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Mercoledì 29 MAGGIO 2019
Un figlio dopo il cancro. Recepito accordo Stato Regioni
Come centri di riferimento regionali sono stati individuati l’Irccs Ifo Regina Elena, il Policlinico Umberto I e l’ospedale S. Pertini. D’Amato: ““Grazie a queste tre strutture pubbliche abbiamo posto in essere un Polo funzionale integrato di onco-fertilità per dare la possibilità anche a chi sta affrontando l’esperienza della malattia di poter esaudire il proprio desiderio di diventare genitori”.
Recepito nel Lazio, con un decreto del Commissario ad acta, Nicola Zingaretti, l’accordo tra Stato e Regioni per la tutela della fertilità nei pazienti oncologici e per la definizione del percorso diagnostico assistenziale. Inoltre sono stati individuati i seguenti centri di riferimento regionali per l’onco-fertilità: l’IRCCS IFO Regina Elena, il Policlinico Umberto I e l’ospedale S. Pertini. Nello specifico presso l’IRCCS IFO Regina Elena è attivo un percorso di preservazione della fertilità in donne affette da patologie oncologiche ed è stata attivata la Banca del tessuto ovarico, presso il Policlinico Umberto I è attiva la Banca per la crioconservazione del seme per la tutela della fertilità maschile in pazienti oncologici ed infine presso l’ospedale Sandro Pertini è attivo un centro di Procreazione medicalmente assistita (PMA) con un percorso di preservazione della fertilità per donne colpite da tumore ed attivata una Banca degli ovociti.
“Grazie a queste tre strutture pubbliche – spiega in un anota l’Assessore alla sanità e l’Integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato – abbiamo posto in essere un Polo funzionale integrato di onco-fertilità che risponde ai requisiti presenti nell’accordo tra Stato e Regioni. Un ulteriore passo in avanti nella tutela della fertilità in pazienti oncologici tenendo conto che nel nostro Paese e nel Lazio abbiamo un tasso di fertilità tra i più bassi in Europa. Grazie a questo PDTA (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) vogliamo dare la possibilità anche a chi sta affrontando l’esperienza della malattia di poter esaudire il proprio desiderio di diventare genitori”.
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