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Sabato 13 LUGLIO 2019
Autonomia differenziata. Onotri (Smi): “Fontana sbaglia. I medici non sono assunti dalle regioni”

"Forse Fontana si riferisce alle assunzioni di professionisti medici presso società di servizi, cooperative o presso imprese di lavoro esternalizzato, dove le paghe sono da fame e i medici sono costretti a turni impossibili? Attualmente in Italia già vi sono delle forti sperequazioni per quanto riguarda le retribuzioni dei medici. C’è il rischio cogente che per intere aree territoriali vi sia una desertificazione dei servizi". Così il segretario generale Smi replica al governatore lombardo.

"Dire, come afferma il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana che i medici sono assunti dalla Regione è sbagliato ed è una grossolana semplificazione". Così, in una dichiarazione Pina Onotri, Segretario Generale dello Smi commenta la presa di posizione sull’autonomia differenziata del presidente della giunta lombarda.

"Forse Fontana si riferisce alle assunzioni di professionisti medici presso società di servizi, cooperative o presso imprese di lavoro esternalizzato, dove le paghe sono da fame e i medici sono costretti a turni impossibili? - aggiunge Onotri -. Per quando riguarda la carenza di medici, questa è un problema che si riferisce soprattutto al Servizio Sanitario Nazionale. Questa carenza di professionisti investe sia gli specialisti che lavorano negli ospedali sia i medici di famiglia, in modo diverso, perché sono diverse le modalità con cui gli uni e gli altri vengono formati e lavorano per il Servizio sanitario nazionale".
 
"Per questo, le dichiarazioni del presidente della Lombardia e la discussione alla Camera dei Deputati ci preoccupano molto. Vorremmo capire se nel nostro Paese sarà ancora garantito lo stesso grado di prestazioni per i servizi alla persona, a partire dalla sanità, o no? Oppure si stanno mettendo in atto presunte riforme a scapito di qualcuno?".
 
"Attualmente in Italia - aggiunge ancora Onotri - già vi sono delle forti sperequazioni per quanto riguarda le retribuzioni dei medici; quelli del Sud, a parità di prestazione, guadagnano meno di quelli del Nord. C’è il rischio cogente che per intere aree territoriali vi sia una desertificazione dei servizi. Si tratta, invece, di assicurare il bisogno di salute a tutti i cittadini e premiare i medici che svolgono le loro attività in territori socialmente disagiati. Le regioni non possano pensare di stipulare contratti di tipo diverso da quanto previsto dalla normativa nazionale, anche dinanzi ad una crescente tendenza all’esternalizzazione del lavoro in sanità; allo stesso tempo bisognerà evitare che abbiano mano libera in materia di accesso alle scuole di specializzazione".
 
"Il Sindacato Medici Italiani si batterà affinche che il Servizio Sanitario Nazionale mantenga il suo carattere omogeneo e non sia trasformato in una somma di servizi sanitari regionali. Occorre garantire a professionisti medici un uguale accesso alla professione e ai cittadini italiani il diritto alla salute", conclude Onotri.

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