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Lunedì 17 GIUGNO 2019
Decreto Calabria. Lenzi: “Si convochi subito un tavolo tecnico per non mettere a rischio la qualità della formazione medica specialistica”
Questo l'appello lanciato dal presidente Conferenza dei Collegi di medicina (Intercollegio), anche in una mozione indirizzata ai competenti Ministeri dell'Istruzione e della Salute, alla vigilia dell'avvio dell'esame in Aula al Senato del provvedimento. Sulla carenza di medici Lenzi spiega: "Poteva essere risolto tutto utilizzando gli strumenti del DM 68/15 e costituendo un Gruppo di lavoro tra Miur, Ministero Salute e Regioni invece di fare tentativi forse illegittimi di mettere uno specializzando in un concorso per un titolo che ancora non ha". LA MOZIONE
Prenderà il via martedì 18 giugno l'esame del Decreto Calabria da parte dell'Aula del Senato. Ed oggi, alla vigilia dell'avvio della discussione, il presidente Conferenza dei Collegi di medicina (Intercollegio), Andrea Lenzi, ha lanciato un appello affinché venga istituito al più presto un Tavolo Tecnico al fine di poter giungere alla stesura della concordata circolare applicativa, per dare fin da subito le indicazioni necessarie a "non mettere a rischio la qualità della formazione medica specialistica attualmente sempre più garantita dal sistema di accreditamento delle Scuole di Specializzazione, ormai in fase avanzata di attuazione da parte dell’Osservatorio per la medicina specialistica, che correttamente prevede, sotto la guida e la gestione degli Atenei, la costituzione e l’utilizzo delle Reti Formative per ottenere Specialisti di fatto già inseriti nel Ssn e nei Ssr in grado di garantire ai cittadini alti livelli di qualità e appropriatezza di diagnosi e cura".
Questo il cuore della richiesta contenuta anche in una Mozione promossa dalla Conferenza Permanente delle Facoltà e delle Scuole di Medicina e Chirurgia e dalla Conferenza Permanente dei Collegi di Area Medica (Intercollegio), indirizzata ai competenti Ministeri dell'Istruzione e della Salute.
Oggetto del contendere è, più in particolare, quell'articolo 12 del decreto Calabria che, che, oltre a dettare disposizioni sulla formazione in materia sanitaria, permette anche l'assunzione da parte della Aziende sanitarie degli specializzandi all'ultimo anno per ottemperare al problema della carenza di personale su cui si è acceso un ampio dibattito con accuse reciproche.
"Su questo argomento, non vorrei entrare nel merito degli insulti e delle provocazioni scritte e dette da esponenti di sigle sindacali e anche presenti in alcuni atti parlamentari. Sarà la storia che giudicherà queste affermazioni (dico spesso che l’università ha ormai una storia millenaria e non si spaventa dell’accadimento contingente), ma dico questo serenamente anche perché queste affermazioni le stanno giudicando proprio in queste ore, sui loro blog, gli studenti e aspiranti specializzandi ed i giovani medici specialisti che ribattono e rifiutano queste false promesse - spiega Lenzi a Quotidiano Sanità -. La mia risposta sta nei dati oggettivi della procedura di accreditamento, fatta dall’Osservatorio della Medicina Specialistica, dove sono presenti rappresentanti di Regioni e del Ministero della Salute), questi dati hanno confermato che una percentuale irrisoria di Scuole universitarie non aveva (e solo temporaneamente) i requisiti richiesti. Oltre il 95% ha situazioni di alta qualità sia sul piano degli indicatori Anvur che su quelli Agenas".
Quanto poi, più nello specifico, sul problema della carenza di personale: "Si tratta, come detto chiaramente dai Ministri della Salute e del Miur nel nostro incontro, di un’emergenza che poteva, a nostro avviso, essere risolta senza difficoltà utilizzando gli strumenti del DM 68/15 che al comma 4 dell’art 3 definisce la collaborazione con la Rete Formativa ed, invece di fare tentativi di difficile applicabilità nei tempi e nei modi, di mettere uno specializzando in un concorso per un titolo che ancora non ha ed in una 'situazione dirigenziale (sic?)' che non può possedere, si poteva costituire un gruppo di lavoro fra Miur, Min Salute e regioni con i portatori di interessi: Docenti e soprattutto Giovani Medici in formazione, che rapidamente indicasse una soluzione alla emergenza, che se è tale davvero è un interesse prioritario dell’Università che storicamente è sempre stata a fianco delle Istituzioni in tutte le emergenze, sociali, sanitarie e anche politiche. Inoltre, avremmo suggerito di aggiungere risorse straordinarie per il reclutamento come specializzandi di tutti i medici laureati (i dati Fnomceo dimostrano che oggi non abbiamo carenza di medici, l’avremo fra 5-6 anni, ma di specialisti) per portare a rimpinguare nel brevissimo termine le file degli specialisti che il Ssn/Ssr richiede", sottolinea Lenzi.
"Ho capito che ormai è tardi, questo Dl andrà al voto di fiducia blindato portatosi dietro un articolo 12, scritto come detto senza consultare preventivamente le parti interessate, e con evidenti problemi interpretativi (quali il tempo parziale e la congruità con la formazione europea) che ne minano l’applicabilità. Si dovrà fare prestissimo una modifica legislativa per quelli che sono questi errori e altrettanto in urgenza una circolare interpretativa affinché il tutto non sia inapplicabile nell’immediato con la normativa vigente sul piano ordinamentale. In pratica si dovrà riportare ogni organizzazione e decisione delle attività professionalizzanti svolte prima dell’ottenimento del titolo sotto il controllo del Consiglio della Scuole che le deve certificare, queste devono essere svolte all’interno del tempo dedicato alle cosiddette attività esterne, rispetto alla sede amministrativa che rilascia il titolo, e con una collaborazione con le strutture di qualità già comprese nella Rete Formativa o che verranno inserite in conseguenza dell’accordo fra Università e Regioni".
"Su tutto questo si sono impegnati i Ministri ed i loro staff (a partire dai capi di Gabinetto e le DG competenti) nell’incontro che abbiamo avuto una settimana fa; praticamente, come detto, dovremo applicare più in concreto il suddetto c 4 art 3 del DM 68/15 che già 4 anni fa aveva prefigurato il tutto a partenza da una riflessione concertata Università – Ssn. Prendo atto, inoltre, che in quell’incontro il Ministro Dell’Università Bussetti ha tenuto a ribadire che le Scuole di Specializzazione di Area medica sono e resteranno incardinate nel MIUR, di cui sono un vanto ed una componente di grande prestigio e qualità", conclude Lenzi.
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