quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Giovedì 18 LUGLIO 2019
Patto Salute. I commissariamenti vanno in soffitta, nuovi tetti per i privati e stop alla clausola finanziaria. Ecco le novità
Nonostante la pausa del confronto dopo la pubblicazione dell’ultima bozza che conteneva la clausola finanziaria stoppata dalle Regioni, e la Maratona di ascolto del Ministero della Salute, il lavoro sta in ogni caso proseguendo con l’obiettivo di dare un’accelerata visto il ritardo accumulato (si doveva firmare entro il 31 marzo) per chiudere la partita.
Dopo la pausa ‘forzata’ seguita alla pubblicazione dell’ultima bozza che conteneva la clausola di salvaguardia finanziaria avversata dalle Regioni e dopo la Maratona di ascolta organizzata dal Ministero della Salute sta proseguendo sotto banco il lavoro di definizione del nuovo Patto per la Salute 2019-2021.
E a quanto si apprende le novità sono parecchie, a partire proprio dalla clausola finanziaria che dopo le parole del Ministro dell’Economia Giovanni Tria, che ha garantito che la sanità non subirà tagli, dovrebbe essere eliminata. Anche perché la sua cancellazione per le Regioni (e anche per il Ministero della Salute) rappresenta un punto irrinunciabile.
Altra novità riguarda poi il sistema dei commissariamenti che dovrebbe andare quasi totalmente in soffitta.
L’idea di base è puntare su un approccio d’intervento mirato sulla base di nuovi indicatori e anche considerando il nuovo sistema di monitoraggio dei Lea che dovrebbe entrare in vigore il prossimo anno. In questo quadro scomparirebbe il commissariamento tout court delle sanità regionali in difficoltà in luogo di un affiancamento di Agenas in quelle specifiche Asl o ospedali che presentano criticità, o su settori specifici.
Il commissariamento di tutta la Regione rimarrebbe in piedi solo in quelle che presentano situazioni di grave difficoltà sia dal punto di vista economico che di garanzia dei Lea. E per questo è allo studio una soglia entro cui scatterebbe l’intervento governativo: minimo 145 nel punteggio Lea e un rapporto tra attivo e passivo del 7% (anche se su quest’ultimo punto la trattativa è ancora in corso).
Altra novità sarebbe poi la revisione del tetto di spesa per la sanità privata. Un po’ per come successo con lo sblocco del turnover del personale, è allo studio un nuovo meccanismo che consentirebbe alle Regioni una maggiore agilità nella gestione di questa spesa. Il tutto però sarebbe accompagnato da una revisione delle prestazioni da affidare al privato in modo da evitare sovrapposizioni col pubblico e utilizzare questa risorsa laddove ve n’è effettiva necessità. Risolvere questa partita vorrebbe poi dire andare incontro alle richieste delle strutture private che da tempo chiedono un maggior coinvolgimento da parte dello stato (vedi smaltimento liste d’attesa) anche nell’ottica del rinnovo contrattuale del personale (al momento servirebbero 300 mln per chiudere la partita).
Infine, sempre a quanto si apprende, si sta cercando di trovare la quadra sul nuovo percorso di formazione-lavoro per gli specializzandi anche se su come effettivamente realizzare la riforma vi sarebbero ancora delle distanze tra Miur, Salute e Regioni.
Luciano Fassari
© RIPRODUZIONE RISERVATA