuale gestione politica regionale sono proseguite con il senatore Pd, Lucio D’Ubaldo. “La Polverini ha fatto solo demagogia in campagna elettorale. Un sistema che deve essere governato con responsabilità, non si può affidare ai blitz e alla magistratura”. In tal senso le previsioni del senatore sono state cupe: “Tra tre mesi, passato il polverone, torneremo al punto di partenza. L’inchiesta della Procura non porterà a nulla, sarà solo un allucinogeno somministrato alla pubblica opinione”.
Per l’ex consigliere regionale Fabio Desideri, “quello che oggi sta accadendo era del tutto prevedibile”. Questa serie di tagli e chiusure di ospedali per Desideri “non potevano non far pensare al riversarsi dei cittadini su quelle strutture di primo soccorso oggi prese d’assalto”. “Se la Polverini davvero non era al corrente del la situazione dei pronto soccorso - ha concluso - dovrebbe trarne le conseguenze e pensare a lasciare, visto che lei è la persona che dovrebbe supervisionare la situazione sia in quanto presidente della Regione che come assessore ad interim per la Sanità”.
G.R.