quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Mercoledì 19 GIUGNO 2019
Laureati delle professioni sanitarie. Occupazione quasi stabile rispetto allo scorso anno. Lieve calo per infermieristica, ostetrica e riabilitazione. Cresce l’area tecnica
Per i 18.681 laureati di primo livello delle Professioni Sanitarie dell’anno 2017 si registra un lieve calo della quota di occupati con -0,7 punti percentuali, essendo sceso al 70,3% rispetto al 71,0% dello scorso anno, quando si era invece registrato un aumento di ben 4,3 punti percentuali sull’anno precedente. La situazione è diversificata fra le quattro aree: lieve perdita del 1,2% per Infermieristica e Ostetrica. Analoga riduzione -2,2% per le professioni dell’area della Riabilitazione. Aumenta invece del 1,7% l'occupazione per l'area tecnica
Si ferma il trend positivo occupazionale verificatosi lo scorso anno, sia per le professioni sanitarie che per tutte le altre professioni. A evidenziarlo è il XXI rapporto annuale del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea di Bologna, presentato quest’anno presso l’Università Sapienza di Roma il 6 giugno scorso.
Trattasi di un rapporto completo su tutte le 16 aree disciplinari e su tutti i 41 Atenei sedi di Facoltà/Scuola di Medicina, rispetto a cui continuano a mancare ancora e purtroppo solo i dati dell’Università Cattolica, nonostante che questa carenza sia già stata ripetutamente evidenziata. Consultando i dati sul sito www.almalaurea.it si rileva che per i 18.681 laureati di primo livello delle Professioni Sanitarie dell’anno 2017, rispetto ai 15.079 laureati che hanno risposto all’indagine si registra un lieve calo della quota di occupati con -0,7 punti percentuali, essendo sceso al 70,3% rispetto al 71,0% dello scorso anno, quando si era invece registrato un aumento di ben 4,3 punti percentuali sull’anno precedente.
Ma è ancora maggiore il calo occupazionale con -3,3 punti percentuali sul totale di 156.027 laureati delle varie aree disciplinari, di cui hanno risposto oltre 122.393, passando dal 40,8% dello scorso anno all’attuale 37,5% di occupazione a un anno dalla laurea. Per effetto di questi risultati, comunque si conferma ancora una volta per le Professioni Sanitarie il primo posto assoluto fra i vari gruppi disciplinari. Resta in ogni caso la diminuzione rispetto a 11 anni fa, per -16,7 punti percentuali, dall’87,0% del 2007 al 70,3% del 2017, mentre era al 71,0% nel 2016.
Ma la situazione è diversificata fra le quattro aree, con lieve perdita di -1,2 punti percentuali per Infermieristica e Ostetrica in calo dal 72,3% del 2016 al 71,1% attuale, interrompendo il precedente trend positivo in aumento di 10 punti percentuali fra il 2014 (62,3%) e il 2016 (72,3%). Analoga riduzione con -2,2 punti percentuali per le professioni dell’area della Riabilitazione che scende dall’83,2% del 2016 all’81,0% attuale.
Al contrario aumenta l’occupazione per l’area Tecnica, con incremento di 1,7 punti percentuali, passando dal 54,8% del 2016 al 56,5% attuale. Ancora più alto è l’aumento per l’area delle due Professioni della Prevenzione con +3,6 punti percentuali, risalendo dal 50,8% del 2016 all’attuale 54,4%.
Differenza fra le 22 Professioni sanitarie
Analizzando in dettaglio le 22 professioni sanitarie sugli ultimi dati dei laureati del 2017, si confermano per l’alto tasso occupazionale ai primi cinque posti Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva con l’84,2%, Audioprotesista con l’84,0%, Logopedista 83,9%, Educatore professionale e Fisioterapista con l’82,7%. Rispetto allo scorso anno le posizioni di Igienista Dentale e Podologo, che comparivano tra i primi posti, sono scese, rispettivamente dall’88,8 al 78,0% e dall’82,8 al 69,4%.
Di fatto sono quasi tutti profili che operano prevalentemente come liberi professionisti, oltre che in parte anche come dipendenti di enti pubblici o privati; si tratta di professioni non toccate quindi dal blocco delle assunzioni degli ultimi anni nel pubblico impiego.
Al contrario, agli ultimi cinque posti, fra il 51% e il 35%, si trovano alcune professioni con rapporto di lavoro prevalentemente dipendente, come i Dietisti con il 51,1%, seguiti da Ostetriche con 48,6%, Tecnici di Audiometria con il 40,6%, Tecnici di Fisiopatologia cardiocircolatoria con il 38,2% e a chiudere i Tecnici di Laboratorio al 35,2%, che si confermano agli ultimi posti come negli ultimi cinque anni. Preoccupa in particolare, la situazione per i Tecnici di Laboratorio per l’alta numerosità di circa 28 mila abilitati, che dal 2007 hanno perso ben 33 punti percentuali, dimezzando quindi il tasso occupazionale.
Si mantiene invece la buona posizione occupazionale per Infermiere, che passa dal 74,0% al 73,3%, restando comunque ancora distante rispetto alla situazione ottimale di 11 anni fa, quando si attestava al 94% di occupazione e a soli a sei mesi dalla laurea. Per l’alta numerosità degli abilitati, circa 425 mila, è proprio l’Infermiere a incidere statisticamente sul totale delle 22 professioni.
Nella stessa area c’è la professione di Ostetrica, che ha un calo, scendendo di 5 punti percentuali, dal 53,5% al 48,6%. La perdita sul 60% di 11 anni fa è di quasi 12 punti percentuali.
Sta invece migliorando la situazione occupazionale per Tecnico di Radiologia, che sale dal 47,6% del 2016 all’attuale 55,6%, con 8 punti percentuali in più, che fanno scalare la classifica dal 18° al 15° posto. Va comunque evidenziato che resta il gap di -36 punti percentuali rispetto al 92% del 2007 e quindi la criticità occupazionale che porterebbe ad ipotizzare una offerta formativa anche minore dei 736 posti dello scorso anno.
Sia per la ricchezza dei dati messi a disposizione da AlmaLaurea che in particolare per questa rielaborazione, desidero ringraziare per la preziosa collaborazione Silvia Ghiselli, Responsabile dell’Ufficio Indagini e Statistiche del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea di Bologna.
Angelo Mastrillo
Università di Bologna
Segretario della Conferenza dei Corsi di Laurea delle Professooni Sanitarie
© RIPRODUZIONE RISERVATA