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Giovedì 27 GIUGNO 2019
Irccs Sacro Cuore di Negrar. Arriva “Elekta Unity” la nuova frontiera del trattamento radioterapico oncologico. La prima in Italia

È la prima struttura nel nostro Paese e nel Sud Europa a disporre di un acceleratore lineare integrato con una Risonanza Magnetica a campo alto (1,5 Tesla), per la più moderna radioterapia di precisione. Consente di monitorare e correggere in tempo reale la posizione e le caratteristiche del bersaglio tumorale da colpire e dei tessuti sani circostanti da proteggere.

Una rivoluzione tecnologica e clinica. È stato istallato all’Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), prima struttura in Italia e nel Sud Europa, Elekta Unity, un acceleratore lineare integrato con una Risonanza Magnetica a campo alto (1,5 Tesla), per la più moderna radioterapia di precisione. Nel vecchio continente sono presenti 7 macchinari di questo tipo e 11 nel mondo.
Prostata, mammella, encefalo, esofago, polmone, rinofaringe, pancreas, fegato, cervice e retto sono tra i principali tipi di tumori per cui è indicato il trattamento con la tecnologia innnovativa.
 
Il sistema Elekta Unity è stato installato nella quarta sala di trattamento all’interno del Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, diretto da Filippo Alongi, professore associato dell’Università di Brescia. Il Dipartimento è il Centro di riferimento regionale per la Radioterapia Oncologica ed è rinomato a livello nazionale e internazionale per la qualità della produzione scientifica e per la ricerca clinica in Radioterapia Oncologica.
 
“Il sistema MR-Linac Elekta Unity rappresenta una vera rivoluzione tecnologica e clinica – ha spiegato Alongi – i sistemi ibridi già disponibili sul mercato sono composti da un acceleratore lineare e da una risonanza magnetica a basso campo, che spesso, per la bassa definizione di immagini, non consentono di delimitare perfettamente la sede del tumore e di vedere la posizione degli organi del paziente durante il trattamento”. E il sistema è stato ideato per risolvere questi problemi. Grazie alla riprogettazione dell’acceleratore Lineare (Linac), della Risonanza Magnetica (RM) ad alto campo (1,5 Tesla, la stessa usata dai radiologi per fare diagnosi) e all’ideazione di un sistema di schermatura personalizzato, è stato possibile integrare i due sistemi. Da qui il nome Elekta Unity: l’unione di due mondi
 
Questa innovazione tecnologica consente al radioterapista oncologo di monitorare e correggere in tempo reale la posizione e le caratteristiche del bersaglio tumorale da colpiree dei tessuti sani circostanti da proteggere.  Quindi il piano di cura viene personalizzato, adattato e ottimizzato alle circostanze di ogni seduta.
 
“MR-Linac Elekta Unity – prosegue Alongi – è la risposta alla necessità da parte del radioterapista oncologo di avere a disposizione immagini di altissima qualità e definizione, che lo guidino nella scelta del piano terapeutico in tempo reale, al fine di offrire un trattamento efficace e personalizzato al paziente. Tale sistema di radioterapia guidato dalle immagini è applicabile sui tumori di tutti i distretti anatomici. Il vantaggio maggiore è soprattutto per la radioterapia dei tessuti molli, in particolare degli organi addominali quali pancreas, fegato e prostata, le cui lesioni tumorali, con i sistemi tradizionali, sono spesso non del tutto distinguibili rispetto ai tessuti sani da escludere dalle radiazioni”.
 
I vantaggi sul piano clinico. Grazie all’integrazione con la Risonanza Magnetica ad alto campo è possibile identificare immediatamente a ogni seduta, e in corso della stessa, la minima variazione del volume e della posizione della lesione tumorale, che può modificarsi a causa del movimento degli organi interni e del respiro, oltre che ridursi a seguito della risposta al trattamento delle sedute precedenti.  Questo consente di colpire con la massima precisione e un’alta dose di radiazioni il tumore, senza coinvolgere i tessuti sani.
Con la Radioterapia convenzionale, invece, il radioterapista oncologo, non essendo in possesso di queste informazioni, pianifica di irradiare ogni giorno un’area di trattamento standard, più ampia da colpire rispetto alla posizione del tumore con il rischio però di danneggiare i tessuti circostanti.
 
