quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Giovedì 16 MAGGIO 2019
Torino. Partorisce con una cisti nella milza di 18 cm. È il secondo caso nel mondo
Il parto è avvenuto al Sant’Anna di Torino. Da letteratura mondiale si tratta del secondo caso di questo tipo di parto spontaneo a termine di gravidanza con esito favorevole per la madre e per il feto. Nel primo caso la cisti era di 13 cm. Le cisti spleniche in gravidanza sono estremamente rare (8 casi descritti finora dalla letteratura scientifica mondiale), gravate da un rischio di elevata mortalità feto neonatale e materna in caso di rottura della cisti.
È nata a 38 settimane, con parto spontaneo, dopo 6 ore di travaglio. Pesa 2990 gr ed in ottime condizioni. È una storia a lieto fine, dunque, quella della ragazza di 22 anni della provincia di Torino, primipara, con una cisti di ben 18 cm. nella milza, in gravidanza. Un evento molto raro che infatti ha richiesto una staffetta medica multidisciplinare degli ospedali Sant’Anna e Molinette della Città della Salute di Torino per salvare la giovane mamma e la neonata.
La difficoltà di questo evento è dovuto alla mancanza di Linee guida, considerata la rarità del caso e la eterogenicità dei trattamenti messi in atto. Da letteratura mondiale, infatti, questo è il secondo caso di questo tipo di parto spontaneo a termine di gravidanza con esito favorevole per la madre e per il feto. Nel primo caso la cisti era di 13 cm. Le cisti spleniche in gravidanza sono estremamente rare (8 casi descritti finora dalla letteratura scientifica mondiale), gravate da un rischio di elevata mortalità feto neonatale e materna in caso di rottura della cisti stessa.
In questo caso in corso di ecografia ostetrica alla 32^ settimana di gravidanza era stata rilevata una voluminosa formazione cistica asintomatica situata nella milza che spostava addirittura il rene e l’utero. Subito dopo la donna era stata ricoverata presso la Ginecologia e Ostetricia 2 universitaria dell’ospedale Sant’Anna (diretta dal professor Guido Menato) e successivamente - per approfondire e meglio definire la natura della formazione – era stata trasferita presso la Chirurgia generale d’urgenza 3 dell’ospedale Molinette (diretta dal dottor Paolo De Paolis).
“Durante questo ricovero – spiega una nota della Città della Salute - è stata eseguita una RMN ed é stata posta diagnosi di cisti splenica del diametro di 18 cm”.
I rischi più grandi erano la rottura o l’infezione della cisti stessa con la conseguente necessità di un parto pretermine d’urgenza alle Molinette stesso, “ospedale – fa notare l’ufficio stampa della Città della Salute - sicuramente non avvezzo ai parti”. Per questo motivo era stato attivato un team multidisciplinare tra i due ospedali (ostetriche, ginecologi, neonatologi, chirurghi generali ed anestesisti) che fosse pronto h24 per gestire questa eventualità.
Terminati gli accertamenti e capita la natura della formazione, la signora è stata nuovamente trasferita e ricoverata presso la Ginecologia e Ostetricia 2 universitaria del professor Menato per monitorare le condizioni fetali e materne e stabilire l’iter terapeutico. Si trattava infatti di decidere innanzitutto il tipo di parto (spontaneo o taglio cesareo), il momento del parto (prima del termine o a termine) e l’eventuale contestuale asportazione chirurgica della milza. Finora un solo caso in letteratura mondiale descritto nel 2016 aveva previsto un parto spontaneo a termine di gravidanza con esito favorevole per la madre e per il feto. A seguito di riunioni congiunte con tutta l’équipe medica multidisciplinare (ostetriche, ginecologi, neonatologi, chirurghi generali ed anestesisti) è stato deciso – visto il rischio di rottura spontanea della cisti e l’elevato rischio ostetrico in caso di taglio cesareo – per il parto spontaneo.
Questa decisione ha comportato un imponente lavoro di organizzazione che ha coinvolto: le ostetriche del reparto, le ostetriche della sala parto, le ostetriche della sala cesarei, i ginecologi, gli anestesisti, i neonatologi ed i chirurghi generali dell’ospedale Molinette.
Allo scopo di ridurre al minimo le gravi conseguenze – per la madre e per il feto - legate ad una rottura della milza, si è deciso di allestire una sala travaglio all’interno della sala operatoria, al fine di minimizzare i tempi di un eventuale intervento di chirurgia d’emergenza. Tutto ciò ha comportato un grosso impegno organizzativo da parte dell’intero team assistenziale. Ma tutto è andato liscio. A 38 settimane il parto è avvenuto con successo in modo spontaneo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA