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Martedì 09 LUGLIO 2019
Dirigenza medica e sanitaria. Cimo-Fesmed: “Il nuovo contratto non è per i giovani”
Il sindacato insiste: “Mantenere fondo di posizione separato per dare prospettive a inizio carriera. La proposta di Aran attualmente sul tavolo sia particolarmente “scivolosa” per la scarsa chiarezza sui livelli di responsabilità gestionali e professionali, intra ed interprofessionali, e sulla non chiara organizzazione gerarchica interna alle strutture sanitarie”.
La Federazione CIMO-FESMED, nel confermare “la propria posizione critica nei confronti del rinnovo del contratto di lavoro sull’impianto generale di carriera dei medici, ritiene che la proposta di Aran attualmente sul tavolo sia particolarmente “scivolosa” per la scarsa chiarezza sui livelli di responsabilità gestionali e professionali, intra ed interprofessionali, e sulla non chiara organizzazione gerarchica interna alle strutture sanitarie”.
Inoltre, “l’eventuale conferma di creare tre fondi (di posizione, di disagio e di risultato), che di fatto deriverebbero ciascuno dalla confluenza dei fondi rispettivamente dei medici, dei sanitari non medici, dei veterinari e delle professioni sanitarie, comporterà uno sviluppo di carriera unico finanziato per la gran parte della componente medica”.
“Tale condizione – rileva il sindacato - è di partenza iniqua e per di più penalizza i giovani medici con meno di 5 anni di attività, che continuerebbero ad avere una retribuzione di posizione unica (RPMU) pari a zero, laddove oggi i dirigenti sanitari entrano invece con 303 euro e i dirigenti delle professioni con 767 euro”.
La Federazione CIMO-FESMED ritiene, invece, “che il mantenimento del proprio fondo di posizione, consentirebbe di utilizzare le risorse disponibili anche a beneficio di giovani colleghi, eventualmente ipotizzando un salario di ingresso nella RPMU pari a un range ricompreso tra 1.000 e 2.000 euro. Considerata la grave carenza di medici nel SSN pubblico, per i giovani medici sarebbe un corretto incentivo e un meccanismo equitativo degno di un sistema sanitario nazionale. O devono attendere altri 10 anni per sperare in un contratto più giusto?”.
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