E ancora, la ripetizione della RM ad alto campo a ogni seduta (giornaliera) e in corso di trattamento è totalmente sicura per il paziente, in quanto non è soggetto a radiazioni ionizzanti (raggi X) come avviene per la TC o altre metodiche radiologiche usate per produrre immagini che facciano da guida al trattamento. Ricordiamo infatti che la Risonanza Magnetica utilizza campi magnetici e non radiazioni ionizzanti.
 
Riduzione della durata del ciclo terapeutico. Oltre a migliorare la qualità di trattamento e la possibilità di curare lesioni non ben visibili con i mezzi tradizionali, questo sistema consente in molte situazioni anche una significativa riduzione della durata del ciclo terapeutico (trattamento ipofrazionato). Grazie alla possibilità di usare dosi più alte di radiazioni in totale sicurezza, rispetto alla radioterapia convenzionale, i pazienti possono concludere il ciclo di terapia in un numero di sedute più contenuto (minor durata dei trattamenti in termini di tempo: da 30 sedute a 10 in media).
 
L’Ospedale di Negrar è stato incaricato dalla Regione Veneto, per conto della Rete Oncologica Veneta,di effettuare uno studio osservazionale di un anno su 230 pazienti con quattro diverse situazioni cliniche: tumore della prostata, tumore del pancreas, pazienti con oligometastasi (metastasi limitate nel numero da 1 a 5) e pazienti non più trattabili con la radioterapia convenzionale(re-irradiazioni).
 
Lo scopo dello studio non è tanto quello di valutare l’efficacia o gli eventuali effetti collaterali del trattamento, non essendo sperimentale ma già pratica clinica, quanto definire un modello di utilizzo ottimale di questa risorsa tecnologica (necessità di personale, processo organizzativo, tempi di trattamento e potenziali ricadute sul Sistema sanitario).
Un modello che sarà esportabile anche a livello nazionale.
 
Il cancro, quindi, non è più un nemico imbattibile. Questo grazie ai programmi di screening che consentono di prevenire o di diagnosticare precocemente le forme tumorali (mammella, utero e colon-retto) e, soprattutto, grazie alla disponibilità di molte armi per combatterlo. Tra queste la Radioterapia che da ancella delle terapie oncologiche, negli ultimi anni è diventata di primaria importanza insieme alle cure mediche (chemioterapia, farmaci a bersaglio molecolare, ormonoterapia e immunoterapia) e alla chirurgia. “Oggi, con questo macchinario, parliamo anche di radioterapia stereotassica o di radiochirurgia, cioè di radioterapia di precisione in grado di sostituire il bisturi per un’azione eradicante ma in modo del tutto non invasivo – sottolinea il Alongi – si tratta di uno sviluppo della radioterapia reso possibile innanzitutto dalle nuove acquisizioni sulle caratteristiche microbiologiche di ogni forma tumorale, per cui conosciamo le possibili risposte al trattamento, e conseguentemente dall’avanzamento tecnologico.
 
“L’acquisizione di Elekta Unity è in linea con la nostra mission, ereditata dal nostro Fondatore San Giovanni Calabria, secondo il quale l’Ospedale deve essere sempre all’altezza dei tempi – ha concluso Mario Piccinini Amministratore Delegato dell’Irccs – da circa un decennio questa struttura ha avuto un enorme sviluppo in tutti i campi, ma in particolare sono state investite risorse ingenti in ambito oncologico, anche alla luce dell’incremento annuo del numero dei pazienti affetti da tumore che si rivolgono a noi: nel 2018 sono stati circa 14mila. Siamo i primi nel Sud Europa ad acquisire questo innovativo macchinario. E l’investimento è stato possibile perché disponiamo innanzitutto di professionalità di indubbia competenza”.

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